di
Daniela Sciarra
22-02-2011
La legge sull'etichettatura è stata rispedita al mittente dalla Commissione Europea. Non in linea con la regolamentazione comunitaria e poco innovativa. Intanto, arriva la decisione della Commissione Ue di indicare in etichetta la provenienza per tutte le carni e non più solo di quelle bovine. Un concreto seppur piccolo passo a favore della trasparenza.
Ferma ai blocchi di partenza. È così che rischia di restare la normativa italiana che renderebbe obbligatoria l’etichettatura d’origine di tutti i prodotti alimentari, ma che non ha ancora trovato l’approvazione della Commissione europea. Troppo avanzata e per questo motivo non in linea con la regolamentazione comunitaria, eppure per il Ministro dell’Agricoltura Galan e per il presidente della commissione agricoltura del Parlamento Europeo bisogna avere fiducia ed essere ottimisti.
Alla bocciatura, “l’invito a non procedere”, da parte della Commissione europea, oggi fa seguito una notizia più positiva.
Il Consiglio dell’Agricoltura europeo, infatti, ha dato il via libera sulle nuove norme sull'etichettatura con un provvedimento, che dovrà passare all'esame del Parlamento europeo, che prevede l'estensione dell'obbligo di indicazione della provenienza a tutte le carni messe in commercio, obbligo che per ora è in vigore solo per le carni bovine.
“I cittadini europei potranno finalmente conoscere la provenienza di tutte le carni che consumano”, ha dichiarato il presidente della commissione agricoltura del Parlamento Europeo Paolo De Castro dopo l'ok all'etichettatura per le carni delle specie suina, ovina, caprina, e avicola.
È un segnale piccolo ma concreto che va nella direzione di assicurare ai consumatori la trasparenza e la sicurezza alimentare, in un periodo infinito di scandali alimentari e non ultimo proprio quello della carne alla diossina che ha colpito la Germania e indirettamente l’Europa.
Dopo il latte fresco, il pomodoro e l’olio, ora è il turno della carne. Ma la strada è ancora lunga da percorrere: il Consiglio Europeo non ha recepito l'obbligo d'indicare in etichetta la provenienza per tutti i prodotti agricoli introdotto dalla commissione agricoltura e recepito dall'aula di Strasburgo. Per Dario Dongo del Fattoalimentare.it non c’è nulla di cui stupirsi, visto che l’Unione Europea già in passato ha dimostrato lo stesso rifiuto alle proposte normative dell’Italia rispetto all’obbligo di indicare in etichetta l’origine delle materie prime dei prodotti alimentari. Anche in quest’occasione, infatti, la Commissione europea aveva considerato che c’era incompatibilità tra la normativa italiana e il regolamento europeo e per questo motivo diffidò l’Italia ad applicare la legge.
Rispetto all’etichettatura d’origine e alla sua approvazione a livello europeo, il ministro delle Politiche Agricole Giancarlo Galan si dice ottimista e convinto dell’apertura della Commissione europea.
“Abbiamo fatto qualche passo in avanti riguardo l'accettazione della nostra legge, e finché non sarà così ci batteremo”, ha affermato il ministro, invitando a “essere un po' meno pessimisti”.
“Ci sono sempre quelli che di fronte a una novità vedono più paure che opportunità”, ha continuato Galan, spiegando che la legge italiana è una legge quadro in cui non vengono specificate filiere e singoli prodotti, che dovranno invece fare successivamente parte di provvedimenti attuativi ad hoc. Per questo, ci sarebbero buone possibilità che la legge italiana riceva l’accordo della Ue.