La lezione che possiamo imparare dalla Grecia

Quali dinamiche scaturiranno dalle lotte e scelte popolari e dalle lotte e scelte politiche resta un’incognita, che solo i greci potranno chiarire, ma forse noi potremo imparare dalle loro scelte, vittorie o sconfitte, quale strada sarà giusto percorrere tutti insieme.

La lezione che possiamo imparare dalla Grecia

Negli ultimi mesi nella nazione ellenica si è verificato uno scontro politico e uno degli avvenimenti più importanti nell’immobile Europa. La Grecia è stata un banco di prova nello scontro titanico tra il capitalismo europeo e mondiale e le necessità e i diritti dei popoli e delle nazioni indipendenti. Per mesi televisioni, radio, giornali non hanno fatto che parlare di questo argomento, con toni diversi e a volte superficiali.

Quest’anno ho avuto modo di andare in Grecia e di starci a lungo, cercando di scoprire qualcosa di questa terra vicina a noi eppure così lontana. E credo di aver colto alcune sfumature e qualche pennellata più nitida.

Le tradizioni in questo paese, magico e trasandato, si sono tramandate e conservate più che altrove e tra esse la tradizione di accoglienza e tolleranza.

Mi ha stupito vedere e sentire come i greci siano appassionati dei balli tradizionali, a cui i giovani partecipano attivamente; mi ha stupito vedere i branchi di grossi cani randagi ben nutriti correre felici insieme ai ragazzini per le strade di Igoumenithsa o di Salonicco.

La Grecia è piena di contraddizioni e spesso suscita sentimenti contradditori. La si ama per la cordialità dei suoi abitanti, cordialità che si può trasformare in aperta e quasi eccentrica generosità.

Un esempio tra gli altri. Mentre facevo l’autostop, fui avvicinato da un signore sulla sessantina, il quale, dopo avermi chiesto dove dovevo andare, mi mise in mano un mazzetto di banconote, ben cento euro, perché prendessi un taxi. Al mio rifiuto ripetuto e al tentativo di restituirgliele, scappò via gridando: “Benvenuto in Grecia!”. Mentre io rimanevo come un fesso, basito in mezzo alla strada, coi cento euro in mano.

Altrettanto generosi i due ragazzi, poveri, che mi hanno ospitato nella loro modesta casa, consegnandomi il mazzo delle chiavi perché potessi andare e venire liberamente anche quando erano assenti.

Questi aspetti dell’anima greca suscitavano in me simpatia e affetto, spesso gratitudine, comunque comprensione.

Tutto ciò si accompagna con la pacatezza quasi rassegnata nell’affrontare la vita e le sue difficoltà: impossibile rinunciare a un lungo caffè oziando al tepore del sole. Spesso si spendono i pochi soldi sudati in amenità e divertimenti semplici, vivendo alla giornata o di espedienti.

Nel grande mercato di Salonicco, anziane signore logorate dalle fatiche della vita vendevano stecche di sigarette di contrabbando, mentre asciutte signore vestite dimessamente esponevano la mercanzia prodotta da orticelli e campi piuttosto magri. Le contrattazioni erano affascinanti ma denotavano la povertà di stipendi e pensioni, e ricordo benissimo una donna che per almeno dieci minuti ha tirato sul prezzo per qualche triglia da portare a casa. In compenso la sera si balla e si mangia nelle taverne disseminate in tutta la città, dove centinaia di ragazzi spendono i pochi spiccioli, guadagnati in giornate faticose, per sorsi di vino aspro e spiedini di carne. E risulta triste e strano vedere uomini di cinquant’anni che per quattro euro l’ora consegnano le pizze a domicilio, mentre accanto a loro sfrecciano giovani in auto truccate di grossa cilindrata. Molti si accontentano di passeggiare sul lungomare in una sorta di processione pomeridiana e serale, gustandosi il tramonto e la vista della città (gratis), mentre altri affollano i centri commerciali, le palestre, i centri estetici.

Insomma, una babele di stili di vita contradditori e stridenti, che convivono spesso fianco a fianco. Il tutto in un’atmosfera quasi sempre cordiale, permeata di allegria, voglia di discutere, confrontarsi, stare assieme, e così nelle vie e nelle piazze folle di giovani ascoltano gruppi musicali di strada, mentre uomini e donne riempiono le panchine e discutono di politica, di sport, o giocano a carte e a dama sotto un platano, vero albero simbolo del paese.

Nello stesso tempo saltano all’occhio problemi gravi e profondi che caratterizzano la società greca in maniera negativa, e tra questi il rapporto con l’ambiente. Ovunque si vedono rifiuti abbandonati, un degrado che cozza terribilmente con i magnifici paesaggi di mare e di montagna della Grecia. I rifiuti semplicemente si abbandonano dove capita e vi è un uso e uno spreco frenetico della plastica. Gran parte della popolazione è urbanizzata; dei dieci milioni di abitanti, sei vivono in sole due città, e il rapporto con la campagna e il millenario sapere contadino si sta lentamente offuscando.

In questi anni, però, un movimento ambientalista giovane e attivo sta crescendo e si sta diffondendo un po’ ovunque nella nazione.

La storia della Grecia, antica e recente, è un coacervo di incontri e scontri tra culture diverse, di antichissime civiltà, di invasioni e imperi sanguinari, di religioni diverse e contrastanti. Strato dopo strato hanno creato una cultura e una società nelle quali sono evidenti le contraddizioni, negative e positive; la fierezza e il servilismo, la volontà di riscatto e la rassegnazione, l’amore per la cultura e le tradizioni ancestrali e il loro abbandono totale.

Questo rende la Grecia una nazione difficilmente imbrigliabile, poco comprensibile per la rigida e coerente cultura mitteleuropea.

La patria di Omero è imprevedibile e, se la Grecia ha dato all’Europa una delle sue ultime dittature, oggi il suo popolo alza con coraggio la voce rifiutando i dettami dei poteri sovranazionali. Al referendum sulle misure di “austerità”, cioè di privatizzazione e di tagli ai servizi sociali e pubblici, i greci hanno risposto con un secco NO, pur avendo ben chiaro che si impegnavano in uno scontro titanico e la disparità delle forze in campo.

Ma la Grecia è anche una nazione politicamente litigiosa e con un ceto politico tendenzialmente corrompibile. Tutto questo mantiene la partita ancora aperta e promette sorprese, e ci invita a guardare al popolo greco con grande attenzione.

Quali dinamiche scaturiranno dalle lotte e scelte popolari e da quelle politiche resta un’incognita, che solo i greci potranno chiarire, ma forse noi potremo imparare dalle loro scelte, vittorie o sconfitte, quale strada sarà giusto percorrere tutti insieme.

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