In circa 16mila hanno formato una catena umana sulla spiaggia nei giorni scorsi per protestare contro la decisione del presidente della Regione Liguria di collocare il nuovo rigassificatore al largo della costa savonese (foto di GenovaToday).
All'indomani della protesta sulla spiaggia, nella zona di Vado, Valleggia e Quiliano sono comparsi anche lenzuoli che hanno riportato slogan contro il progetto: da “No nave” a “No rigassificatore” passando per “Noi non lo vogliamo”.
Come scrive Il Post, attualmente «la Golar Tundra si trova al porto di Piombino dallo scorso marzo. Lunga 300 metri e larga 40, è una “floating storage and regasification unit” (FSRU), ovvero una “unità galleggiante di stoccaggio e rigassificazione”, e può immettere nella rete fino a 5 miliardi di metri cubi di gas in un anno. A metà luglio il presidente della Liguria Giovanni Toti, commissario straordinario per l’installazione di un rigassificatore nella regione, ha annunciato che entro il 2026 la nave verrà spostata al largo della coste liguri. In particolare sarà offshore, verrà cioè posizionata a circa 2,9 chilometri dalla costa di Savona e a 4 chilometri da quella di Vado Ligure, cittadina che sembra avere alcune condizioni favorevoli rispetto ad altre località della regione, come la presenza di vecchie condutture marine non utilizzate che potrebbero rendere più veloce il suo collegamento a terra».
«Il comitato provinciale “No al rigassificatore” sostiene che la presenza della nave interferirà con il turismo e che potrà creare danni ambientali, visto che si troverà nelle vicinanze dell’area marina protetta di Bergeggi - si legge ancora - Ci sono poi preoccupazioni per la costruzione della condotta sottomarina e del gasdotto a terra necessari per il trasporto del gas, lunghi rispettivamente più di 4 e 30 chilometri. Alcuni sindaci dei comuni coinvolti inoltre contestano il fatto che il progetto sia stato approvato senza consultarli».