di
Andrea Degl'Innocenti
12-10-2012
Mentre in 17 paesi si celebra la "Settimana Europea per la Custodia del Territorio", e la campagna "Salviamo il paesaggio" raccoglie sempre più consensi, in Lombardia si prova un ultimo blitz prima del possibile scioglimento della giunta: approvare una legge che permette di edificare le zone limitrofe agli svincoli autostradali.
La Regione Lombardia potrebbe essere sul punto di sciogliersi, per via dello scandalo corruzione che ha investito il Pirellone con l’arresto dell’assessore Zambetti, accusato di aver comprato voti dalla ‘ndrangheta. Ciononostante la giunta Formigoni raccoglie le forze per tentare un ultimo guizzo: l'approvazione della legge 146 bis, che facilita la cementificazione negli svincoli stradali.
E pensare che è appena terminata la “Settimana Europea per la Custodia del Territorio”, dal 28 settembre al 7 ottobre, per la quale sono state messe in atto oltre 300 iniziative in 17 paesi d'Europa differenti. E che neppure un mese fa persino il Presidente del consiglio Mario Monti aveva messo in guardia gli italiani contro il pericolo del consumo di suolo: “Negli ultimi 40 anni è stata cementificata un'area pari all'estensione di Lombardia, Liguria ed Emilia Romagna: un fenomeno di proporzioni sempre più preoccupanti”.
Poco importa se riscuotono un successo sempre maggiore campagne come quella di “Salviamo il paesaggio”, a testimonianza della crescente sensibilità degli italiani verso il proprio territorio, e se a Milano “ci sono tanti appartamenti vuoti da assorbire la crescita della città per i prossimi vent'anni”, parola di Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia.
La giunta Formigoni continua dritta per la sua strada, e se non riuscirà a portare a termine l'operazione sarà solo per via dello scandalo recentemente emerso. La legge in discussione si propone di modificare la legge numero 9 del 2001 con l'obiettivo dichiarato di rendere edificabili le aree limitrofe agli svincoli autostradali.
Lo scopo è presto detto. Quando si realizzano grandi opere come le autostrade in genere si utilizza come modello di finanziamento il project financing, un metodo piuttosto discusso che spesso finisce per far ricadere i passivi sulle casse statali, dunque sui contribuenti, e gli attivi nelle tasche degli investitori privati.
I privati sono tenuti, se non altro, ad assumersi il rischio della gestione. Leggi come quella lombarda cercano di ridurre drasticamente persino il rischio di gestione. Prendiamo un'autostrada: il cosiddetto “piano di rientro” dovrà valutare soprattutto la domanda di traffico per quella tratta particolare, visto che le entrate, in questo caso, sono legate al pagamento del pedaggio da parte degli automobilisti.
Ma se permettiamo ai gestori dell'autostrada di edificare nelle aree degli svincoli, gli forniamo nuove opportunità. Come fa notare il Fatto Quotidiano, c'è il rischio che nuove autostrade vengano costruite solo per aumentare il valore del terreno sottostante, reso edificabile, oppure che si realizzino tratte che conducono direttamente a centri commerciali (non calcolando la domanda di traffico esistente ma creandola).
L'idea di rendere edificabili i terreni autostradali in realtà non è una trovata della giunta Formigoni. Infatti era già prevista nella cosiddetta Legge Obiettivo varata dal governo Berlusconi nel 2001. La proposta si è rivelatò allora un fiasco a livello nazionale, ma il Pirellone vuole provare a rilanciarla a livello regionale sperando di attrarre maggiori investimenti. Come spiega al Fatto Quotidiano Di Simine, “Questa legge non è una novità in Lombardia, era già stata introdotta per le grandi autostrade previste dalla Legge Obiettivo e fortunatamente ha fatto fiasco, perché i capitali da investire sono ingenti, ma il rischio che si scateni una corsa al consumo di territorio c’è”.
I recenti scandali che hanno fatto emergere i legami della giunta con la 'ndrangheta gettano poi ombre ancora più pesanti sulla legge. Le grandi opere sono infatti uno dei metodi più comuni per riciclare il denaro da parte delle mafie. Facilitare nuove costruzioni significa anche fornire nuove opportunità di riciclaggio.