La Pioneer aveva chiesto di coltivare il mais 1507 nel 2011. La Commissione l'ha proposto dopo una serie di test e valutazioni tecniche di impatto che aveva portato l'Efsa ad adottare conclusioni positive seppur tra mille polemiche e critiche. Secondo il servizio giuridico del Consiglio la Commissione sarebbe obbligata ad adottare la proposta non essendo i ministri stati in grado di raccogliere una maggioranza qualificata a favore o contro. In realtà però un voto del Consiglio non c'è stato, di qui lo spazio, secondo alcuni ministri, per poter anche ritirare la proposta. Domani la questione sarà discussa dai commissari che dovranno pronunciarsi. Il Consiglio Ue infatti non è riuscito a trovare una maggioranza qualificata a favore o contro l’autorizzazione alla coltivazione del mais geneticamente modificato 1507. Dopo un acceso dibattito fra i 28, la presidenza greca ha interrotto la procedura di voto rinviando quella che è stata definita una «patata bollente» alla Commissione europea che ha ora 24 ore di tempo per decidere se autorizzare la coltivazione del mais oppure ritirare la proposta. La prima richiesta di autorizzazione per il mais 1507 risale al 2001. Durante il dibattito, l’Italia ha confermato la sua posizione contraria all’autorizzazione, con il ministro Enzo Moavero Milanesi che ha invitato la Commissione a «riflettere sulla possibilità di ritirare la proposta se non c’è una maggioranza qualificata fra gli Stati». In tutto, dei 28 paesi solo 5 si sono espressi a favore del Mais 1507 (Spagna, Regno Unito, Svezia, Estonia e Finlandia), 4 hanno annuncato di volersi astenere (Germania, Belgio, Repubblica Ceca e Portogallo) e 19, compresa l’Italia, hanno espresso l’intenzione di votare contro l’autorizzazione. Il presidente di turno Evangelos Venizelos, sentito il parere giuridico secondo cui la Commissione può «finchè non sono avviate le procedure di voto» decidere di emendare o addirittura ritirare la proposta, ha sospeso il voto rinviando la decisione finale all’esecutivo. Il Commissario alla Salute e sicurezza alimentare Tonio Borg aveva però preannunciato l’intenzione e, in un certo senso, l’obbligo della Commissione di autorizzare la coltivazione dell’Ogm: «ci sono stati in questi 13 anni ben 6 pareri favorevoli dell’Efsa (l’autorità sulla sicurezza alimentare Ue, ndr) e, in assenza di una decisione politica dei 28, la Commissione deve basarsi sui pareri tecnici».
Mais ogm: decisione rinviata
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Redazione
11-02-2014