La recente ennesima alluvione nel nord Italia ci dimostra ancora una volta la nostra cecità, ignoranza e stupidità. Gli ambientalisti sono spesso stati considerati dei rompiscatole, gente che è contro il progresso, come se occuparsi della casa in cui si vive sia anti progressista. Il vero progresso è proprio prendersi cura dell’ambiente, della nostra terra. Ma alla gente in genere non sono argomenti che interessano, lasciano fare, votano questo o quello e poi immancabilmente si piangono danni e lutti. Imperterriti si continua a cementificare e asfaltare l’impossibile malgrado ci siano milioni di edifici vuoti e strade ovunque. Si distruggono boschi, si coprono e intubano corsi d’acqua, si squadrano argini che diventano poi delle piste velocissime per l’acqua, si costruisce dove mai si dovrebbe costruire. Cosa ci si potrà aspettare dopo questi scellerati comportamenti?
Sapevano gestire molto meglio questi aspetti gli antichi, senza cellulari, droni o simili ma vivendo a stretto contatto con la natura la conoscevano. Ma noi siamo moderni e quindi non sappiamo gestire più niente che abbia a che vedere con la natura, proprio perché non la conosciamo più. Ci accorgiamo che esiste solo quando ci ricorda chi è la vera padrona e che trattarla male significa vedersi arrivare come risposta una violenza impressionante.
Eppure è assai singolare come con tutta la tecnologia che abbiamo non si riescano a evitare questi disastri, proprio mentre ci viene raccontata costantemente la favoletta che la tecnologia più è sofisticata e più ci aiuta. Invece non aiuta un bel niente se ogni volta stiamo qui a piangere ancora morti e danni da decenni a questa parte.
La tecnologia in mani senza scrupoli serve solo a fare profitti. E se si vive esclusivamente per il profitto, non importerà nulla della natura, quindi delle vite umane. Anche chi in teoria sarebbe preposto a evitare tragedie non ha veramente interesse a farlo, perché sotto sotto sa perfettamente che più tragedie ci sono e più si farà lavorare questo e quell’amico, questa e quella mega azienda che ripeteranno esattamente gli stessi errori e le stesse assurdità di prima, così ci sarà una nuova occasione per fare soldi e ancora e ancora, perché il Prodotto Interno Lordo deve crescere e le tragedie sono la panacea del PIL; infatti per dargli delle forti accelerate, si fanno apposta pure le guerre. PIL e vite umane sono in antitesi, non è un caso che siamo diventati tutti merce, cavie e carne da macello. Così assisteremo alle solite ipocrite dichiarazioni di cordoglio, le accuse a destra e sinistra, con il massimo della vergogna che si raggiunge quando la colpa la si dà alla natura e noi non possiamo farci nulla, quindi non è colpa di nessuno ma solo colpa degli eventi estremi, delle fatalità, del combinarsi di fattori. E come ciliegina sulla torta, alla fine immancabilmente si faranno le solite false promesse che ci si adopererà affinché non succeda più.
Tutte menzogne, non verrà risolto nulla, non interessa risolvere nulla, si continuerà a usare la natura come una latrina, ben sapendo che qualcuno prossimamente ne pagherà le conseguenze, fino a quando poi le conseguenze le pagheremo tutti definitivamente.
Solo una ripresa del controllo del territorio da parte direttamente delle persone in loco, l’unione delle loro forze e conoscenze, una riscoperta della saggezza e dell’osservazione, il sacro rispetto e quindi tutela della natura possono difendere anche persone e averi. E’ un suicidio delegare tutto a chi non ha nessun interesse e scopo di tutelare la vita delle persone.
Nei prossimi giorni è prevista pioggia a fiumi, come era inevitabile e prevedibile dopo mesi e mesi anche invernali di siccità. Altrettanto prevedibile conseguenza dei cambiamenti climatici opera diretta delle criminali azioni umane. E sono tutte informazioni che si sanno ormai da decenni. Ci saremo preparati? Lo si vedrà dalla conta di morti, feriti e danni, che si spera non sia così pesante, in attesa che prima o poi la saggezza popolare e l’intelligenza (se ancora ne rimane da qualche parte), prevalga sulle logiche di devastazione, rapina e profitto.