La Milano da bere dove si affoga fra costi e inquinamento

Milano, la capitale della finanza, della moda, della modernità italiana, meta ambita per chiunque voglia sentirsi “in” e al passo con i tempi. Questo quello che ci vogliono far credere le pubblicità di plastica e una narrativa che dire falsa è un eufemismo.

La Milano da bere dove si affoga fra costi e inquinamento

Milano, la capitale della finanza, della moda, della modernità italiana, meta ambita per chiunque voglia sentirsi “in” e al passo con i tempi. Questo quello che ci vogliono far credere le pubblicità di plastica e una narrativa che dire falsa è un eufemismo.
La Pianura Padana è uno dei luoghi più inquinati del pianeta e ormai lo sanno pure i sassi, quindi abitare a Milano è di per se una scelta consapevole che va contro la salute di se stessi e dei propri figli, con tutto quello che comporta in termini anche di costi sanitari. Ma questo è niente, visto che i costi da quelle parti sono pazzeschi e ci si chiede come si possa pensare di vivere in un contesto simile dove un “appartamento” di 14 metri mq (!?) può arrivare a costare 145 mila euro, uno da 15 mq 197 mila euro, mansarde di 32 mq al quinto piano senza ascensore a 195 mila euro oppure occasionissime di 30 mq per 280 mila euro o ancora un 35 mq regalato a 299 mila euro fino ad affari imperdibili con 40 mq per soli 420 mila euro. Questi sono alcuni degli annunci che senza alcuna vergogna vengono proposti al pubblico e se vengono proposti vuol dire che qualcuno se li compra. E non stiamo parlando di un appartamento sulla scalinata di Piazza di Spagna a Roma, all’ultimo piano della Torre di Pisa o sulla spiaggia della Costa Smeralda, ma di appartamenti situati in zone non certo di pregio artistico o dalla vista mozzafiato.
Leggere questi annunci è tragicomico, con sgabelli al posto delle sedie per non occupare troppo spazio, tavolini di 30 centimetri per mangiare sopra al letto dove si dorme, addirittura anche senza cucina e senza bagno.
Con follie simili che sono la punta dell’iceberg dell’assurdo, è ovvio che molte persone che vogliono cambiare vita e lavoro provengano da quelle parti. Non che in altre città si stia meglio o i costi siano più bassi, ma di certo Milano è il top, vive del marketing che fa di se stessa e c’è chi ci casca e pensa che abitare in contesti del genere sia un punto di arrivo invidiabile, per poi ben presto rendersi conto del pacco che gli hanno rifilato i pubblicitari.
Il paradosso è che come prima domanda che si fanno le persone quando vogliono cambiare vita e/o lavoro e magari andare via dalla città, si chiedono se avranno abbastanza soldi per sopravvivere oppure pensano che in campagna costi tutto tanto...
Ma basta fare un paragone con i prezzi folli che ci sono nelle città per capire che con 150 mila euro, con i quali a Milano si compra uno sgabuzzino invivibile e ridicolo, in qualsiasi paese o campagna non inflazionata si compra un appartamento o una casa vera e anche della terra dove coltivare. E la stessa cosa vale per gli affitti dove in qualsiasi grande città hanno costi esorbitanti e con lo stessa cifra del solo affitto, in un paese di campagna dove non è difficile trovare anche terra da coltivare in comodato d’uso, ci si campa tutto il mese.
Per finire, una simpatica annotazione: nel 1984, ben 40 anni fa, Renato Pozzetto interpretava "Il ragazzo di campagna", film senza pretese ma quanto mai premonitore. C’è una scena surreale del film ambientato proprio a Milano che sembra esattamente la pubblicità dei micro appartamenti citati sopra; incredibile la sua preveggenza di ciò che si sarebbe effettivamente verificato.
Nonostante nel film si dipinga la vita in campagna come dura e priva di interessi, popolata da ignoranti, il ragazzo di campagna che fa l’esperienza nella Milano da bere pensando di trovare la vera “vita”, alla fine se ne ritorna proprio da dove è venuto, felice e contento di farlo.
Stessa cosa che faranno molti italiani, perché il bluff pubblicitario delle tante Milano da bere ormai è svelato e vivere in loculi di 15 metri quadrati soffocati dall’inquinamento non ha nulla di umano.

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