In seguito alla denuncia degli studenti alla Lav e al Garante per gli animali del Comune di Milano, è stato licenziato il professore di biologia che sotto gli occhi dei suoi alunni uccise a martellate due conigli da sottoporre ad un esperimento 'scientifico'.
Alcuni mesi fa un fatto raccapricciante si svolgeva in un’aula dell’istituto tecnico industriale Ettore Molinari di Milano, dove un professore di biologia, Carlo Rando, durante un’esercitazione di laboratorio, per poter eseguire un esperimento a suo dire 'scientifico' si mise a prendere a martellate due conigli, dopo aver tentato invano di strangolarli a mani nude. L’obiettivo era evidentemente sopprimere le malcapitate creature per poterle utilizzare in uno dei tanti esperimenti didattici che era solito proporre ai suoi alunni.
La macabra e maldestra uccisione si svolgeva sotto gli occhi degli stessi ragazzi, tutti minorenni, molti dei quali, giustamente scossi da una scena tanto crudele quanto gratuita, ebbero reazioni di pianto, altri di rabbia e totale disapprovazione, altri ancora di sadico divertimento… Ma coloro che non condividevano un tale comportamento da parte del professore, ritenendolo tutt’altro che educativo, decisero di passare ai fatti e dopo aver riferito l’accaduto al Preside denunciarono il fatto al Garante per gli animali del comune di Milano, nonché alla Lav (Lega Antivivisezione), facendo loro pervenire una dettagliata relazione.
L’increscioso episodio, passato quasi in sordina all’epoca dei fatti, nell’ottobre scorso, viene diffuso dai media in questi giorni, dopo la conferma della notifica al Preside, da parte del Provveditore, del licenziamento in tronco del professor Rando, per aver violato l’articolo 544 del Codice Penale che punisce “Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie” stabilendo tra l’altro che la pena prevista è aumentata della metà se le lesioni cagionano la morte dell'animale.
Troppo spesso - soprattutto quando le vittime sono animali, privi di parola, del diritto voto e di qualunque potere economico - la legge rimane solo sulla carta, tanto che quando la si applica si grida all’esagerazione, e il colpevole viene a volte addirittura dipinto come parte lesa, ‘vittima’ dell’accanimento degli animalisti. La decisione non è però stata presa alla leggera e arriva dopo un’indagine durata mesi, nel corso della quale il professore oltre a non aver dato alcun segnale di pentimento pare non si preoccupasse nemmeno troppo in merito a una sua possibile condanna.
Parla il provveditore Giuliana Pupazzoni, che inviò all’istituto Molinari due ispettori a svolgere attente indagini, durate fino a metà novembre: “È stato fatto un rapporto accurato e approfondito abbiamo contestato i fatti al professore e l'abbiamo convocato per dargli la possibilità di difendersi. Non si è neppure presentato, preferendo inviare una memoria scritta”.
Il professore per difendersi ha optato per il mezzo televisivo. Invitato qualche giorno fa alla trasmissione Mattino Cinque, su Canale5, si è discolpato dicendo in sostanza di non aver avuto scelta: una volta constatato che due dei quattro conigli, acquistati come di consueto dal suo macellaio, erano inspiegabilmente ancora in vita si è visto costretto a finirli con i mezzi improvvisati.
Dopo aver cercato invano di strangolarli con le mani, li prese a pugni, ma visto che nemmeno questo si rilevò efficace, li finì con dei colpi secchi sul cranio assestati con un martello preso dalla cassetta degli attrezzi. La cosiddetta ‘necessità’, sostenuta dal prof. Rando, di sopprimere gli animali è tutta da dimostrare; anzi, già sembra arduo dimostrare quella di svolgere degli esperimenti su animali, benché già morti, vista l’esistenza di numerosi metodi alternativi applicati da tempo in moltissime Scuole e Università in tutto il mondo. Ricordiamo che in Italia il D.Lgs. del 1992, n 116 (che recepisce la direttiva CEE n 86/609/CEE) vieta la vivisezione e consente l'utilizzo di animali a fini sperimentali solo se “non sia possibile utilizzare altro metodo scientificamente valido, ragionevolmente e praticamente applicabile” ed evitando di arrecare inutili sofferenze.
Se nella scuola Molinari il laboratorio è stato autorizzato come luogo per svolgere simili esperimenti (su animali già morti e uccisi in altra sede ovviamente) non lo è sicuramente per sopprimerli, cosa ben diversa, soprattutto se l’uccisione avviene con quelle modalità e in presenza degli alunni.
Pertanto, nel momento in cui si è constatato che i conigli erano ancora vivi bisognava molto semplicemente rinunciare all’esperimento, rimandandolo ad altra data, oppure portarlo a termine esclusivamente sugli animali già morti e riconsegnare successivamente gli altri due al macellaio, magari con un rimprovero per la distrazione e il ‘lavoro’ fatto a metà.
D’altra parte qualche differenza dovrà pur esserci tra manipolare un animale da morto e vederlo massacrare a martellate, altrimenti le reazioni degli alunni non sarebbero state così nettamente differenti dal solito. Probabilmente il professore è rimasto deluso e stupito nel constatare che i suoi alunni, a differenza sua, sono dotati di una sensibilità verso le creature viventi. Probabilmente si aspettava l’impassibilità dei ragazzi di fronte al massacro in diretta, ma si è dovuto scontrare con la realtà: una classe che non accetta, anzi condanna, esibizioni da macellai come quella e che probabilmente apprezzerebbe molto, se solo le venissero proposte seriamente, le moderne metodologie alternative.
Nel 2011 è possibile avvalersi di modelli in 3D, filmati a risoluzione elevatissima che simulano alla perfezione la realtà, o altre tecnologie che non richiedono il sacrificio di esseri viventi. Sarebbe ora di evolversi sul serio adottando al più presto metodologie più civili.
L’utilizzo di animali per gli esperimenti, più o meno cruenti che siano, parte già da un presupposto sbagliato sotto il profilo etico, ossia che l’animale possa essere equiparato a un oggetto e la sua vita sacrificata anche per un banale esperimento in classe. Non può essere educativo un metodo scolastico che si avvale di simili pratiche; se apparentemente possono dare l’impressione di una conoscenza scientifica più approfondita perché più 'pratica', dall’altro minano fortemente alla considerazione che gli alunni sviluppano nei confronti degli animali.
Il rispetto di ogni essere vivente è basilare per la crescita dell’essere umano, per radicare nella coscienza il senso del rispetto della vita, sia essa di un animale sia essa di un essere umano. Assuefare i ragazzi a maneggiare una animale come un oggetto, a sezionarlo, a farlo a pezzi, non può essere educativo. Meno che mai può esserlo una scena di uccisione. “Verrà il tempo in cui l'uomo non dovrà più uccidere per mangiare, ed anche l'uccisione di un solo animale sarà considerato un grave delitto...”, diceva il grande Leonardo da Vinci.
Sulla vicenda si è espressa anche il sottosegretario alla Salute Francesca Martini: “È stata violata la legge 116 del 1992 ma la cosa ancora più grave è che questa violenza verso due animali è stata compiuta in un'istituzione pubblica, una scuola, un comportamento davvero indecente”.
Il licenziamento è stata la punizione per l’atto di aver ucciso degli animali in classe, evidentemente illegale, e non per la pratica di sperimentazione animale, ancora consentita, sebbene con molte limitazioni. Tuttavia le poche Scuole che in Italia ancora ricorrono alla pratica in questione dovrebbero chiedersi seriamente: “siamo veramente sicuri che non esiste un metodo alternativo all’uso di animali, che sia ‘scientificamente valido, ragionevolmente e praticamente applicabile’?” Magari esiste ma non viene adottato solo per pigrizia, o perché non si conosce.
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