di
Andrea Boretti
15-07-2011
Diciassette città italiane fanno parte della lista delle 30 metropoli più inquinate d’Europa. A dirlo è l’ennesimo studio, questa volta dell’Istat, che boccia la situazione ecologica italiana. Per quanto tempo potremo continuare a "scendere i gradini"?
Studi e ricerche utilizzano spesso classifiche per raccontare i propri risultati. Le classifiche hanno infatti la capacità di mettere in relazione persone o situazioni differenti e di mostrarci 'chi è stato bravo' e 'chi è stato cattivo'. Sempre più spesso quando le classifiche riguardano l'ambiente o più in generale l'ecologia succede che l'Italia si trova agli ultimi posti o quanto meno ne esce con qualche occhio nero.
Anche questa volta la situazione non è diversa. Secondo uno studio dell'Istat sulla qualità dell'aria nelle città europee basato sui dati registrati nei database dell'Agenzia Europea dell'Ambiente e riportata da ASPO-Italia (sezione italiana dell'associazione internazionale per lo studio del picco del petrolio e del gas) le città italiane sarebbero le più inquinate d'Europa.
Nella classifica delle peggiori 30, infatti, ben 17 sono italiane spiega Terenzio Longobardi di ASPO. La peggiore è Plovdiv, in Bulgaria, seguono a ruota - rispettivamente al secondo, terzo e quarto posto - Torino, Brescia e Milano.
Per quanto riguarda Torino, la situazione seppur gravissima, migliora. Il capoluogo Piemontese infatti nel 2004 e nel 2005 era stata al primo posto e l'indice di riferimento di questa classifica è calato negli ultimi 4 anni da 3,1 a 2,5. Situazione diversa invece per Milano che vede il suo livello di inquinanti sostanzialmente costante in tutto il periodo analizzato.
La situazione è tale che nell'intera Europa, l'Italia occupa complessivamente il terzultimo posto, peggio di lei fanno solo la Grecia che fornisce performance simili (come del resto anche in economia) e la Bulgaria che invece è nettamente l’ultima della classe.
La notizia è passata letteralmente in sordina sia sui giornali cartacei che sui TG e questa volta anche sui maggiori siti di informazione online. Non c’è da stupirsi quindi se l’italiano medio non protesta e niente da stupirsi se le amministrazioni strozzate da debiti sempre più grandi conosco un solo modo di fare cassa: svendere la propria terra di solito per nuove edificazioni o nuove strade. Poco importa se poi ci sarà più inquinamento e meno piante e ripulire l’aria che respiriamo. E poco importa, questo è sicuro, se nella prossima classifica l’Italia sarà un altro gradino più in basso, tanto nessuno lo verrà mai sapere, o quasi… E quando finiranno i gradini?
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