E’ stato depositato oggi presso la Corte di Cassazione il titolo della Legge di Iniziativa popolare su cui poggerà la campagna per la “Difesa Civile non armata e nonviolenta”. La raccolta di firme per la legge di iniziativa popolare inizierà il 2 ottobre, in occasione della Giornata Internazionale della Nonviolenza. Il testo della proposta di legge sottolinea come si vogliano rafforzare percorsi concreti di pace, anche attraverso l’opzione fiscale che permetterà di scegliere quale modello di difesa sostenere. L’iniziativa popolare prevede un testo legislativo volto alla “Istituzione e modalità di finanziamento del Dipartimento della Difesa Civile non armata e nonviolenta”. Le reti promotrici sono: Tavolo Interventi Civili di Pace, Conferenza Nazionale Enti Servizio Civile, Forum Nazionale Servizio Civile, Campagna Sbilanciamoci, Rete della Pace, Rete Italiana per il Disarmo.
L’obiettivo è quello della costituzione di un Dipartimento che organizzi un modello di difesa civile utilizzando varie componenti oggi esistenti fra cui il Servizio civile, i Corpi civili di pace, la Protezione civile oltre ad un ipotizzato Istituto di ricerca su Pace e Disarmo. «Si tratta di dare finalmente concretezza a ciò che prefiguravano i Costituenti con il ripudio della guerra e che già oggi è previsto dalla legge e confermato dalla Corte Costituzionale – dicono i promotori - la possibilità di assolvere all’obbligo costituzionale dell’articolo 52 con una struttura di Difesa civile alternativa a quella prettamente militare, finanziata direttamente dai cittadini attraverso l'opzione fiscale in sede di dichiarazione dei redditi». «Dotarsi di strumenti di difesa civile e nonviolenta significa dare finalmente piena attuazione all'articolo 11 della nostra Costituzione assumendo come priorità il ripudio della guerra, la promozione attiva della pace e la garanzia dei diritti umani fondamentali», ha chiarito Grazia Naletto, portavoce di Sbilanciamoci.
«E’ una scelta chiara e di fondo, che pensa che il finanziamento di cacciabombardieri, sommergibili, portaerei e missioni di guerra lasci il nostro Paese indifeso dalle vere minacce che lo colpiscono rendendolo invece minaccioso agli occhi del mondo».
«Per costruire concretamente la pace non bastano belle idee ed intenzioni ma occorrono strutture e persone che possano impegnarsi quotidianamente in tal senso. In tale prospettiva si iscrive la nostra richiesta: chiediamo che il nostro Paese diventi pioniere nella creazione ed istituzionalizzazione di percorsi alternativi e più efficaci di realizzazione di obiettivi di Pace. Con la partecipazione diretta, anche fiscale, di tutte le cittadine e i cittadini italiani», spiega Francesco Vignarca, coordinatore Rete Italiana per il Disarmo.
«La proposta di istituire un Sistema nazionale di Difesa Civile, che affianchi quello militare, recepisce non soltanto il chiaro dettato costituzionale che pone in capo ad ogni cittadino il dovere di contribuire alla difesa della Patria, ma anche gli sforzi profusi in questi anni dal legislatore che, attraverso l'istituzione del Servizio Civile Nazionale e dei Corpi Civili di Pace, ha gettato le basi culturali e organizzative sulle quali costruire questo sistema», aggiunge Enrico Maria Borrelli, presidente del Forum Nazionale Servizio Civile. «Dalla tutela dell'ambiente alla protezione civile, dalla promozione culturale alla tutela dei diritti dei più deboli, il Sistema di Difesa Civile della Patria promuoverà l'insieme delle azioni e delle attività che le istituzioni, i cittadini e le loro organizzazioni potranno mettere in campo per contrastare le piaghe del disagio, dell'esclusione sociale e del degrado. Questa è la difesa della Patria di cui c'è oggi bisogno».
Nel testo di Legge di Iniziativa popolare viene previsto un finanziamento della nuova “Difesa civile” sostanziato attraverso l'introduzione di una “opzione fiscale”, cioè della possibilità per i cittadini, in sede di dichiarazione dei redditi, di destinare una certa quota alla difesa non armata, togliendola dai finanziamenti militari e per la armi.