L'Associazione "Energia per l'Italia" ha inviato una lettera aperta ai membri del Governo per chiedere che non si proceda verso un ritorno al nucleare. Intanto il ministro dell'Ambiente ha inserito l'opzione nucleare nel PNIEC (Piano Nazionale Energia e Clima) inviato a Bruxelles.
La lettera, sottoscritta da ricercatori ed esperti, critica l'ipotesi «che il nostro Paese possa produrre il 20% del fabbisogno della sua energia elettrica al 2050 tramite energia nucleare, 140 TWh, e nello specifico questa produzione dovrebbe avvenire tramite SMR (Small Modular Reactors)».
«Ottenere questo quantitativo richiederebbe l’installazione di almeno 17,5 GW di potenza ipotizzando che ciascun GW possa fornire 8 TWh. Questo corrisponde a un numero che varia da 11 a 18 reattori tradizionali di potenza 1-1,6 GW ciascuno - spiega l'associazione - Con l’opzione SMR, che è quella indicata, ipotizzando potenze di 100-300 MW il numero di reattori da installare potrebbe andare da 58 a 175. Questo numero così elevato di reattori, ciascuno dei quali richiederebbe uno specifico processo autorizzativo, dovrebbe essere istallato entro il 2050»
«Dall’inizio del millennio la nuova potenza installata nell’intera unione europea è di soli 3,2 GW (due soli reattori da 1,6 GW), ipotizzando che il reattore di Flamanville 3 possa essere avviato entro il 2024 - si legge nella lettera - Potrà realisticamente il nostro Paese da solo avviare nei prossimi 25 anni una quantità di potenza nucleare che è cinque volte tutta quella installata nell’intera Unione europea negli ultimi 25 anni? E per di più può farlo utilizzando una tecnologia come quella degli SMR che è ancora embrionale? Ricordiamo che il termine “modular” implica una produzione in serie, ma al momento siamo ancora a livello di prototipi: non è possibile prevedere se da questi prototipi si possa effettivamente giungere a una produzione su vasta scala. Inoltre, il nostro Paese ha oramai perso buona parte delle competenze tecnico-ingegneristiche per costruire nuovi reattori nucleari. E purtroppo, da decenni, non riesce nemmeno a individuare un sito ove costruire il deposito nazionale per i rifiuti radioattivi. Quanto altro tempo passerà solo per indicare un numero elevato di siti per le nuove centrali nucleari?».
«Mentre nel mondo l’installazione di nuova potenza nucleare procede a rilento e nel 2023 è calata di circa 0,6 GW a causa dei reattori dismessi, quella di fonti rinnovabili come eolico e fotovoltaico nello stesso anno è aumentata di ben 510 GW - prosegue la lettera - Oggi le tecnologie di accumulo (chimico e gravitazionale) sono in grande crescita. I nuovi avanzamenti tecnologici possono avere uno sviluppo significativo in tempi molto brevi. Ad esempio la Cina, che nel 2008 produceva energia elettrica da fotovoltaico per soli 100 TWh, in 15 anni è arrivata a produrne ben 580 TWh (dato 2023), sorpassando la produzione da nucleare (437 TWh), di cui al momento è leader mondiale».
Riguardo ai reattori di nuova generazione, l'associazione sottolinea come «si tratta di soluzioni note già dagli anni ’50 (reattori raffreddati a metalli fusi come sodio, piombo o la miscela eutettica piombo-bismuto) e che fino ad ora non hanno visto uno sviluppo significativo al di là dei prototipi. Appare difficile che questo sviluppo possa avvenire nei tempi brevi richiesti per la transizione ecologica. Ricordiamo che secondo i modelli sviluppati dall’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) per avere una possibilità di limitare il riscaldamento globale entro 1,5 °C è necessario che a livello mondiale si raggiunga il picco delle emissioni di CO2 entro il 2025, si attui una riduzione del 40% delle emissioni entro il 2030, si arrivi allo “zero netto” entro il 2050. È impossibile che il nucleare nel nostro Paese possa contribuire ai primi due obiettivi, e appare molto difficile che possa dare un contributo significativo al raggiungimento del terzo, soprattutto se si scegliesse una soluzione che di fatto non esiste ancora nel mondo dal punto di vista commerciale come gli SMR».
L'associazione chiede che vengano rivisti «gli scenari proposti nel PNIEC che prevedono l’impiego del nucleare, perché tali ipotesi, oltre a essere palesemente irrealizzabili, sottrarrebbero importanti risorse all’obiettivo della decarbonizzazione per il nostro Paese».
Oltre all’Associazione “Energia per l’Italia”, ecco chi ha già sottoscritto la lettera:
Nicola Armaroli, dirigente di ricerca Cnr Bologna;
Vincenzo Balzani, Professore Emerito Università di Bologna;
Ugo Bardi, Club di Roma, già docente di chimica, Università di Firenze;
Marco Bella, Professore Associato, Università di Roma La Sapienza;
Alessandra Bonoli, Professore Ordinario, Università di Bologna;
Enrico Bonatti, Geologia degli Oceani, Columbia University;
Marco Cervino, ricercatore Isac-Cnr, Bologna;
Enrico Gagliano, Docente a contratto Università degli Studi di Teramo;
Marco Giusti, Docente a contratto Università degli Studi di Verona;
Giulio Marchesini, Professore Ordinario “Alma Mater”, Università di Bologna;
Vittorio Marletto, Climatologo, Bologna;
Vanes Poluzzi, Dirigente Arpae Emilia-Romagna;
Mauro Romanelli, Biologo e ambientalista, Firenze;
Leonardo Setti, ricercatore Università di Bologna;
Michele Stortini, Fisico dell’atmosfera, Arpae;
Andrea Tilche, Docente di Tecnologie per la transizione energetica, Università di Bologna;
Margherita Venturi, Professore ordinario, Università di Bologna
Sottoscrivono altresì le seguenti persone:
Ciro Santoro, informatico, Ostuni.
Antonio Saullo, Reggio Emilia
Cesare Agnello
Claudio Rizzo, ex bancario e informatico
Ing. Stefano Galli, già Enea
Francesco Tutino – Area ricerca, innovazione, reti europee, Regione Emilia-Romagna
Mara Bettini, Brescia
Paolo Masserdotti, Dir. Gen. Chiari Servizi
Vittorio Nappi, Gestione Vettori Energetici, Bologna
M.Cristina Ceresa, giornalista
Paolo Galli, Greenplanner.it
Angelo Tartaglia, Senior Professor, Politecnico di Torino
Giuseppe Borghi
Cesare Gariglio, Comunità Energetica “Seiva”
Gabriele Bollini, presidente Associazione Analisti Ambientali
Giuseppe Lembo, Trinasolar
Roberto Romagnoli
Andrea Azzalin
Giuseppe Gamba, Kyoto club
Federica Stazi, insegnante di chimica
Giovanni D’Amico, elettrotecnico ed imprenditore
Andrea Boccarossa
Salvatore Barbera, Ingegnere Nucleare e Project Manager
Ing. Davide Piccinin, PhD, RENERIT
Costantino Cacchione, ex tecnico/ricercatore, Cento (Fe)
Alberto Rebucci, ex Dirigente Arpae ER, Ravenna
Arch. Francesco Paolo Mariani
Emilia Magnanini, già prof. ass. Università Ca’ Foscari di Venezia
Luca Dal Sillaro, cofondatore dell’associazione Ecoverso
Mauro Moretto – Esperto in Sostenibilità
Massimo Sassi, Parma
Stefano Croce
Simone Belardinelli, ingegnere
Carlo Costamagna, Cuneo
Valentina D’Alonzo, Eurac Research, Bolzano
Flavio Corradini, ingegnere automotive
Marco Ceruti, Presidente Cda Re-Solution Hub Srl
Paolo Redi, già professore associato Università di Firenze
Luca Baglioni, FARODA IMPIANTI SRL
Stefano Domenicali, Vice-President and Managing Director Ingeteam Italy
Massimo Stanzani, Progettista Architettonico, Bologna
Giaime Niccolai, Agronomo
Massimiliano Tarantino
Marco Lai, Ingegnere
Ascanio Vitale, ingegnere, imprenditore
Massimo Maggiaschi
Rudy Baccarani
Alberto Galli
Roberto Colonna, sanitario
Carlo Giallombardo, Energy & Climate Expert, Roma
Luca Granvillano
Giuseppe Miserotti, medico esperto ambiente e salute
Marco Rosi, ingegnere
Alessandro Benoldi
Claudio Puliti, chimico
Paolo Subiaco, ingegnere elettronico
Fabio Bernardini, ingegnere
Carlo Ballarini
Domenico Barone, Ingegnere
Beniamino Gioli, Dirigente di Ricerca Cnr
Piero Andreuccetti, Ingegnere Nucleare
Corrado Sanguineti, Chiavari (GE)
Gianni Catalfamo, Amministratore Delegato, onewedge.com
Vincenzo Certo
Lorenzo Rattazzi, Common Sense Dealer, Crabiz Srl SB
Michele Santagostino, DKC Europe srl
Matteo Massarenti, membro del consiglio direttivo di Tesla Owners Italia
Gian Marco Luberti, Tecnologo I.S.P.R.A.
Mirco Elena, fisico e divulgatore
Carmelo Castronovo, Collegno, Torino
Marco Montecchi, ricercatore Enea
Lorenzo Rovigatti, prof. Università di Roma la Sapienza
Giuseppe Castelnuovo, Piacenza
Stefano Ceccarelli, imprenditore chimico-farmaceutico
Alessandro Tagliati, Ferrara
Luciano Celi, 1° tecnologo CNR, presidente di ASPO Italia
Giovanni Marocchi, CEO Dragon Values Srl
Mario Tozzi, primo ricercatore, Cnr-Igag
Paolo Lega, fisico e ambientalista, Piacenza
Mario Grosso, Politecnico di Milano
Federico M. Butera, professore emerito, Politecnico di Milano
Fausto Tomei, modellista Arpae-Simc
Francesca Ventura, prof. associato, Università di Bologna
Luigi Pasotti, agrometeorologo, Regione Siciliana
Michele Saldina, Movimento Difesa Cittadino Aps
Fabio Roggiolani, co-fondatore Ecofuturo
Maurizio Buccarella, avvocato, ex senatore
Furio Barbetti, p.to ind.le, ex tecnico UniFirenze e ambientalista.