di
Laura Pavesi
16-07-2012
Può un’impresa italiana, in piena crisi economica e nonostante il calo di ordinativi e fatturato, rifiutare un’importante commessa militare per motivazioni etiche, d’accordo con i propri dipendenti? La risposta stavolta è sì. Lo rende noto l'Officina dell'Economia Solidale di Pisa, che ci racconta un esempio di coraggio e di coerenza proprio in un momento storico in cui sembra prevalere l'economia del ricatto.
Incredibile, ma vero! Un’impresa italiana, in piena crisi economica, nonostante il forte calo di ordinativi e fatturato, ha rifiutato un’importante commessa militare per motivazioni etiche, d’accordo con i propri dipendenti, che sono stati opportunamente informati e consultati. E tutto ciò è avvenuto sebbene le difficoltà aziendali siano ancora piuttosto lontane dall’essere risolte o migliorate. Davvero una positiva ed inaspettata notizia nel panorama economico nazionale: la commessa militare, infatti, avrebbe consentito all’azienda di tamponare i problemi contingenti: stipendi, contributi, pagamenti ai fornitori, imposte, ecc.
La notizia è stata resa nota la scorsa settimana dall'Officina dell'Economia Solidale di Pisa (OdES) e non dall'azienda interessata, che, al contrario, mi ha comunicato espressamente di aver scelto il silenzio stampa, per non scadere in inopportune operazioni di marketing, totalmente contrarie alla politica aziendale. Le informazioni e le foto contenute in quest’articolo, infatti, non sono frutto di comunicati stampa aziendali.
Ma qualche dato devo pur darvelo: il coraggioso titolare d’azienda di cui sto parlando è l’ingegnere Valerio Morellato - poco più che trentenne - alla guida di due aziende a Ghezzano, in provincia di Pisa: la Morellato Termotecnica (che opera nei settori termotecnica, climatizzazione e risparmio energetico) e la Morellato Energia (pioniere nel settore fotovoltaico e nell’installazione di impianti ad energie rinnovabili) .
Come si evince dai siti aziendali stessi, le imprese di Morellato operano in base ad alcuni principi considerati fondamentali: tutela dell’ambiente, economia solidale, sostenibilità ed etica. In questo caso, però, non si tratta affatto di parole svuotate di ogni significato, di mero green washing o di 'furbo' green marketing, ma di azioni concrete e di assoluta (e coraggiosa) coerenza tra parole e fatti.
Di recente, a causa della crisi economica, Morellato è stata costretta a ricorrere alla cassa integrazione, ed è proprio in questo preciso momento che arriva una commessa molto particolare. La WAAS, Whitehead Alenia Sistemi Subacquei, che fa parte del gruppo Finmeccanica e che contribuisce allo sviluppo di tecnologia militare, richiede alla Morellato Termotecnica un sopralluogo ed un preventivo per una serie di lavori. Una commessa da circa 30.000 euro (dei quali circa 8-10.000 di utile netto) per effettuare diversi interventi, tra i quali un sistema di raffreddamento per una vasca da 10.000 litri, usata nei loro laboratori. La WAAS, come ben specificato sul proprio sito aziendale, produce siluri “per varie importanti Marine, distribuite in tre diversi continenti”.
“È una cifra importante - afferma Valerio Morellato - che potrebbe corrispondere a quello che si potrebbe ottenere con l'installazione di 38 climatizzatori o di 12 impianti di solare termico e che ci aiuterebbe a tamponare, almeno temporaneamente, i problemi dell'oggi. L'attuale situazione di crisi economica, il crollo del fatturato e le difficoltà che stanno affrontando le nostre aziende, ci hanno messo nelle condizioni di dover scegliere tra coerenza e necessità, tra accettare una commessa che avrebbe dato ossigeno alle casse, ma derogando sui principi etici oppure rifiutare in nome di una coerenza di base, ma contraddicendo le basi della razionalità economica”.
Ed è cosi che l’intraprendente ingegnere decide, senza indugiare oltre, di aprire una discussione all’interno dell’azienda che porta a sviluppi importanti (ed unici nel nostro panorama economico): dopo una lunga e sofferta riflessione, lunedì scorso, 9 luglio 2012, l’azienda decide di mandare alla WAAS un'e-mail confermando l'intenzione di non procedere con la proposta commerciale, nonostante la crisi aziendale non sia ancora risolta, né migliorata.
Non c’è che dire: è davvero un grande esempio di coerenza e di coraggio. Un’ottima notizia, che fa ben sperare per il futuro del nostro paese, anche se, come precisa molto bene Valerio Morellato in una lettera inviata all'OdES di Pisa e datata 11 luglio 2012: “rimane però aperto tutto il resto: la necessità di dare risposte all'interno dell'azienda a chi, tra i lavoratori, potrebbe non capire; l'importanza di approfondire il ruolo positivo che ha giocato e che potrebbe giocare l'economia solidale nell'aiutare le persone (prima che le aziende) a non rimanere compressi tra necessità e coerenza”.
L’economia etica e solidale italiana può essere protagonista di strategie di uscita dalla crisi che siano davvero sostenibili e che diano davvero vita ad un nuovo paradigma socio-economico. L’esempio della Morellato ci mostra come, davanti a percorsi coerenti, e di fronte ad un’economia solidale e non autoreferenziale, sia possibile far emergere il meglio della piccola imprenditoria italiana, che sta alla base dell'economia del nostro paese.
“Per questo - conclude Morellato - crediamo sia importante andare avanti assieme, anche con il supporto delle reti dell'economia solidale e sociale, perché non debba più accadere che imprese come la nostra si debbano trovare in situazioni simili”.
A questo punto, ci auguriamo che chi di dovere intervenga al più presto con misure efficaci e concrete, affinché aziende come questa, tanto coerenti quanto coraggiose, non siano lasciate sole, ma possano diventare esempi virtuosi da seguire e fonti di ispirazione (perché no?) per altre aziende italiane.
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