"Lucha y Siesta" è un progetto di contrasto alla violenza maschile su donne e minori che fornisce accoglienza, sostiene la fuoriuscita dalla violenza e l’autodeterminazione. È un modello di cittadinanza attiva, un esempio di solidarietà sociale e una proposta civile e culturale; che oggi rischia di chiudere.
Il gruppo che lo porta avanti ha avviato un crowdfunding a cui tutti possono partecipare per aiutare questo progetto a non tramontare: «Compriamo insieme il nostro stabile, potete aiutarci tutti, possiamo salvare dal basso la solidarietà» dicono le promotrici.
La storia
«L’8 marzo 2008, a Roma, un gruppo di donne ha liberato e restituito alla comunità un palazzetto di proprietà di Atac spa, abbandonato da tempo e abitato solo da topi e piccioni - scrivono le promotrici raccontando il loro progetto sulla piattaforma del crowdfunding - Da quel momento quel palazzetto è diventat la Casa delle Donne Lucha y Siesta, un luogo materiale e simbolico di autodeterminazione delle donne, un progetto politico femminista, un punto di incontro tra casa rifugio, casa di semiautonomia e centro antiviolenza».
«Lucha y Siesta adesso è in pericolo. L’immobile che abbiamo strappato all’abbandono - dicono dal gruppo - che da undici anni viviamo e sosteniamo, fa parte del Piano di concordato, quindi è uno dei luoghi messi in vendita per pagare la mala gestione di Atac e fare cassa sulla pelle delle donne. Se Lucha y Siesta è in vendita, compriamola insieme».
I risultati
In questi 11 anni Lucha y Siesta ha accolto 142 donne con 62 minori e ne ha sostenute 1200. «Seppure non tutto il lavoro sia monetizzato né monetizzabile, il valore prodotto con il lavoro volontario e militante delle donne di Lucha y Siesta è quantificabile e ha fatto risparmiare all’amministrazione capitolina circa 6 milioni e 776.586 euro» dicono le promotrici.
Inserita nel quartiere Tuscolano, il più popoloso della Capitale, Lucha y Siesta rappresenta un modello di cittadinanza attiva, un esempio di solidarietà sociale e una proposta civile e culturale che va ben oltre la missione antiviolenza.
Hanno aderito moltissime persone e associazioni. Ne è presidente la filosofa Federica Giardini mentre Lea Melandri è la Presidente onoraria. Molti artisti, tra cui Lorenzo Ceccotti, Frad, Hogre, Maicol&Mirco, Leo Ortolani, Rita Petruccioli, Sio, Zerocalcare, Silvia Ziche, e tanti altri, hanno aderito o sostengono il progetto.
Tra le oltre 50 realtà hanno aderito: Action Aid, Arci Roma, Armillaria Edizioni, Arf Festival del fumetto, Associazione Culturale Eduraduno, Associazione Famiglie Arcobaleno, BeFree Cooperativa, Casa Internazionale delle Donne, CHAYN Italia, Cinecittà Bene Comune, Circolo di cultura Omosessuale Mario Mieli, Cittadini del Mondo, D.i.Re. (Donne in rete contro la violenza), DWF, Edizioni Tlon, Fondazione Finanza Etica, Fondazione PANGEA onlus, LIBERA, Medecins du Monde, UDI (Unione Donne Italia), S.C.O.S.S.E.
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