di
Alessandra Profilio
21-07-2011
Un gigantesco giacimento di uranio è stato scoperto nel sud dell'India. Situata nello Stato di Andhra Pradesh, la miniera Tumalapalli potrebbe rifornire fino a 150.000 tonnellate di uranio. L'ammontare della riserva sarebbe sufficiente per alimentare una centrale nucleare di 8.000 mega watt per un periodo di 40 anni.
Un gigantesco giacimento di uranio è stato scoperto nel sud dell'India. Situata nello Stato di Andhra Pradesh, la miniera Tumalapalli potrebbe rifornire fino a 150.000 tonnellate di uranio e rivelarsi tra le maggiori riserve del minerale al mondo. L'ammontare della riserva della miniera sarebbe sufficiente per alimentare una centrale nucleare di 8.000 mega watt per un periodo di 40 anni.
Si tratta di una grande scoperta per un Paese come l’India, che pianifica di espandere la propria capacità di generazione dell’energia nucleare dagli attuali 4,7 gigawatt a 7,3 entro la fine di marzo 2012, fino ad arrivare a 20 ora entro il 2020. A tal fine il paese ha firmato un importante accordo nucleare con gli Stati Uniti e ha aperto il suo mercato nucleare (che si stima valga 150 miliardi dollari) ai costruttori di reattori privati come General Electric e Areva.
Al momento le centrali atomiche indiane coprono soltanto il 3% dell'energia nazionale. L'India dispone attualmente di venti reattori nucleari ma sono in costruzione sette nuovi reattori. Tuttavia, dopo il disastro di Fukushima, le associazioni ambientaliste hanno chiesto di fermare i progetti in corso, in particolare i sei reattori della francese Areva per 9.900 MW da realizzare nel 2013.
Diverse associazioni indiane hanno infatti scritto al presidente francese Nicolas Sarkozy per chiedere alla Francia di non sostenere la costruzione della centrale indiana di Jaitapur, dove continuano le proteste represse con la violenza da parte della polizia. Secondo i piani, la centrale dovrebbe essere dotata di 6 reattori della francese Areva e costituire il più grande complesso atomico al mondo. L'impianto dovrebbe sorgere sulla costa dello Stato del Maharashtra, nell'India occidentale, zona altamente sismica. E proprio la sismicità della zona, in particolare all'indomani del disastro di Fukushima, preoccupa i cittadini e le associazioni che si sono rivolte al presidente francese.
Secondo Les amis de la Terre, Greenpeace e Réseau Sortir du nucléaire, “il progetto della centrale a Jaitapur presenta tutti i rischi di un incidente nucleare”. Pertanto, affermano le associazioni, “sarebbe un'estrema follia sostenere la costruzione di uno dei complessi nucleari più importanti del mondo e questo in una zona a rischio sismico, di un Paese che ha bassi standard nucleari, con immensi problemi di corruzione e che non dispone di un regolamentatore indipendente né di esperienza nella gestione di reattori di questa importanza”.
I timori riguardano in particolare la localizzazione delle piscine del combustibile esausto al di fuori dell'edificio del reattore, la prossimità della sala di controllo al reattore, che la renderebbe inaccessibile in caso di gravi fughe radioattive, e il posizionamento dei generatori di emergenza troppo vicini al terreno, il che li renderebbe vulnerabili alle inondazioni, con conseguenze facilmente immaginabili alla luce dell'emergenza in Giappone.
Il Paese del Sol Levante, intanto, non si è ancora risvegliato dall'incubo nucleare. Negli ultimi giorni le preoccupazioni riguardano in modo particolare la carne bovina radioattiva ed il potente tifone Ma-on che minaccia la già disastrata centrale di Fukushima Daiichi 1.
Di oggi è poi la notizia che le autorità giapponesi annunceranno nei prossimi giorni nuove località da evacuare, oltre l'area evacuata stabilita entro un raggio di 20 chilometri dalla centrale colpita dal sisma e dallo tsunami dell'11 marzo scorso. Nelle nuove aree si stima infatti che la popolazione rischi una esposizione superiore ai 20 milisievert l'anno.