Liberare la terra dalle macchine

La casa editrice Libreria Editrice Fiorentina produce da tempo libri di grande spessore, basti ricordare alcuni titoli come "La rivoluzione del filo di paglia" di Masanobu Fukuoka, "Villaggio e autonomia" di Gandhi o "Permacoltura" di Bill Mollison e David Holmgren. Una delle loro ultime uscite è il libro "Liberare la terra dalle macchine", che supporta gli agricoltori nella progettazione e produzione di macchine utili all’agroecologia.

Liberare la terra dalle macchine

La casa editrice Libreria Editrice Fiorentina produce da tempo libri di grande spessore, basti ricordare alcuni titoli come "La rivoluzione del filo di paglia" di Masanobu Fukuoka, "Villaggio e autonomia" di Gandhi o "Permacoltura" di Bill Mollison e David Holmgren. Una delle loro ultime uscite è il libro "Liberare la terra dalle macchine", a cura dell’Atelier Paysan, una cooperativa francese di contadini che supporta gli agricoltori nella progettazione e produzione di macchine utili all’agroecologia, per ritrovare una sovranità dal punto di vista tecnico. L’autonomia grazie all’aiuto reciproco e la riappropriazione delle conoscenze e del “saper fare” come risposta ai complessi agroindustriali che imperversano e fanno da predatori.
La loro analisi giunge in un periodo segnato dalle proteste degli agricoltori ed è quanto mai attuale. Ripercorrono storicamente il disastro agricolo avuto con l’industrializzazione, che ha praticamente fatto sparire i contadini e i lavoratori in agricoltura, ridotti a miseri punti percentuali in Francia (come in Italia), sostituiti da eserciti di trattori, diffusi ovunque senza che nessuno si sia posto alcuna domanda in merito e si sia chiesto se fosse una cosa intelligente o meno. Esattamente come procede il progresso, che prevede che qualsiasi innovazione venga accettata in quanto tale, non importa quali conseguenze negative possa avere o cosa possa comportare.
Con la distruzione dell’agricoltura contadina, il cibo è diventato esclusivamente merce e quindi ha dato il via anche alla formazione di un esercito di persone che alimenta un sistema burocratico mostruoso che asfissia con le sue assurde e folli regole, fatte solo per rendere la vita ancora più difficile a chi coltiva e non solo. Persone che non hanno mai visto un terreno, burocrati e politici di ogni tipo, dettano leggi e regolamenti di qualcosa di cui non hanno nemmeno la più pallida idea. E così decenni di industrializzazione del cibo hanno ottenuto risultati catastrofici da ogni punto di vista, nutrizionale, ambientale e sanitario. Inoltre hanno reso le società dipendenti da cibo di importazione, quando in passato si produceva molto di più per uso interno, in un paradosso per il quale quando si era “arretrati” si era più indipendenti di ora che siamo moderni. La chimica non ha fatto poi che dare il colpo di grazia a un settore che piuttosto che cibo produce veleni. I numeri della follia sono eclatanti, addirittura si arriva in Francia ad avere 2,2 trattori per imprenditore agricolo e sono mezzi che spesso costano cifre da capogiro che fanno indebitare in eterno coloro che li acquistano in una spirale di debiti con le banche che diventano le vere padrone dell’agricoltura attuale e le industrie petrolchimiche come le maggiori beneficiarie.
Interessante l'annotazione che fanno gli autori per la quale il prezzo degli alimenti, a forza di sovvenzioni all’agricoltura di tutti i tipi, viene tenuto basso per assicurarsi che non avvenga l’unica possibilità per cui le persone possano ribellarsi per davvero, ovvero la mancanza di cibo. Infatti la spesa delle persone per il cibo è assai bassa e nonostante ciò sempre più persone ricorrono agli aiuti alimentari che ovviamente non vengono fatti mancare dalle varie organizzazioni assistenziali, anche perché con tutto lo spreco che si genera, sarebbe assurdo avere milioni di persone nei paesi industrializzati senza cibo e potenzialmente pericolosi perché affamati. Assicurare il cibo a basso costo è propedeutico anche per liberare del denaro per comprare altro, che è l’obiettivo principale delle società della crescita infinita in un mondo dalle risorse finite. E non è certo un caso che il cosiddetto cibo spazzatura abbia invaso il mondo, dando l’impressione così di garantire l'accesso al cibo (a basso costo), con risultati catastrofici in fatto di salute, perché quello che si risparmia in cibo lo si paga in medicine e in ambiente avvelenato. Non sono quindi le macchine che garantiscono cibo sano per tutti, ma ben altre pratiche che suggeriscono gli autori, dando il loro contributo ed esperienza diretto a chi voglia realizzare delle attrezzature per una agricoltura a misura di contadino e non di agroindustria.
La parte più interessante del libro è quella in cui si descrive l’esperienza di un paesino di 3000 abitanti in Germania, Borgentreich, dove, fino agli anni Settanta inoltrati, il 95% della popolazione era costituito da contadini e artigiani che si scambiavano beni e servizi e dove il denaro aveva un ruolo secondario. Questo esempio eccezionale dimostra come quanto espresso nel libro L’orto autoirrigante, in cui si propone una economia leggera che si caratterizza su tre aspetti e cioè l’autoproduzione, lo scambio e infine la vendita, non sia affatto utopia ma un sistema assolutamente percorribile e già sperimentato. E l’ulteriore vantaggio di questo sistema di agricoltura leggera è che non presuppone di avere classi di agricoltori o di contadini ma di persone “normali” qualsiasi che possono coltivare semplicemente emancipandosi da poteri e capestri vari, diminuendo l’esigenza del denaro. Forse è il caso di provarci.

LETTURE UTILI

L'ORTO AUTOIRRIGANTE. COLTIVARE CON POCO LAVORO E POCA ACQUA IN CAMPAGNA E IN CITTA'

Gli orti autoirriganti sono un sistema innovativo, semplice, alla portata di tutti, necessitano di poco lavoro, un bassissimo apporto di acqua e la possibilità di coltivare anche senza suolo, quindi in città oltre che in campagna.

Indipendenza alimentare e risparmio idrico sono temi fondamentali e l’invenzione degli orti autoirriganti è una risposta efficace per chi vuole risparmiare soldi, aumentare la propria qualità della vita, essere autosufficiente, tutelare l’ambiente e mangiare cibo buono e sano.

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