di
Paolo Merlini
31-05-2012
Non riuscendo da qualche mese a viaggiare per le vie traverse del nostro Paese, Paolo Merlini ha deciso di condividere la sua 'lista dei desideri'.
“Ogni tanto prendo armi e bagagli e vado via: solo molto dopo capisco dove sono stato. Altre volte, come adesso, parto senza muovermi dalla mia stanza”
Francesco M. Cataluccio, Vado a vedere se di là è meglio
Ci sono periodi nei quali, nonostante i miei sforzi, non riesco a viaggiare per le vie traverse della nostra nazione. Apro il taccuino e vedo con disperazione che il mio ultimo viaggio risale al 19 gennaio: sono stato a Cirò (KR) e vi ho abbondantemente relazionato.
A febbraio mi hanno fermato le due settimane di nevone che sulla costa adriatica (dove abito io) hanno creato non pochi disagi, mentre a marzo, per dodici giorni ho combattuto con un’odiosa bronchite virale di certo proveniente dall’asilo di mio figlio piccolo. Non so, sarà la crisi, ma per sbarcare il lunario sono costretto ad impegnarmi di più anche sul lavoro… e il tempo passa, le mamme imbiancano e siamo già a metà primavera.
Come dice Cataluccio, mi accontento di partire “senza muovermi dalla mia stanza” e grazie al suo libro, che vi suggerisco, ci si riesce benissimo: poi quando vado a letto, prima di addormentarmi, scandaglio la mia 'lista dei desideri' auspicando di 'sognarmi in viaggio'.
Parto sempre da Trieste di mattina presto col bus della SAF delle 6.40 per Udine – Tolmezzo – Sappada – San Candido (18.95 costa il biglietto di sola andata). Il bus, tutti i giorni, lascia la magica autostazione di Trieste che, come sapranno i miei lettori più affezionati, per me è come la Basilica di San Pietro in Vaticano per un cattolico praticante.
È un bus che ti fa viaggiare per le strade di montagna e mentre mi rigiro tra le coperte ripeto come un mantra lo slogan della SAF per questa corsa: “Sali in corriera e sei già in vacanza”. Poi ancora: “... il comprensorio di Sappada, in due-tre ore di viaggio, da Trieste e da Udine, con la soddisfazione di godere il panorama, anticipando di fatto la propria vacanza”.
Mi giro su un fianco e sono a Genova in piazza Verdi una bella mattina di primavera. Aspetto il bus dell’ ATP per Ottone (PC) in Alta Val Trebbia. Due ore di salita poi la coincidenza col bus della Tempi, una lunga sosta nella bella Bobbio e poi giù fino a Piacenza.
Se ancora non ho preso sonno, calo l’asso nella manica: il Passo dello Spluga. Eccomi a Chiavenna (SO) sul piazzale della stazione ferroviaria ad aspettare il mio bus della STPS delle 7.50 che sale a Madesimo e poi ancora al Passo dello Spluga per arrivare a Splugen, nel cantone dei Grigioni, alle 9.40.
Ho scoperto che la mia amata marchigiana RomaMarchelinee ha aperto una linea giornaliera tra la mia regione e Potenza. In pratica, sotto casa mia posso prendere il bus alle 6.35 e alle 14.20 sono a Potenza, Via Zara - Terminal B.
Dice: “Ma che ci vai a fare a Potenza?”. Che ci vado a fare a Potenza? A parte che è una città molto accogliente, ma poi alle 18.00 posso prendere il bus per la Val d’Agri e raggiungere per cena Senise (PZ). Poi l’indomani, la corsa SitaSud Basilicata 107 delle 10.00 mi porta giù per Terranova del Pollino (PZ) che è già all’interno dell’omonimo Parco nazionale.
Tra gli autobus che ho perso questa primavera c’è il mitico SAIS trisettimanale Milano – Messina – Catania.
Mi fa impazzire il fatto che tre volte alla settimana questo bus fa fermata a quattro chilometri da casa mia e io ancora non ci sono mai salito…
Quanto dolore c’ho dentro!
Voi intanto partite.