di
Paolo Ermani
10-01-2013
È stata lanciata da McDonald's la campagna pubblicitaria sulle assunzioni: l'azienda annuncia di voler creare tremila nuovi posti di lavoro in Italia nei prossimi tre anni. La Cgil contesta l'offerta della multinazionale americana sostenendo che si tratta di impieghi precari. Inquinamento, nocività del cibo venduto, sfruttamento degli animali e disboscamento dovrebbero essere però le principali questioni da considerare prima di decidere di entrare a far parte della più nota catena di fast food del mondo.
McDonald’s recentemente sta pubblicizzando l’intenzione di assumere tremila lavoratori nei prossimi tre anni e, sfruttando il momento di forte disoccupazione, cerca di fare bella figura agli occhi dell’opinione pubblica.
Il sindacato ha contestato la pubblicità dicendo che si tratta soprattutto di lavoro precario. Peccato però non porsi il problema e la questione più importante e cioè: lavorare per McDonald’s è positivo, è giusto? McDonald’s è una delle multinazionali più aggressive e inquinanti del pianeta. Per rifornirla di carne vengono uccisi milioni di animali ogni anno in un olocausto di dimensioni anche difficilmente immaginabili.
Per fare posto agli allevamenti vengono abbattute intere foreste e le emissioni di gas serra prodotte dalla combinazione di allevamento e disboscamento sono drammaticamente alte. A ciò si aggiunge il fatto che le popolazioni locali vengono private di risorse preziose. McDonald’s è stata oggetto di boicottaggi e proteste per il suo comportamento, ci sono addirittura film come Super Size Me che hanno dimostrato la nocività per la salute del cibo che vende.
Un libro anche esso poi diventato film, “Fast food nation”, ha aperto uno squarcio sul mondo relativo al fast food che è inquietante da vari punti di vista, dal trattamento dei lavoratori a quello degli animali, per non parlare poi delle intossicazioni come conseguenza del cibo fornito nei vari negozi in giro per il mondo.
Il cibo poi non è certo di qualità (lascio immaginare cosa mai potrà contenere un hamburger che costa solo un euro), non è biologico, arriva spesso da lontano e in ogni negozio della catena vengono prodotte montagne di imballaggi e rifiuti, perciò McDonald’s ha un'impronta ecologica spropositata. Quindi il fatto che i posti di lavoro siano precari o no è la questione meno importante, ben più importante è chiedersi se si può lavorare per un padrone macchiato pesantemente di sangue e inquinamento e che è l’esatto contrario dell’etica.
I danni a livello planetario che produce un'azienda del genere sono così ampi e distruttivi che mi auguro che nessuno risponda a quegli annunci di ricerca lavoro, sempre più persone rifiutino di lavorarci, l’intera catena chiuda e al massimo al suo posto aprano negozi che vendono biologico o prodotti locali.
Non si dica che in tempi di crisi non bisogna fare tanto i difficili perché più persone lavorano per soggetti simili e più la crisi globale aumenta. Nella mia vita ho fatto e faccio lavori ben più umili e pesanti di friggere patatine e il lavoro l’ho sempre trovato senza che ciò derivasse necessariamente dai miei studi o capacità professionali.
Da McDonald’s poi il trattamento economico/lavorativo non è certo meraviglioso ed è massima la flessibilità richiesta. Non sarà quindi così difficile trovare di meglio. Basta non scoraggiarsi, avere voglia di impegnarsi e trovare anche strade originali rispetto alle solite che ci propongono e che ci dicono siano le uniche da prendere in considerazione a danno di tutto e tutti.
Commenti