Le sculture meccaniche che raccontano storie di vita

Si chiamano automata, sono piccole sculture meccaniche che raccontano piccole storie. E ne è nato un museo, grazie a Guido Accascina e alla moglie Marina Gigli. Siamo andati a trovarli.

Le sculture meccaniche che raccontano storie di vita

Il MAM, Modern Automata Museum,  nasce nel 2001 a Montopoli Sabina (RI) grazie a Guido Accascina, ingegnere e progettista di aquiloni, e a Marina Gigli, 65 e 56 anni, insieme nella condivisione di questa vera e propria passione per gli Automata, le piccole sculture meccaniche che, dice Guido, “raccontano storie e offrono una piccola visione del mondo in un giro di manovella”.

Ha sempre avuto questa passione, fin da piccolo? E cosa faceva prima di dedicarsi agli automata?

Sono un ingegnere e prima facevo il progettista di aquiloni. Non ho avuto la passione degli automata fin da bambino. Li ho scoperti per caso durante un viaggio a Londra nel 1987. Visitai il Cabaret Mechanical Theatre dove erano esposti automata di alcuni artisti come Paul Spooner, Keith Newstead, Neil Hardy e Peter Markey. Da quel momento mi sono appassionato e ho pensato di creare un Museo degli Automata in Italia, con opere degli stessi artisti.

Cosa sono esattamente gli automata?

Sono piccole sculture meccaniche in movimento, realizzate in cartoncino, legno o metallo o con materiali comuni o di recupero come plastica, carta, bambù, fogli di gomma. Sono un dispositivo di comunicazione innovativo fatto su misura dei bambini, facili da realizzare. I bambini ne sono entusiasti perché dopo averli ammirati possono scoprirne il funzionamento realizzandone uno con le loro mani.

Come sono composti?

Negli automata moderni la parte inferiore comprende gli elementi meccanici mentre la parte superiore è la parte artistica. Ogni partecipante, durante i corsi di costruzione, crea una serie di automi, uno per ogni sequenza della storia che vuole raccontare, dopo aver appreso in modo induttivo la modalità di funzionamento del meccanismo.

Quali e quanti automata si possono vedere all'interno del museo?

Al momento ce ne sono circa trecento, realizzati da artisti europei, americani e giapponesi. Cento di questi sono permanentemente all'interno del museo. Gli altri fanno parte delle mostre mobili e vengono esposti durante le mostre che realizziamo presso altre istituzioni culturali. Il museo è, inoltre, un centro di produzione artistica. Organizziamo corsi e laboratori, per adulti e bambini, sia in sede che presso scuole, altri musei o biblioteche.

Qual è l'obiettivo dei progetti che portate avanti e del museo stesso?

L'obiettivo del nostro museo è trasmettere ai ragazzi conoscenze letterarie, storiche, artistiche e scientifiche attraverso i corsi di costruzione, creando e raccontando storie i cui protagonisti vengono messi in movimento. Gli automi sono il mezzo attraverso il quale esplorare con creatività le arti visive, la letteratura e la meccanica. Attraverso di essi si offre al bambino un tipo di educazione basata sul gioco e sulla sperimentazione diretta.

Perché è importante che i bambini conoscano gli automata e il loro funzionamento?

La maggior parte dei bambini oggi non ha alcuna dimestichezza con i lavori manuali né ha esperienza di cosa sia la tecnologia e come funzioni, anche se ne sono circondati e la usano quotidianamente. La manualità e l'uso di semplici attrezzi non sono più parte delle normali abitudini delle famiglie e i bambini, quindi, sono spesso completamente ignari di come funzionino meccanismi anche molto semplici. Ce ne rendiamo conto durante i nostri corsi. Quando i bambini vengono a contatto con gli automata e provano a costruirne uno, si trovano necessariamente a riflettere su ciò che accade all'interno della scatola e utilizzando attrezzi a loro familiari come forbici, pinze, tappi, carta, cartoncino e legno sono portati a risolvere una serie di problemi di diversa complessità, migliorando sia la propria manualità che le competenze di scienze e matematica. E lo fanno in modo creativo, attivo e collaborativo. La costruzione di automata è utile  anche  per gli adulti, che trovano un modo innovativo per esprimere la loro creatività.

Come si svolge esattamente il processo costruttivo?

La costruzione di questi oggetti migliora diversi domini di competenze. Per realizzarne uno il bambino deve seguire una serie di attività che comportano vari processi di apprendimento. Facciamo un esempio: leggere, raccontare ed elaborare una storia, identificare i punti chiave della storia, identificare le immagini per raccontarla e definirne una sequenza ciclica, rappresentare i personaggi, i colori, le dimensioni, identificare i materiali, progettare l'automata, realizzarne la parte meccanica e assemblarla, testare il movimento e apportare eventuali modifiche e infine condividere la realizzazione con gli altri partecipanti ai corsi. Questo lavoro insegna e rafforza le sue competenze in matematica, arte, tecnologia oltre a stimolare l'iniziativa e la capacità di socializzazione.

Come viene proposto praticamente il corso?

All'inizio i ragazzi entrano nel museo e vedono gli automata in movimento. Questo momento significa varcare una porta per entrare in un mondo sconosciuto e magico. Poi invitiamo i ragazzi a osservarne il funzionamento. Quando ci spostiamo nella stanza dei corsi mostriamo un automata con il meccanismo celato e invitiamo i ragazzi a ipotizzarne il funzionamento in pratica, senza fornire spiegazioni.

Come reagiscono i ragazzi?

I ragazzi raccolgono la sfida, sono curiosi e attenti. Distribuiamo gli strumenti e i materiali, poi chiediamo loro di iniziare realizzando la scatola. Qui inizia la prima vera prova perché da un oggetto piatto devono immaginare la trasformazione di un oggetto tridimensionale. E' il primo passo per arrivare da soli alla soluzione di un problema. Questo dà loro fiducia ed entusiasmo.

E poi?

Poi il progetto di costruzione continua. Lasciamo che i ragazzi trovino le soluzioni da soli o in collaborazione, che si pongano domande e trovino da soli le risposte. I ragazzi imparano facendo, disegnando, progettando, sbagliando e modificando, agendo per tentativi ed errori con continui feedback. Tutti i partecipanti, a partire dai 7/8 anni in poi riescono a trovare le soluzioni ai problemi che via via si trovano davanti. Per ogni scena della storia verrà realizzato un automata e alla fine ogni ragazzo racconterà una storia mettendo in movimento i meccanismi.

Quali materiali vengono usati?

Per i personaggi e le scenografie, la varietà dei materiali è infinita. Si possono realizzare con materiale di recupero come i contenitori di carta e plastica che butteremmo nella spazzatura o che utilizziamo in casa, ritagli di stoffa, pezzi di legno, pongo, carta, cartapesta, lattine ritagliate, pezzi di tubi per idraulica. I materiali domestici vanno benissimo, sono economici e alla portata di tutti.

Che cosa significa realizzare corsi all'interno di un museo?

Il metodo d'insegnamento museale, dove arte, meccanica, fantasia e razionalità trovano un momento d'unione nella realizzazione degli automata, ha trovato riscontri positivi anche in ambito europeo, dove il progetto “Clohe” proposto dal museo in collaborazione con partner internazionali, trova attualmente applicazione in varie scuole europee.

Guido, questo è un mondo fantastico in cui l'ingegneria incontra la poesia. Possiamo parlare di “ingegneria poetica”?

Non so se si tratta di ingegneria poetica, ma sicuramente l’incontro di una parte meccanica e di una artistica, in certi casi diventa qualcosa di nuovo, con un fascino che ancora adesso, anche per me che faccio questo lavoro da anni, ha qualcosa di misterioso. E’ uno di quei casi ben descritti dal principio della Gestalt che recita che “il tutto è maggiore della somma delle parti”.

Come fare per partecipare ai corsi o venire a visitare il museo?

Basta contattarci attraverso il nostro sito www.modernautomatamuseum.com o per email a info@modernautomatamuseum.com.

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