di
Paolo Ermani
09-07-2012
Continuare a comprare automobili, sebbene l'Italia sia già un immenso garage. Questo l'invito che viene insistentemente rivolto ai consumatori per superare la crisi della Fiat. "Ma quali vantaggi reali offre al Paese l'azienda torinese? E, più in generale, perché per fare lavorare le persone dobbiamo produrre merci superflue e nocive per l’ambiente e le persone stesse?" Se lo chiede Paolo Ermani, presidente Paea, in questo provocatorio editoriale.
Gran dibattito sulla crisi della Fiat, orgoglio e vanto italiano. Affinché la Fiat non chiuda o non trasferisca i suoi santuari fuori dall’Italia, si dovrebbe continuare a comprare automobili a ritmo vertiginoso; e già siamo ai vertici mondiali come automobili procapite con seicento auto ogni mille abitanti.
Se domani per assurdo si vietasse di acquistare automobili nuove, con il solo usato che c’è a disposizione potremmo andare avanti per i prossimi decenni tranquillamente. Siamo già un immenso garage, ci sono più veicoli a motore che persone con la patente, fino a dove vogliamo arrivare per far piacere a Marchionne e ai suoi amici?
Un mercato così saturo non può che entrare in crisi ma nonostante ciò ci dicono che dobbiamo continuare a comprare automobili e ovunque ci martellano con pubblicità di automobili nuove e scintillanti che sprintano solitarie su paesaggi incantati e deserti, quando recentemente si è dimostrato che a causa del perenne traffico dantesco, la velocità media di un’automobile è quella delle carrozze a cavallo del ‘700.
Simpatico questo paragone, tra l’altro questa è proprio una delle critiche che vengono rivolte a chi parla di riduzione dei consumi e gli si dice (spesso schiumanti di rabbia) che se riducessimo i consumi ritorneremmo alle carrozze a cavallo, appunto. Ci siamo già tornati grazie proprio alla modernità, vanto del nostro sistema. Continuando così, sempre grazie alla modernità, è inevitabile il ritorno all’età della pietra.
Ma volendo anche trovare qualcosa di positivo, cosa sta facendo la Fiat di sensato? Vuole chiudere il suo unico stabilimento che costruisce mezzi per il trasporto pubblico, la Irisbus di Avellino. Non riprende nemmeno per sogno la possibilità di produrre sistemi di microcogenerazione da lei stessa sviluppati addirittura negli anni settanta. Non punta su automobili che abbiano bassissimi consumi, anzi fa il contrario, produce assurdi cassoni succhiacarburanti come la Freemont.
Ci continua a propinare auto di mezzo secolo fa come la 500, e meno male che siamo moderni.
A tutto ciò aggiungiamo la sua proverbiale capacità di sfruttare e ricattare contrattualmente i lavoratori. Parlare poi di un qualche suo impegno per l’ambiente è utopia pura dato che produce pervicacemente auto con motori di derivazione ottocentesca.
Una industria del genere quali vantaggi reali dà al paese? Non ci resta che sperare che emigri in massa al più presto negli USA o dove vuole. Orrore! Scandalo! Follia! E come faranno tutti i poveri operai e lavoratori della Fiat? Come faranno i mitici e combattivi operai della Fiom?
Qualcuno mi spieghi perché per fare lavorare le persone dobbiamo produrre merci superflue (visto che le automobili non sappiamo più dove metterle) e nocive per l’ambiente e le persone stesse. E questo quando ci sarebbero alternative a portata di mano da poter realizzare subito. Il futuro non è la Fiat, il futuro sono semmai altre imprese lungimiranti e serie che decideranno di produrre merci che tengono in reale considerazione lavoratori, persone e ambiente. Imprese in cui ha anche senso lavorare.
Più noi con il nostro lavoro sorreggeremo dei dinosauri e più la possibilità di un cambiamento sarà lontana. Lasciamoli quindi andare ad estinguersi nei loro luoghi deputati. Mezzi di trasporto pubblici di tutti i tipi, car sharing, car pooling, biciclette normali ed elettriche, auto elettriche, pattini, monopattini, politiche per l'andare a piedi, questi sono i settori da sviluppare e in questi settori c’è tanto da lavorare, così tanto che non ci basterebbero tutte le persone che oggi lavorano per il dinosauro Fiat. Marchionne non ci arriverà mai, il sindacato ci arriverà prima o poi?
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