Cina. La legge del figlio unico, tra violenza e propaganda di regime

Un nuovo rapporto di Women's Rights Without Frontiers denuncia le implicazioni della famigerata legge del figlio unico portata avanti con caparbietà dal governo cinese. Una norma basata su violenze e torture, dati taciuti e sofferenza che, unita alla pratica dell'infanticidio delle bambine, va ad intaccare in primo luogo la libertà e i diritti delle donne.

Cina. La legge del figlio unico, tra violenza e propaganda di regime
Quella demografica in Cina è una questione che spesso torna a far parlare di sé. In questo caso la affrontiamo prendendo spunto dalla denuncia sporta da Women's Rights Without Frontiers che porta alla ribalta dell’opinione pubblica tredici nuovi casi di interruzioni di gravidanza allo stadio avanzato dell’ottavo mese e mezzo. La pubblicazione del rapporto in cui le denunce sono evidenziate è avvenuta in contemporanea con l’intervento della presidente Reggie Littlejohn davanti alla Commissione presidenziale per gli affari esteri e per i diritti umani. Secondo l’informazione mediatica di Asia News le donne costrette ad abortire sarebbero state rapite dalla polizia e sottoposte a sterilizzazione, mentre i mariti sono stati percossi ed i parenti stretti puniti con il pagamento di multe e la demolizione delle proprie abitazioni. Sembra un clima pesante quello descritto dal canale asiatico che raccoglie numerose testimonianze, dalla donna che ha subìto un aborto forzato all’ottavo mese di gravidanza per aver concepito un figlio fuori delle quote stabilite dal controllo statale, alla donna costretta ad aborto forzato perché incinta di due gemelli. Segue una lunga teoria di donne sottoposte con la forza alla sterilizzazione, oppure all’impianto di strumenti anticoncezionali intrauterini. Indubbiamente, la cosiddetta legge del figlio unico in Cina, perpetrata con inaudita violenza a partire dalla fine degli anni Settanta, getta una luce inquietante sulle tematiche della mitigazione demografica e degli strumenti per limitare i rischi che un’esplosione demografica aggravata potrebbe comportare per il pianeta e per una nazione così popolosa come la stessa Cina. La propaganda di regime è fortemente votata all’esaltazione dello strumento legislativo al punto da zittire con altra violenza ed altre torture tutti gli attivisti che con vari mezzi denunciano i casi ed enfatizzare, per contro, quella via che, bloccando la vita a oltre 400 milioni di non nati, ha permesso alla nazione di raggiungere un così alto sviluppo economico. Intanto Women’s Rights Without Frontiers attraverso la Presidente Littlejohn continua la propria azione in difesa dei diritti delle donne (e dei diritti umani, per converso) e vuole dare sostegno a una nuova legge che non permetta l’entrata negli Stati Uniti ai cinesi che si sono macchiati di violazione dei diritti umani compresi coloro che in qualche modo hanno contribuito ad imporre la politica coercitiva cinese per la limitazione delle nascite. Il rapporto non si limita soltanto alla denuncia dei tredici casi, ma dimostra come la legge sul figlio unico, oltre a produrre aborti forzati, selezione ed eliminazione dei feti femminili, suicidi di molte donne, sia una vera e propria pratica volta alla violazione dei diritti umani. Lo snocciolare dei dati è una sorta di stillicidio: il rapporto elenca situazioni in cui feti di bambini sono stati trattati come 'immondizia medica' nel Guangdong e nell’est della Cina. Si registrano, poi, casi di donne rapite, svestite, bloccate nelle camere operatorie e sterilizzate. Nella città di Puning (Guangdong) sono state arrestate 1300 persone per una campagna di sterilizzazione. Il rapporto denuncia, inoltre, la cosiddetta pratica della 'implicazione', che prevede una vera e propria politica di persecuzione non solo per chiunque va contro la legge del figlio unico, ma anche per i suoi parenti. Così genitori, nonni, fratelli e sorelle, zii e zie, cugini, nipoti possono essere arrestati, multati e torturati, come è avvenuto nel 2008 a una famiglia del Fujian. La pratica dell’implicazione è forte anche verso i maschi. Il rapporto presenta un caso avvenuto nell’Henan, in cui il padre di un secondogenito ha subìto grave violenza da parte della polizia del family planning, riportando successivamente alle percosse una disabilità permanente. Il coinvolgimento degli uomini, tuttavia, non ha soltanto risvolti violenti, ma, molto più gravemente, ha delle ricadute sociali ed antropologiche molto forti. Tempo fa, tra il serio ed il faceto, i canali di informazione avevano diffuso la notizia che in Cina ci sono troppi scapoli. Il risvolto della medaglia è, però, decisamente più grottesco: 37 milioni di uomini sono senza mogli a causa dell’infanticidio di bambine che in Cina ha creato uno squilibrio imponente fra maschi e femmine. Con un seguito ancora più infausto: la tratta delle donne. Un commercio di donne e bambine provenienti da Myanmar, Vietnam, Laos, Mongolia, Russia, Nordcorea, Romania e lo Zimbabwe con lo scopo di riempire quel 'vuoto' generato dalla mancanza di donne cinesi. La politica della 'nazionalizzazione dell’utero' potrà anche servire alla mitigazione demografica; l’infanticidio delle bambine potrà anche rispondere a vecchie impostazioni tradizionali preconcette: ma la Cina farebbe bene a pensare che il processo di 'snellimento' demografico ad un certo punto si ferma e ne comincia un altro, che si chiama estinzione.

Commenti

Secondo me la legge sul figlio unico è giusta. Un mondo come il nostro che estrae 85 milioni di barili al giorno ha le capacità di mantenere molto più dei 6 miliardi di persone che attualmente abitano il nostro pianeta. Però siamo arrivati al massimo nell'estrazione di petrolio e adesso comincia a sentirsi la penuria di energia con conseguenze rilevanti quali una minore disponibilità di cibo che nei prossimi anni non basterà per sfamare 6 miliardi di persone. Semplicemente moriremo in tanti per fare collimare la disponibilità di energia con la popolazione. Se non ci fosse stata e non ci sarà la legge sul figlio unico la Cina avrebbe visto una moria dei suoi abitanti immensa, invece in questo modo i deceduti saranno in qualche modo limitati e anche le sofferenze relative. Ricordo che con bassa disponibilità energetica eravamo sulla terrà meno di un miliardo fino a pochi anni fa.
Sandro kensan, 12-10-2011 09:12

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