La politica parla del nulla mentre la gente continua a morire di catastrofe climatica e dissesto idrogeologico

Mentre i vari partiti di governo e finta opposizione parlamentare si accapigliano falsamente in una campagna elettorale ridicola (tanto poi faranno sostanzialmente le stesse politiche), la gente continua a morire di catastrofi climatiche e dissesto idrogeologico, come avvenuto nelle Marche con 11 morti e 2 dispersi.

La politica parla del nulla mentre la gente continua a morire di catastrofe climatica e dissesto idrogeologico

Mentre i vari partiti di governo e finta opposizione parlamentare si accapigliano falsamente in una campagna elettorale ridicola (tanto poi faranno sostanzialmente le stesse politiche), la gente continua a morire di catastrofi climatiche e dissesto idrogeologico, come avvenuto nelle Marche con 11 morti e 2 dispersi. Strano che non si sia a fatto nulla per salvare queste persone, perché negli ultimi due anni e mezzo ci hanno detto che facevano di tutto per salvaguardare la nostra salute ma ormai abbiamo capito molto bene che la catastrofe climatica, che è alla base di queste tragedie annunciate, non rientra sotto la voce: tutela della salute.
E ogni volta siamo qui a piangere morti che potevano benissimo essere evitate, se la politica si occupasse per davvero della tutela delle persone e se la speculazione edilizia non fosse la vera padrona dell’intero territorio italiano dove si costruisce comunque, ovunque e a qualsiasi costo, anche se abbiamo otto milioni di edifici e case vuote.
Le politiche (si fa per dire) idrogeologiche di regimentazione di fiumi e corsi d’acqua, di taglio indiscriminato di ogni albero e ciuffo d’erba, di cementificazione dell’impossibile, non fanno che creare autostrade velocissime per l’acqua, che ora arriva sempre più violenta e copiosa proprio a causa dei cambiamenti climatici.
Non ci vogliono scienziati per capire che dopo mesi e mesi di siccità la pioggia che arriverà sarà torrenziale. E c’erano mesi e mesi, anni e anni per prepararsi, ma non è nel Dna della politica pianificare, prevenire, tutelare.
E ogni volta dopo tragedie simili, si scatenano squallidi e ipocriti teatrini dove si sentono sempre gli stessi commenti, gli stessi scaricabarile, dove la colpa ovviamente non è mai di nessuno e quindi immancabilmente non si farà nulla fino alla prossima catastrofe.
Per evitare di nuovo queste tragedie è assolutamente illusorio pensare che la politica, che va a braccetto con i cementificatori e con le multinazionali dei combustibili fossili responsabili dei cambiamenti climatici, potrà mai fare qualcosa a livello nazionale.
Forse a livello locale qualche raro amministratore, che vede quotidianamente i propri concittadini in faccia, potrebbe anche fare il miracolo di agire con intelligenza ma sono vaghe speranze.
Essendo disastri che vengono da lontano ma poi si abbattono sul territori, è lì che si deve agire a livello di comunità, quindi con un controllo e tutela proprio dei territori, difendendoli da speculazioni, devastazioni ambientali e creando le condizioni per le quali tragedie del genere non si possano ripetere, anche con una attenta osservazione della conformazione delle varie zone per capire come agire. La natura non è una roba da sfruttare, maltrattare, trattare con logiche di profitto, per poi improvvisamente accorgersi, di fronte alle tragedie, che è sempre lei a comandare, non certo noi infinitamente meno intelligenti. Impariamo da chi ha qualche miliardo di anni di esperienza più di noi e agiamo di conseguenza, confidando anche in quegli anziani che hanno memoria e conoscenza profonda dei luoghi dove vivono da sempre. Si tuteli il territorio in maniera sacrale come è giusto che sia, perché viviamo in esso e se lo trattiamo male o peggio, farà la stessa medesima cosa con noi. Recuperiamo il senso e agiamo di conseguenza, anche per non piangere in continuazione morti assolutamente evitabili.

 

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