Lettera al Papa: «Le terre delle curie? Si coltivino senza pesticidi»

Sonia Savioli ha scritto una lettera aperta a Papa Francesco. L'argomento? I terreni delle Curie e l'enciclica Laudato Sì. Un appello scritto con il cuore.

Lettera al Papa: «Le terre delle curie? Si coltivino senza pesticidi»

Santo Padre, benché non sia cattolica mi si è allargato il cuore quando ho letto la sua enciclica "Laudato si'". Ho sperato che potesse sensibilizzare, attraverso la sua autorevole parola, credenti e non credenti, uomini e donne di buona volontà.

Io sono una di quelle gocce nel mare che cercano di fare del loro meglio per non lasciare via libera al degrado umano e ambientale; mi sono sempre sforzata, come tanti altri, di agire e di lottarre contro l'ingiustizia e la disuguaglianza, contro le guerre, contro lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo e dell'uomo sulla natura.

Per questo la sua parola è stata per me fonte di incoraggiamento e speranza. Oggi penso che il più grande rischio per l'umanità attuale sia quello di distruggere le stesse fonti della propria e altrui vita: aria, acqua, terra. Inoltre, penso che oggi la salvaguardia della natura e dell'ambiente sia la cartina di tornasole per distinguere una società di rapina, guerra, sfruttamento, da una società di uguaglianza e collaborazione: il rispetto della natura e di tutti gli esseri viventi è ormai evidente essere in contrasto con il capitalismo globalizzato e feroce, che imperversa su tutti i continenti e che vede ogni creatura come possibile merce.

La sua enciclica ha toccato tutti i punti dell'enorme problema che è oggi il rapporto tra l'economia e la cultura dominanti e la vita del pianeta, che è anche la vita degli esseri umani che lo abitano. Le bidonvilles del terzo mondo non esisterebbero se milioni di comunità contadine e di indigeni non fossero stati espropriati delle terre su cui vivevano in armonia con la natura. Oggi questo sta avvenendo anche in Etiopia, dove le multinazionali occidentali e gli arabo sauditi si appropriano delle terre fertili, mentre il governo deporta centinaia di migliaia di contadini e indigeni, bruciando i loro villaggi e uccidendo e violentando, ammassandoli poi in veri e propri campi di concentramento. Le loro foreste vengono distrutte, i campi inquinati dalle monocolture, i fiumi avvelenati dai pesticidi.

Io ho sempre visto la distruzione della natura e quella della società e dell'anima umana andare di pari passo, e ho sempre visto un'espressione del sacro nella natura e in tutte le sue creature, così come nelle comunità umane che vivono in pace e collaborazione. E mi sembra di aver ritrovato il mio pensiero e i miei sentimenti nella sua enciclica e nella tante citazioni di Conferenze Episcopali che essa contiene.

Sono stata felice di leggere dichiarazioni che mostrano una profonda sensibilità in alcuni settori della Chiesa Cattolica sia per quello che riguarda la natura sia per ciò che riguarda la giustizia sociale. La sua enciclica mi aiuta a non scoraggiarmi e a proseguire nella mia, se pur piccola e limitata, battaglia per un mondo e un'umanità migliori. Ed è in questo ambito che mi permetto di farle una modesta proposta.

So che in Italia la Chiesa Cattolica possiede molte terre, sparse qua e là assieme a pievi, abbazie, conventi. Penso che, se la Chiesa cominciasse a salvaguardare le proprie terre dal punto di vista ecologico, facendo coltivare i campi solo con i metodi di un'agricoltura biologica rispettosa dell'ambiente e della salute, evitando di far tagliare i boschi o facendo un taglio selettivo e non inteso soltanto a fare più soldi possibile con la legna, questo sarebbe, oltre che un grande risultato concreto, un formidabile esempio per tutti e in primo luogo per gli agricoltori.

E quest'idea mi è venuta proprio perché vivo con la mia famiglia in un piccolo podere confinante coi terreni della curia di Fiesole, nel comune di Gaiole in Chianti, e i boschi della curia stanno venendo tagliati da una ditta privata. Una di quelle "imprese forestali" che si stanno moltiplicando da quando i regolamenti regionali per il taglio dei boschi sono diventati molto più permissivi e le centrali a biomasse molto redditizie, e da quando inoltre il controllo è quasi inesistente (ora poi non esiste neanche più il Corpo Forestale dello Stato).

In Toscana, e non solo, si vedono interi pendii di colline quasi completamente pelati. Insomma, la nostra piccola Amazzonia.

Accorgerci che anche i bei boschi della curia, con le loro querce secolari, stavano facendo quella fine, è stato per noi un colpo al cuore. Tanto più mi è sembrato stridente il contrasto tra le parole della sua enciclica e le pratiche con cui sono gestiti i terreni della Chiesa.

So che il suo potere non è illimitato, non sono un'ingenua, e tuttavia ho sperato e spero che il suo pensiero e le sue azioni incoraggino e rafforzino la parte migliore della Chiesa Cattolica, influenzino quella più debole e più attirata dal pensiero dominante. Per questo mi permetto questo suggerimento.

Un'agricoltura pulita e naturale e la salvaguardia dei propri boschi credo siano alla portata di tutti gli agricoltori e di tutti quelli che si trovano ad essere i custodi di un pezzo di terra, che dovrebbero lasciare sano e florido a chi verrà dopo di loro. Eppure tutto questo è praticato ancora da pochi: la Chiesa con il suo esempio potrebbe fare la differenza.

Con affetto e con i più fervidi auguri per la sua salute e il suo operato.

Sonia Savioli

Commenti

Sonia, da sempre noi uomini abbiamo l'opportunità di scegliere come comportarci in virtù del libero arbitrio che ci contraddistingue all'interno della Creazione. Da sempre abbiamo necessità di bilanciare le pulsioni bene/assenza di bene (male) troppo spesso strumentalizzate dal potere temporale esercitato da chi si proclama mediatore tra gli uomini e il divino. La visione laica unita alla libertà identificata e vissuta come un valore imprescindibile ci aiuta a vivere attingendo all'attenta osservazione della Natura che quieta suggerisce a chi vuole ascoltare. La vera visione francescana figlia di un’impostazione eretica che fu oggetto di sterminio in tempi passati (ved. strage catari) oggi rivisitata dal mio piccolo punto di vista, prevede non tanto “combattere contro” ma lavorare a favore per dimostrare che i valori più alti che ci compendiano possono prevalere sulla brama di potere, di denaro che affossa le coscienze e obnubila le menti. Ispirarsi al bene, attingere dalla bellezza di tanti Universi di Perfezione e Armonia questa dovrebbe essere la vera ed unica preghiera che aiuta noi uomini a fare esperienza di Vita. Chi strumentalizza e lavora per mortificare le coscienze e rendere l’uomo dipendente e schiavo delle cosiddette dottrine con il palese scopo di assoggettare per fini di potere, lo fa facendo leva sul bisogno indotto di un soprannaturale che in realtà fa parte di noi, È dentro di noi. E per dottrina intendo non solo quelle religiose comunemente intese, ma anche quelle scientifiche che hanno dato spazio e sono state gestite nel corso del tempo - come anche ai nostri giorni – per saziare gli appetiti di persone inconsapevoli e bramose di predominio sul genere umano. La libertà, vissuta, compresa, alla luce dell’IO SONO, è Maestra. Sempre. Chiede il germoglio, che si affaccia al cielo al sole all'aria, il permesso per spuntare dal ramo vizzo all'arrivo della primavera? Chiede intercessione lo stormo che emigra maestoso e compatto? Chiede venia il vento prima di sfiorare i rami per trasportare il prezioso seme che in silenzio diverrà bosco? La meraviglia insita nella proporzione aurea che l’occhio puro avverte nella Bellezza in cui siamo immersi - e che ci rappresenta - ci racconta una storia di equilibrio e d’Amore senza fine. E allora “spuntiamo” alla Vita per raggiungere i più alti livelli di Conoscenza spargendo ovunque il seme della Saggezza per far attecchire la grande Bellezza ovunque, fuori e dentro di noi. Tu parli di distruzione dell’anima e ti appelli all'essere umano Bergoglio: in veste di rappresentante di un apparato di potere come pochi, altro non è che un ingranaggio del Sistema, pur con spunti come l’enciclica che a livello teorico potrebbero essere condivisibili. Ciò che è sempre servito, in passato e tanto più oggi, è la forza dell’esempio, il “lavorare per” e non “lavorare contro”. Una volta che il dio denaro e la volontà di prevaricazione hanno la meglio sui valori di condivisione e fratellanza, i risultati sono quelli che anche tu descrivi. Sbagliare è umano, come altrettanto è correggersi, con umiltà e voglia di ispirarsi al bene. Il peccato, visto come mortificazione di bene, non è uno stigma che necessita di un tiepido lavacro: è un passo per raggiungere la consapevolezza ovviamente indotto dalla necessaria reazione da parte di chi subisce. Finché ci saranno pochi al potere a pilotare masse di uomini indotti a credere e a subire senza fiatare che si accontentano dei 5 denari per uccidere e predare poco si farà. Reagire all'oppressione, fisica, materiale, spirituale, usando al meglio il nostro capitale fisico, materiale e spirituale deve essere diffuso incrementando fiducia e forza in quei valori che menti ottuse vogliono affossare. Chi non vuole acquisire la chiara visione della Vita e fa dipendere il suo ben-essere dal raggiungimento di bei materiali, denaro, potere spinto all'esasperazione va aiutato, con l’esempio come detto, a comprendere. I vari Organismi internazionali nonché gli Stati, devono imparare a prendere posizione nette e determinate al di là d’interessi e convenienze di parte. Chi decide di “irrorare” i nostri cieli con aerosol chimici, chi decide di disboscare per i propri interessi, chi decide di deportare masse di persone da un continente all'altro, chi viola l’Universo e le sue Leggi, VA FERMATO. Coloro che scelgono d’operare per il non bene sono in pochi, mentre noi Esseri Consapevoli siamo sempre di più. Affidiamoci all'Universo e alla sua Saggezza, meditiamo nella sua Quiete, agiamo con la sua Forza ispirati alle sue Leggi. Rifiutiamo di tesserare la mente a gruppi di manipolatori occulti pensando ci diano conforto, soluzioni e assoluzioni. Piantiamo ogni giorno semi nella Terra, calpestando con rispetto il Sacro Suolo, convinti che questa è la via come Jean Jono e il suo “L’uomo che piantava gli alberi” ha semplicemente suggerito in una breve ma incisiva allegoria la cui lettura consiglio a tutte le età. Ci vuole coraggio a vivere oggi inseguendo, contro la corrente qualunquistica, l’ideale di Libertà. Coraggio che è gioia, ricchezza, tensione verso quella Perfezione che solo intuisco, ma che so far parte di me. Non sono certa che la tua lettera arriverà a Bergoglio con la rete di filtri nel quale è immerso, ma a tanti in cammino serviranno le tue parole, il tuo grido di dolore e il tuo desiderio di fare qualcosa. Invito te e me stessa ad attingere alla Forza e alla Volontà Primigenia, ogni giorno, ogni istante, con umiltà. IO SONO. E anche tu, Sonia, come anche chi legge e condivide i pochi minuti insieme tra le righe in rete. Il seme continua a vivere. Ciascuno usi i propri talenti, le proprie capacità, la buona ricchezza per seminare nel mondo. E i frutti arriveranno quando sarà il tempo. Buona vita. Ornella
ornella canepa, 25-05-2017 01:25

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