«Nell’agosto 2013 il governo Letta vara un decreto ministeriale per determinare il calcolo dell'efficienza energetica degli impianti di incenerimento. Scrive però numeri divergenti rispetto ai parametri europei: gli inceneritori italiani guadagnano un illecito vantaggio competitivo rispetto agli altri inceneritori europei e viene autorizzata, di fatto, l'emissione nell'aria di una quantità maggiore di inquinanti» spiega Sandra Poppi, che da anni si batte contro il maxi-inceneritore di Modena gestito dalla multiutility Hera, sovradimensionato rispetto alle esigenze locali. «Cosi, ogni inceneritore in Italia, e anche quello di Modena, che non stia lavorando a pieno regime puo’ importare rifiuti da bruciare sino al tetto massimo consentito, senza più alcun limite per quanto riguarda la provenienza. In Emilia Romagna la capacità totale degli inceneritori è di bruciare oltre 1 milione di tonnellate l'anno. Per il "fabbisogno" interno si bruciano invece "solo" circa 630.000 tonnellate di RSU. Questo significa che, potenzialmente, ci sono altre 400.000 tonnellate di rifiuti speciali da smaltire. Per l’inceneritore di Modena significa che la Società per Azioni Hera potrà bruciare 240.000 tonnellate l’anno di rifiuti e forse più, visto che andranno a saturazione del carico termico. Anche se per le nostre necessità ne basterebbero 130.000! Figurarsi se facessimo il porta a porta con tariffa puntuale, con ulteriore calo di rifiuti indifferenziati prodotti!». «Nel caso dell'inceneritore di Modena, Medicina Democratica, nel gennaio 2014, denunciò tutto questo e numerose male-interpretazioni delle norme. Con una determinazione provinciale del novembre 2013 la Provincia di Modena ha riconosciuto, su richiesta del gestore Herambiente, l’applicazione al calcolo dell’efficienza energetica di un fattore correttivo (KC) in relazione alle condizioni climatiche dell’area, nella misura di 1,382. Questo riconoscimento è avvenuto sulla base dei contenuti del Decreto del Ministero dell’Ambiente varato appunto durante il governo Letta. Ed è proprio su questo decreto che è intervenuta l'Europa; nel 2014 ha chiesto al governo italiano di cambiare i parametri che erano stati introdotti pe poter arrivare a classificare gli inceneritori di rifiuti come valorizzatori di energia (mossa subdola, nda); la UE ha ritenuto quei parametri non conformi a quelli della direttiva europea Rifiuti del 2008. E sapete cos’ha fatto il governo? Ha aggravato la situazione perché con il decreto Sblocca Italia ha consentito cambi di classificazione degli inceneritori ancora una volta in modo non rispettoso della direttiva europea. Dopo le denunce, la Commissione europea ha avviato una procedura d'indagine, la UE-Pilot 5714/13/ENVI, che è ancora in corso. Le autorità italiane dovranno modificare il DM 7/8/2013, in modo da renderlo compatibile con le nuove disposizioni che verranno adottate, altrimenti una procedura di infrazione può essere aperta dalla Commissione». Con che serietà, dunque, i governi italiani stanno portando avanti la politica di gestione dei rifiuti? E con quale obiettivo? Che sia l’interesse dei cittadini e dell’ambiente è assai poco probabile!
Inceneritori: oltre al danno anche la beffa
di
Redazione
09-06-2015