In qualsiasi progettualità in cui si debbano prendere decisioni, si utilizzano metodologie per raggiungere degli obiettivi. Le fasi preparatorie di una riunione, l’aver chiaro tutti i passaggi, sapere chi decide cosa, se tutti hanno le informazioni necessarie, sono degli elementi essenziali per una buona riuscita di un progetto. Ma se alcuni di questi elementi mancano, si possono creare problematiche che a volte fanno fallire i progetti, anche quelli animati dalle migliori intenzioni.
Prima di arrivare a conseguenze simili è preferibile provare a vedere se attraverso le metodologie della facilitazione si possono superare le difficoltà. Analizzando infatti le cause dei fallimenti si nota che spesso le problematiche che hanno portato al fallimento potevano essere risolte attraverso l’aiuto di un facilitatore, il cui ruolo non è quello di dare soluzioni ma di aiutare efficacemente il gruppo a trovarle, qualsiasi esse siano. L’importante è infatti far emergere le problematiche e capire quali sono i punti chiave su cui agire. Normalmente gli aspetti decisionali sono quelli che determinano maggiori problemi., più le decisioni sono condivise e le persone si sentono coinvolte e maggiori possibilità di successo si hanno. E’ preferibile impegnare un po’ più di tempo nel trovare le metodologie più coinvolgenti piuttosto che affrettare o imporre delle decisioni. Per aiutarsi nella giusta preparazione delle riunioni e nello scegliere le migliori metodologie decisionali, può essere molto utile il libro Guida pratica a facilitazione e metodo del consenso scritto da Beatrice Briggs, una delle facilitatrici con maggiore esperienza e conosciute a livello internazionale. L’introduzione e la traduzione del libro sono a cura di Lucilla Borio dell’ecovillaggio Torri Superiore. All’interno di questo semplice, chiaro e lineare libro ci sono molte indicazioni che dovrebbero essere bagaglio comune di qualsiasi gruppo si accinga a lavorare assieme.
Alcuni aspetti molto anglosassoni, come la puntualità, l’ordine, la precisione, la cura dei dettagli, darsi obiettivi chiari, anche se risulteranno ostici per la tipica mentalità italiana, saranno però di eccezionale aiuto. Quanto tempo infatti si perde in riunioni noiose, improduttive, non coinvolgenti, dove si ripetono spesso le cose e alla fine decidono sempre gli stessi? Per evitare ciò, il libro esplora altre forme decisionali che non quelle solite dove decide il capo o un gruppo ristretto e anche in alcune strutture tradizionali si sta verificando che coinvolgere maggiormente le persone porta vantaggi non indifferenti, oltre che un clima lavorativo migliore. Infatti, come scrive Beatrice Briggs, «la convinzione di base è che per cambiare lo stato delle cose è necessario utilizzare nuovi strumenti di analisi, ma anche di dialogo e confronto. Imparare a prendere decisioni partecipate e condivise, senza dividersi in maggioranza, senza spaccature e frustrazioni è una metodologia rivoluzionaria per rendere più efficaci le riunioni e motivare la partecipazione».