Nonostante il livello dei prodigi della tecnica e il “progresso”, la vita delle persone nei paesi ricchi, che potrebbero lavorare poco e godersela, non è un idillio. E per confondere le idee e far credere che ammazzarsi di lavoro e correre come matti è cosa buona e giusta, ci dicono che ora si vive più a lungo di prima grazie proprio a quei progressi tecnici che per contro ci stanno portando all’estinzione, visto il modo in cui stiamo riducendo il pianeta. Ma anche se la vita fosse più lunga, che vantaggio c’è quando è fatta di giornate fotocopie in cui l’una vale l’altra?
E oltre alla beffa del fatto che si vivono giornate fotocopia, in quelle giornate si corre, ci si stressa e non c’è mai tempo. La domanda allora sorge spontanea: se non c’è mai tempo, allora a che serve averlo guadagnato in lunghezza se lo si perde in intensità?
Gli scettici disfattisti obietteranno che bisogna lavorare tanto per mantenersi, che la vita è dura, che bisogna tribolare, se poi si ha una famiglia il compito è ancora più grave. Quindi c’è poco da divertirsi e le giornate vanno prese per quello che sono, cioè una specie di condanna, dove si passa dalle mura di una scuola, alle mura di un ufficio, alle mura di un ospizio in un attimo. Perciò anche se si muore a ottant'anni, è volato via tutto molto velocemente e senza particolari degni di nota.
Eppure si potrebbe vivere più lentamente e più profondamente per vivere in qualità e non in quantità. Come farlo? Non è difficile, basterebbe non credere a nessuno dei megafoni che ci propongono la vita del "lavora, produci, consuma e crepa", ma creare situazioni con ben altri valori e obiettivi che non quelli dell’acquisto di merci.
Per vivere dignitosamente non serve granchè, non servono cifre favolose ma bisogna ragionare con il proprio cervello e non con quello di altri, e trovare delle soluzioni che sono alla portata di tutti. Ad esempio non sprecare e ridurre tutte le spese indotte o superflue, mettersi insieme ad altri e trovare il modo migliore per aiutarsi, praticare l’autosufficienza alimentare ed energetica, fare un lavoro che abbia senso e utilità e che non sia nocivo per gli altri e l’ambiente. E se ci sono tante persone che tutto ciò già lo fanno, allora possiamo farlo anche noi.
Una volta realizzati questi passi, ci si accorgerà di come il tempo diventi più denso e sensato, laddove anche la contemplazione ha grande importanza, proprio quella contemplazione che, nel tempo della schizofrenia digitale, si pensa sia solo una perdita di tempo inutile e improduttiva perché qualsiasi attimo deve essere riempito da una scrollata di cellulare. Fermo restando poi spendere un mucchio di soldi per disintossicarsi dalla frenesia, magari qualche giorno all’anno per poi riprendere tutto daccapo e questo succede quando non c’è nessun vero piano di cambiamento ma solo esasperazione inframezzata da qualche leggerissimo ma costoso palliativo semi inutile.
Se vi interessa provare un percorso di liberazione del tempo e quindi per avere maggiori opportunità nella vostra esistenza, potete frequentare questa giornata che vi darà gli strumenti utili al vero e produttivo cambiamento, in uno dei posti più significativi dell’alternativa in pratica: il Parco delle Energie rinnovabili:
9 febbraio a Frattuccia di Guardea, Terni
Il corso propone soluzioni a livello sociale, economico, lavorativo e organizzativo per la costruzione di progettualità individuali e collettive che tendano alla prosperità, all’autosufficienza, al benessere, alla riduzione dei costi, al miglioramento della qualità della vita e alla tutela dell’ambiente.
Per realizzare questi obiettivi l’Italia ha grandissime potenzialità e ricchezze. Abbiamo le competenze, le capacità, la tecnologia, non ci manca nulla per avere una vita soddisfacente e fare diventare il nostro paese un giardino fiorito.
QUI IL PROGRAMMA COMPLETO E LE MODALITA' PER ISCRIVERSI