In omeopatia, esistono diversi luoghi comuni che è importante sfatare. Ce ne parla il Dott. Edoardo Felisi, pneumologo, esperto e docente di omeopatia.
Sui giornali, in rete, alla radio è sempre più frequente leggere e ascoltare notizie dedicate alle cure omeopatiche, anche se purtroppo non sempre la comunicazione a riguardo è corretta. A volte infatti all’omeopatia si associano dei “luoghi comuni”, che è opportuno sfatare per evitare di creare confusione nel pubblico su un argomento di per sé già complesso. Gli errori più comuni riguardano ad esempio la terminologia. A volte gli omeopatici vengono definiti “rimedi”, termine che richiama alla mente preparati dal contenuto misterioso, non necessariamente di natura medica. Al contrario gli omeopatici sono medicinali a tutti gli effetti: lo Stato Italiano ne ha infatti ufficialmente riconosciuto lo status con il D. Lgs. 219/2006.
Un altro luogo comune molto diffuso è che l’omeopatia sia una medicina “alternativa” a quella tradizionale: la medicina è in realtà una sola, ed è costituita da tre fasi: diagnosi, prognosi e terapia. L’omeopatia si integra in tutte queste fasi ed è una delle possibili terapie che medici e farmacisti possono utilizzare nella propria pratica quotidiana, prescrivendo medicinali omeopatici e tradizionali a seconda della patologia del paziente. L’assenza di interazioni note è infatti uno dei vantaggi dei medicinali omeopatici, ai quali si può ricorrere anche in associazione ad altri farmaci, con i quali essi hanno sovente un effetto sinergico: una ragione in più per percorrere la strada dell’integrazione.
Si tende poi a confondere l’omeopatia con la fitoterapia, quasi fossero la stessa cosa. In realtà, la fitoterapia è un metodo terapeutico che utilizza solo sostanze di origine vegetale, mentre l’omeopatia si avvale di sostanze appartenenti al regno vegetale, animale e minerale. Inoltre la fitoterapia cura per mezzo di estratti di piante a dosi ponderali, mentre l’omeopatia con medicinali ottenuti da diluizioni e dinamizzazioni della sostanza di partenza.
Altro luogo comune riguarda la convinzione che l’omeopatia sia efficace solo per patologie lievi. Anche questo è falso. Si pensi all’impiego di medicinali omeopatici nella prevenzione o nella cura di malattie gravi o croniche (ad esempio forme allergiche respiratorie o cutanee croniche, cistiti ricorrenti, bronchiti croniche, artrosi, osteoporosi), come integrazione dei trattamenti convenzionali, sino ad arrivare alla cura degli effetti secondari delle terapie oncologiche.
Ancora, capita di leggere sui giornali o in rete che i tempi di azione dell’omeopatia siano lenti a prescindere dalla patologia per la quale vengono somministrati. La loro rapidità d’azione dipende, invece, dalla patologia da trattare: per alleviare un sintomo acuto, l’azione è rapida e, a seconda delle situazioni, può andare da pochi minuti a qualche ora o qualche giorno. Invece, nelle malattie croniche, dove è fondamentale la visita di un medico esperto in omeopatia, il trattamento è necessariamente più lungo.
Un ultimo aspetto, che è importante chiarire, riguarda la sicurezza dei medicinali omeopatici. Molti affermano che i medicinali omeopatici non sono sicuri: in verità, sono fabbricati seguendo le norme di buona fabbricazione del farmaco, che vengono imposte dall’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) per la produzione di tutti i medicinali. La sicurezza dei medicinali omeopatici è inoltre testimoniata dal fatto che provocano effetti collaterali irrilevanti, grazie alla loro estrema diluizione.