Quali sono gli effetti sulla salute di un'alimentazione a base di OGM? Non esistono al momento risposte certe a questo interrogativo. Dalla Cina uno studio guidato dal Professor Zhang dell’università di Nanchino, afferma che alcuni microRNA vegetali possono resistere alla digestione ed essere attivi nei mammiferi. Una scoperta che, se confermata, ridefinirebbe fortemente l'intero dibattito sull'impatto delle modificazioni genetiche.
Inquinamento genetico, minaccia alla biodiversità (per la contaminazione delle filiere biologiche e tradizionali) e insicurezza alimentare (per la privatizzazione dei semi) rappresentano importanti obiezioni al rilascio degli OGM. L'imprevedibilità degli effetti sulla salute derivanti dal loro consumo non è però da meno.
Al momento non esistono certezze circa la sicurezza dei cibi manipolati geneticamente, ma diverse ricerche si sono concentrate su alcuni rischi potenziali. Tra questi, sviluppo di nuove allergie, resistenza agli antibiotici, tossicità e modificazione dell'espressione genica sono i principali fenomeni che alcuni studiosi hanno messo in relazione a una dieta a base di OGM.
Dalla Cina arriva, ad esempio, la ricerca guidata dal Professor Zhang dell’università di Nanchino, secondo cui alcuni microRNA - piccole molecole di RNA (acido ribonucleico) implicate nel funzionamento delle cellule e in grado di interferire con l'espressione genica a livello della sintesi proteica - vegetali possono resistere alla digestione ed essere attivi nei mammiferi.
Una scoperta inaspettata. Lo studio era infatti inizialmente diretto a classificare i microRNA del latte materno e ha cambiato rotta dopo avervi rilevato una significativa, ed inattesa, concentrazione di microRNA vegetali. Supponendo che provenissero dal cibo, i ricercatori hanno proseguito l'indagine scoprendo, nel sangue di circa 30 volontari, la presenza di 40 diverse molecole di microRNA vegetali, provenienti da riso, broccoli e cavolfiori, in certi casi in misura superiore ai micro-RNA umani più abbondanti. A quel punto hanno cercato di capire se e quale influenza avessero sull'organismo.
Una prima serie di esperimenti in vitro ha visto l'inserimento di microRNA del riso in cellule umane di sangue e fegato e ha verificato come queste molecole andassero a spegnere un gene nel fegato legato alla sintesi di una proteina capace di eliminare il colesterolo LDL. Successivamente i ricercatori hanno sottoposto all'esame dei topolini, facendo assumere ad alcuni di loro una dose elevata di microRNA, nutrendo altri a base di riso OGM e tenendo un terzo gruppo sotto controllo. Il risultato è stato un aumento del livello di colesterolo nei primi due gruppi, rientrato poi nella norma una volta inibita l'azione di quel microRNA.
Secondo il team di ricerca si può concludere, quindi, che microRNA vegetali contenuti negli alimenti possono regolare la trascrizione dei geni nei mammiferi.
Un aspetto non trascurabile nel dibattito sugli OGM. Se, infatti, il fenomeno del trasferimento genetico vale in teoria per tutte le piante - e quindi anche con prodotti tradizionali si può avere il passaggio di materiale geneticamente attivo nell'organismo di chi se ne nutre -; d'altra parte, la scoperta relativa ai microRNA riguarda da vicino il tema della modificazione genetica. Le aziende biotecnologiche puntano, infatti, a utilizzare i microRNA per bloccare la funzione di alcuni geni negli insetti. Un'innaturale concentrazione di microRNA negli alimenti potrebbe a questo punto condizionare l'organismo che lo assorbe.
La ricerca del professor Zhang richiede conferme e il confronto con altri studi e dati per essere validata. Ma intanto sollecita nuove domande e ricorda che in questo campo la cautela è d'obbligo.