di
Andrea Degl'Innocenti
22-12-2011
Due giorni fa una nube nera e densa si è levata nei cieli di Priolo e dintorni, fino alla vicina Siracusa. La causa è stato un incendio divampato al petrolchimico di Priolo. Le fiamme sono state prontamente domate, ma nei dintorni la paura per la nube tossica non è svanita. Non è la prima volta che si verificano episodi di questo tipo nella zona.
L'allarme è ufficialmente rientrato, ma molti punti restano da chiarire – compresi gli eventuali rischi per la salute dei cittadini - sull'incidente avvenuto al petrolchimico di Priolo due giorni fa, il 20 dicembre, quando a causa di un incendio una nube nera di grandi dimensioni si è levata in cielo, raggiungendo rapidamente la vicina Siracusa, e scatenando il panico in città.
Secondo quanto affermato dalla ditta che gestisce l'impianto - una società composta al 60% dai russi della Lukoil e per il restante 40% dalla Erg - a causare l'incidente sarebbe stato un carrello elevatore che operava all'interno degli impianti SG 10 della raffineria Isab Nord. Il carrello, nel corso di una manovra, avrebbe urtato una tubatura dove scorrevano oli esausti, che avrebbero immediatamente preso fuoco.
Alle 10,30 di mattina una densa nube nera si è levata in cielo andando a ricoprire l'intera zona. Il forte vento ha fatto il resto, trasportando i fumi tossici nei comuni limitrofi fino alla vicina Siracusa. Nella zona si sono vissuti attimi di paura. Il sindaco di Priolo Antonello Rizza, non appena ricevuta comunicazione dell'incidente, ha invitato i propri concittadini a non uscire di casa. “C’è stata molta paura - ha dichiarato Pippo Giaquinta, coordinatore del circolo “l’anatroccolo” di Legambiente -, una nube nera ha oscurato il cielo. Il Comune aveva chiesto di andare a prendere i bambini a scuola, perché non sai mai cosa può succedere dopo un’esplosione”.
Nel frattempo, l'incendio al petrolchimico è stato rapidamente sedato dai Vigili del Fuoco di Siracusa. La società gestrice, tramite una nota diramata poche ore dopo l’evento, ha fatto sapere che non ci sono stati feriti, né particolari danni agli impianti.
Chi non ha abbandonato del tutto le preoccupazioni sono invece i cittadini di Priolo e dintorni. Non è ancora chiaro infatti quale possa essere l'impatto ambientale e sulla salute della nube tossica. L'impianto in questione infatti, utilizza come combustibile il Tar, uno scarto del petrolio molto pericoloso e altamente tossico.
Inoltre non è la prima volta che si verificano episodi del genere. L'area di Priolo è stata teatro di vari incidenti negli ultimi anni; nell'aprile 2006 fu proprio lo stesso impianto a prendere fuco: un grave incendio divampò nella raffineria ERG ISAB Impianti Nord per la fuoriuscita di idrocarburi. Diversi vigili del fuoco rimasero feriti e l'area fu sottoposta a sequestro momentaneo. Quello di due giorni fa, poi, è il quinto incidente rilevante nella zona negli ultimi quattro anni.
Il sindaco Rizzo ha dichiarato che già da due anni denuncia la delicata situazione in cui versa l’area industriale. Per far fronte in parte alle emergenze il primo cittadino aveva emanato un’ordinanza alle aziende che operano al Petrolchimico, esortandole a “comunicare entro dieci minuti l’avvenuto incidente”, qualora, appunto, accadessero episodi di questo tipo.
Sull'incidente è intervenuta anche Giovanna Marano segretaria generale della Fiom-Cgil: “L’incidente di ieri a Priolo, mettendo a rischio i lavoratori e i cittadini anche dei comuni vicini, dimostra ancora una volta la necessità di verifiche approfondite sulle condizioni di sicurezza e sulle manutenzioni in quel sito industriale. Il ripetersi di incidenti che coinvolgono, anche per ampio raggio, il territorio sollecita l’intervento delle istituzioni preposte, affinché sia fatta luce sulle cause e soprattutto siano accertate le condizioni di quegli impianti e si evitino rischi ingenti a cui sono sottoposte le maestranze e la popolazione”.