Circa da venticinque anni nei miei incontri pubblici, tra i vari argomenti, tratto il tema idrico ribadendo l’importanza dell’informazione e della formazione puntuale della cittadinanza, la riduzione degli sprechi, l'utilizzo di sistemi di recupero dell’acqua piovana, di limitatori di flusso, la fitodepurazione delle acque reflue con recupero idrico, il compost toilet cioè bagni a secco che non utilizzano acqua, diffusi anche in paesi come la civilissima Svezia. Il tutto viene ascoltato con scetticismo e commenti del tipo: “Figuriamoci se adesso noi dobbiamo fare come i nostri nonni, non si può mica tornare indietro”. Diffidate sempre di chi fa commenti simili perché continuando a credere nel progresso che asfalta qualsiasi cosa, ogni passo in avanti è un passo che ci avvicina al baratro. Infatti non si tratta di andare indietro ma semplicemente pensare e agire in modo sensato. Alcune cose che facevano i nostri nonni erano sensate? Facciamole anche noi.
Tra l’altro agire nel modo di cui sopra significherebbe anche economia e occupazione, una economia al servizio delle persone e ambiente e non l’esatto contrario come avviene attualmente.
La povertà e l’ignoranza di menti che non conoscono nemmeno l’abc di come si ottengono gli elementi essenziali per la nostra esistenza, acqua, cibo, energia, fa pensare che tanto la tecnologia ci salverà in qualche modo. Peccato che questa sia una tragica illusione. La tecnologia senza avere dei valori, senza le conoscenze e il rispetto sacro dei cicli naturali è una bomba atomica nelle mani di pazzi apprendisti stregoni.
Se si continua a sprecare, incendiare, inquinare a non preoccuparsi di nulla e di nessuno se non di se stessi, della crescita e di accumulare soldi e merci, alla fine arriverà a tutti il conto, anche a chi crede di essere nella parte sicura della barca, quella barca che quando affonda prima o poi trascina chiunque e non ci sono scialuppe di salvataggio o vie di uscita. E semmai ci si illuda ancora di essere al sicuro, i cambiamenti climatici stanno fugando ogni dubbio sul fatto che la barca è una sola per tutti.
In merito alla crisi idrica a Roma, sono tragicamente esilaranti le dichiarazioni di Zingaretti, presidente PD della Regione Lazio, che dà sostanzialmente la colpa a Trump che non riconosce l’effetto serra e i cambiamenti climatici provocati dall’azione umana; eppure lo stesso Zingaretti è esponente di un partito che con le sue sciagurate politiche potrebbe tranquillamente essere soprannominato Attila dell’ambiente, vista la sua protervia nella distruzione dello stesso. E non mi sembra di ricordare di aver assistito a nessuna seria incisiva opera di formazione, informazione e intervento sul risparmio idrico da parte della Regione che lui amministra, nonostante i grandi fondi a disposizione. Anzi il Lazio ha perdite nella rete idrica che arrivano a ben oltre il 40% quindi non c’è bisogno di arrivare a Trump per trovare i responsabili della mancanza di acqua ed è sufficiente che Zingaretti si guardi allo specchio.
Nella situazione specifica, pare che il lago di Bracciano, la cui interruzione di acqua a Roma creerebbe grandi disagi, fornisca circa l’otto per cento dell’acqua che servirebbe ai romani. Se si desse retta ai “nonni” e a chi propone soluzioni pratiche e sensate, mettendo in campo politiche di reale razionalizzazione idrica, si potrebbe velocemente non dipendere più da quell’otto per cento e anzi quella percentuale si supererebbe. E così il potere della Regione Lazio sulla città sarebbe minore e si farebbe un passo fondamentale verso la vera autonomia che è quella innanzitutto di garantire l’approvvigionamento di energia, cibo e acqua ai cittadini cercando di diminuire il più possibile la dipendenza dall’esterno. Non ce ne vogliano i fedeli della impossibile crescita infinita in un mondo dalle risorse finite e del “progresso” ma nei tempi che verranno i nostri nonni saranno sempre più di attualità.