La campagna "Sbilanciamoci!" ha diffuso come ogni anno la sua “controfinanziaria”: l’analisi critica del disegno di legge di bilancio 2022 e una contromanovra a saldo zero con 105 proposte concrete e praticabili.
«Il nostro Rapporto 2022 contiene la Legge di Bilancio che vorremmo - scrivono da "Sbilanciamoci!" - 105 proposte per un valore complessivo di quasi 32 miliardi con l’obiettivo di imprimere un cambio di passo all’economia e alla spesa pubblica del paese. Il Rapporto esamina in dettaglio il Disegno di Legge di Bilancio 2022 del Governo, che manca di strategia e di coraggio, e che giudichiamo insufficiente, e delinea una manovra economica alternativa a saldo zero, articolata in sette aree chiave di analisi e intervento. Dal fisco alla finanza e agli enti locali, dalle politiche industriali al lavoro e al reddito, dall’istruzione e la cultura all’ambiente, dal welfare all’altraeconomia, passando per la pace e la cooperazione internazionale: proposte concrete, puntuali e praticabili da subito grazie alle quali superare la crisi e voltare pagina, per un’Italia in salute, giusta, sostenibile».
Ecco la scheda sintetica con le proposte di Sbilanciamoci!
«Un fisco equo e progressivo contro iniquità e diseguaglianze
Servono una svolta in politica fiscale e una netta discontinuità rispetto alle scelte del passato, che vengono sostanzialmente confermate nel DDL Bilancio 2022. Sbilanciamoci! chiede una riforma complessiva e organica del sistema fiscale fortemente redistributiva, incentrata sul principio di capacità contributiva e sulla progressività dell’imposizione. La proposta cardine di Sbilanciamoci! in materia fiscale riguarda una rimodulazione delle aliquote Irpef con la riduzione di un punto percentuale dell’aliquota sul I scaglione di reddito (fino a 15.000 euro) dal 23 al 22%, e sul II scaglione (dai 15.001 ai 28.000 euro) dal 27% al 26%; l’aumento dell’aliquota sul IV scaglione (dai 50.001 ai 75.000 euro) dal 41% al 44%, e dell’aliquota sul V scaglione (oltre i 75.000 euro) dal 43% al 47,5%; l’introduzione di un VI scaglione (tra i 100.000 e i 300.000 euro) con un’aliquota al 55% (modificando, dunque, il V scaglione che comprenderebbe dai 75.001 ai 100.000 euro di reddito); e infine, l’introduzione di un VII scaglione oltre i 300.000 euro di reddito con un’aliquota al 60%. Inoltre, quasi 750 milioni potrebbero essere recuperati con una maggiore imposizione sugli investimenti pubblicitari, una tassazione dei profitti del settore dei beni di lusso e l’introduzione di misure penalizzanti per il rilascio del porto d’armi. Per un serio contrasto a evasione ed elusione fiscale chiediamo infine un piano straordinario di accertamento e riscossione, oltre al rafforzamento dell’attuale Web Tax (entrate di 6 miliardi).
Lavoro e reddito per tutti, e una vera politica industriale
La politica industriale è la grande assente del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Con oltre 230 miliardi di risorse, il PNRR avrebbe dovuto rappresentare l’occasione per guidare il sistema produttivo nella direzione di uno sviluppo sostenibile e avanzato sul piano tecnologico. E, invece, nelle quasi 270 pagine del documento inviato a maggio alla Commissione Europea non si intravede una strategia in grado di integrare le diverse linee di azione e costruire un’agenda politica che dia priorità alla transizione ecologica e alla creazione di lavoro. Proponiamo pertanto di istituire un Fondo per la riconversione ecologica del sistema produttivo che – insieme ad un ambizioso “Piano per la transizione ecologica” – integri i fondi del PNRR, coordini le risorse già stanziate e assicuri un flusso di investimenti pubblici e privati duraturo in quest’area, in linea con gli obiettivi del Green Deal Europeo. A questo andrà associato anche un piano di incentivi per la formazione e la riqualificazione dei lavoratori: va da sé che l’investimento in formazione e la qualità del lavoro dovrebbero rappresentare un criterio rilevante nella concessione di finanziamenti pubblici alle imprese – anche e soprattutto nella scrittura dei bandi del PNRR. Chiediamo inoltre di rafforzare, con 1.000 milioni di euro, il sistema della ricerca e dell’innovazione. La transizione ecologica richiede importanti investimenti nell’innovazione e nella ricerca e sviluppo: oltre ad aumentare le risorse a disposizione della ricerca, è necessario non disperdere i fondi e promuovere avanzamenti in aree rivolte al miglioramento del benessere dei cittadini e alla tutela dell’ambiente. La ricerca pubblica e quella privata devono tenere conto delle conseguenze sociali delle tecnologie sul lavoro, l’ambiente, l’istruzione, la salute. La pandemia ha avuto e continuerà ad avere nel prossimo futuro un impatto devastante sul reddito degli italiani. È necessario superare gli aspetti discriminatori del Reddito di cittadinanza: il costo di questa misura è stimabile in circa 750 milioni di euro per il 2022. Inoltre chiediamo di modificare la scala di equivalenza del Reddito di cittadinanza. L’attuale misura utilizza infatti una scala di equivalenza, differente da quella Isee, che penalizza le famiglie numerose sia in termini di accesso al reddito – per i nuclei numerosi risulta molto difficile soddisfare il requisito di un reddito equivalente non superiore a 6.000 euro annui – sia in termini di importo erogato. Sbilanciamoci! propone di estendere l’utilizzo della scala di equivalenza Isee al calcolo dell’importo del Reddito di cittadinanza e al requisito di accesso relativo al reddito equivalente familiare, per un costo di 2.600 milioni di euro.
Un investimento consistente sull’istruzione
Oltre 8,6 miliardi per cultura, istruzione e ricerca pubbliche: a tanto ammonta il piano di investimenti che proponiamo. In particolare, oltre 2,7 miliardi sono destinati alla scuola per la promozione del diritto allo studio (libri, trasporti, lotta al digital divide, etc.), di interventi strutturali di edilizia scolastica (ristrutturazione, efficientamento, messa in sicurezza e abbattimento delle barriere architettoniche degli edifici, costruzione di palestre, aule, laboratori), dell’autonomia scolastica e di una radicale riformulazione dei Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (ex alternanza scuola-lavoro). Infine a costo 0 proponiamo anche la chiusura del progetto “Scuole sicure”, con il blocco di questo progetto e la destinazione dei fondi ad esso assegnati sia a progetti considerati più utili ai fini della prevenzione, sia a progetti sui temi della legalità e dell’antimafia. Chiediamo poi di assegnare 3,5 miliardi all’università per sostenere gli affitti degli studenti fuorisede e varare stanziamenti sulle residenze universitarie, per assicurare il superamento dell’accesso programmato ai corsi di laurea degli atenei e per integrare in modo sostanziale il Fondo di finanziamento ordinario e il Fondo per le esigenze emergenziali. In questo modo, è possibile compiere un primo passo decisivo verso l’auspicata gratuità delle università, con la garanzia di un vero diritto allo studio e la cancellazione delle tasse universitarie. Sbilanciamoci! propone inoltre di allocare oltre 2,4 miliardi al finanziamento del dottorato e dell’intero comparto della ricerca e reclutamento, con la stabilizzazione dei precari e il superamento dell’assegno di ricerca.
La vera emergenza è quella ambientale
Sbilanciamoci! intende affermare una visione e un piano d’azione che puntino in maniera decisa sulla transizione ecologica e la decarbonizzazione dell’economia, la lotta ai cambiamenti climatici e il contrasto del rischio idrogeologico, la tutela della biodiversità e del nostro patrimonio naturale. In particolare, proponiamo di avviare un programma capillare di piccole e medie opere pubbliche volto a migliorare la qualità della vita promuovendo occupazione e cura del territorio: a tal fine, chiediamo di destinare oltre 1,7 miliardi per la promozione e installazione di impianti fotovoltaici con accumulo, la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio residenziale pubblico, per rafforzare il sistema di ricerca e innovazione nel campo della transizione ecologica e anche il potenziamento dei controlli ambientali e sanitari. Inoltre, tali risorse dovrebbero andare a interventi di rigenerazione e riqualificazione urbana e di mitigazione dei cambiamenti climatici. È urgente promuovere misure di fiscalità ambientale: a tal proposito, chiediamo la progressiva cancellazione dei Sussidi Ambientalmente Dannosi, che ammontano a quasi 20 miliardi l’anno (con un’entrata per le casse pubbliche di 4 miliardi nel 2022) e la loro trasformazione, entro il 2025, in Sussidi Ambientalmente Favorevoli. Occorre inoltre sostenere i Comuni per la messa in sicurezza dei territori rispetto al dissesto idrogeologico e promuovere una seria lotta all’abusivismo edilizio. In campo energetico, proponiamo uno stanziamento di 200 milioni a favore degli impianti fotovoltaici e la riqualificazione energetica del patrimonio residenziale pubblico, dell’introduzione della rendicontazione dei cambiamenti climatici nelle politiche di investimento, della cancellazione di royalties e canoni per le trivellazioni offshore.
Welfare e solidarietà alla base del sistema sociale
Per migliorare il sistema dei servizi sociali chiediamo un piano di 20mila assunzioni tra assistenti sociali e domiciliari, educatori e psicologi in 5 anni, oltre a un intervento deciso per rafforzare l’assistenza semi-residenziale leggera e domiciliare rivolta agli anziani (540 milioni per coprire un bacino di utenza di 15mila anziani). In materia di politiche per la disabilità chiediamo di stanziare oltre 125 milioni per incrementare le dotazioni del Fondo nazionale per la non autosufficienza, per la creazione di un Fondo per la vita indipendente. In tema di sanità, proponiamo di integrare con oltre 690 milioni le risorse per il rafforzamento del Servizio sanitario nazionale. Chiediamo poi che oltre 300 milioni vadano all’implementazione dei servizi di assistenza domiciliare. Sul fronte delle migrazioni e dell’asilo, chiediamo la chiusura delle “navi quarantena” e la chiusura dei CPR. Chiediamo inoltre la chiusura dei Centri di Accoglienza Straordinaria (Cas) entro la fine del 2022 e il contestuale impegno di risorse per un sistema di accoglienza unico, pubblico, diffuso sul territorio e gestito dai Comuni. E proponiamo infine di dotare il paese di una nuova legge sulla cittadinanza e di un nuovo Piano nazionale contro il razzismo. Sul fronte delle politiche abitative, sono riprese le esecuzioni forzate degli sfratti senza che i comuni abbiano risorse e strumenti per intervenire. Si propone un intervento immediato che consenta ai comuni di poter prendere in locazione e/o acquistare gli alloggi liberi degli Enti Previdenziali Pubblici e di altri enti pubblici o privatizzati. Chiediamo misure urgenti al fine di garantire il passaggio da casa a casa, l’incremento del Fondo per la morosità incolpevole e del Fondo sociale per gli affitti (370 milioni). Il costo di tali misure può essere coperto introducendo una tassazione sugli immobili sfitti (400 milioni), misure di contrasto al canone nero (300 milioni), l’eliminazione della cedolare secca sul libero mercato (1 miliardo).
Capitolo carceri: proponiamo di incrementare le misure alternative alla detenzione e realizzare interventi di edilizia sociale che facilitino il ricorso a tali misure da parte dei più svantaggiati, insieme a un aumento dell’organico degli operatori civili nei penitenziari. Il costo complessivo di queste proposte, 700 milioni, potrebbe essere interamente finanziato dalla legalizzazione della cannabis e la depenalizzazione delle condotte meno gravi relative alle altre droghe, con effetti positivi anche sul sovraffollamento delle carceri.
Moratoria sulle spese militari 2022
Anche per il bilancio previsionale dello Stato per il 2022 continua la robusta crescita del budget per il Ministero della Difesa e della spesa militare complessiva. Le voci interne del Bilancio della Difesa vedono aumenti tra i 150 e i 200 milioni di euro per Marina Militare e Carabinieri, una flessione di 90 milioni per l’Aeronautica Militare e una sostanziale conferma del budget per l’Esercito.
Sbilanciamoci! propone di diminuire in modo netto le spese militari, con un risparmio di 5 miliardi sulla base di 4 misure: la riduzione del personale della difesa (750 milioni); il taglio degli stanziamenti diretti e dei finanziamenti pluriennali per l’acquisizione di nuovi sistemi d’arma (2 miliardi); il taglio dei programmi militari finanziati dal MISE (1 miliardo e 700 milioni); il ritiro delle nostre truppe dalle missioni militari all’estero con chiara proiezione armata in conflitti (500 milioni).
Una parte delle risorse così risparmiate potrebbe finanziare vere politiche di pace e cooperazione internazionale, con un potenziamento degli Aiuti Pubblici allo Sviluppo (640 milioni); con l’implementazione di una più larga sperimentazione dei Corpi Civili di Pace (50 milioni); con la riconversione a fini civili dell’industria a produzione militare (100 milioni) e di 20 servitù militari (100 milioni). Per quanto riguarda infine il Servizio Civile, chiediamo stanziamenti aggiuntivi pari a 100 milioni, e l’abrogazione dell’articolo 42 della legge di bilancio, che comporterebbe una entrata di 5 milioni.
Promuovere l’economia sociale, locale e solidale
Chiediamo che 50 milioni vadano ad istituire un Fondo per le Municipalità eco-equo-solidali. Sbilanciamoci! guarda infatti con interesse alle esperienze di città europee come Madrid, Barcellona, Amsterdam e Siviglia, che hanno elaborato piani di Sviluppo ed innovazione sociale locale mettendo al centro l’economia sociale e solidale come strategia per la costruzione di “eco-sistemi” urbani solidali e sostenibili allo stesso tempo. Auspichiamo poi uno stanziamento di 30 milioni per la riconversione cooperativa eco-equo-solidale di aziende in crisi, per cooperative di lavoratori interessate a forme di mutualismo e di tutela dei beni comuni, oltre che di riconversione eco-equo-solidale nel ciclo produttivo, studio di nuovi prodotti, catena di forniture, approvvigionamento energetico, riqualificazione di luoghi in disuso a fini produttivi. A questo si deve aggiungere la promozione dell’agricoltura sostenuta dalle comunità (10 milioni): un modello di organizzazione territoriale “alla pari” tra aziende agricole e consumatori attraverso il quale si decide insieme che cosa finanziare e produrre per l’annata in corso e quelle avvenire, sostenendo insieme gli investimenti e le rotazioni in una prospettiva agroecologica e di sovranità alimentare.
Dieci milioni dovrebbero andare a sostegno di una rete nazionale di Atenei cooperativi eco-equi. L’Ateneo Cooperativo è un’iniziativa, concepita come spazio di incontro, coordinamento, apprendimento e discussione, cooperazione e trasformazione sociale con principi comuni: giustizia sociale, democrazia diretta, deliberativa e partecipativa, decrescita e sostenibilità, equità e solidarietà. Chiediamo infine di finanziare il Fondo per il commercio equo e solidale (1 milione) e di adottare un Piano strategico nazionale per la piccola distribuzione organizzata (10 milioni), che valorizzi le filiere corte nell’approvvigionamento collettivo grazie all’implementazione di almeno 100 progetti pilota.