di
Alessandra Profilio
28-09-2011
La discarica di Malagrotta chiuderà entro il 31 dicembre 2011. Intanto un dossier messo a punto dall'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) ha rilevato il rischio di disastro ambientale a seguito dell'alto inquinamento di tutta l'area.
La discarica di Malagrotta, la più grande d'Europa - con quasi 5.000 tonnellate di rifiuti scaricate ogni giorno - chiuderà entro il 31 dicembre 2011. L'ultima proroga dell'attività è stata decisa dalla Presidente della Regione Lazio Renata Polverini.
Ma dove finirà la 'monnezza' quando la grande discarica chiuderà i battenti? Il sindaco di Roma Gianni Alemanno assicura che dopo la chiusura di Malagrotta non ci sarà nella capitale nessuna emergenza e fa sapere che presto verrà individuato un sito alternativo.
Le rassicuranti dichiarazioni di Alemanno arrivano nello stesso giorno della diffusione di un dossier messo a punto dall'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) che ha rilevato il rischio di disastro ambientale a seguito dell'alto inquinamento di tutta la zona di Malagrotta.
Lo studio, commissionato dal Ministero dell'Ambiente, ha riguardato il terreno, l'aria e il sottosuolo dell'intera area denominata Rio-Galeria, dove da trent'anni ha sede la discarica per i rifiuti di Roma. Solfati, ferro, manganese, arsenico, cromo totale, nichel, alluminio, piombo benzene, p-xilene, cloruro di vinile, 1,4 diclorobenzene, tetracloroetilene insieme a una pericolosa sostanza cancerogena, l'N-butylbenzenesulfonamide.
I risultati dello studio indicano “uno stato di contaminazione diffuso delle acque sotterranee, sia interne che soprattutto esterne al sito, per i metalli e per inquinanti organici, con la presenza in alcuni piezometri di elevate concentrazioni rispetto ai limiti fissati”.
“Il nuovo allarme lanciato da Ispra e Arpa sull'inquinamento di Valle Galeria – ha dichiarato Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio - rilancia in tutta la sua tragicità il problema dell'inquinamento ambientale di Malagrotta. Insieme ai comitati cittadini e alle associazioni che chiedono a gran voce la chiusura della discarica, eravamo già da tempo allertati dalle forti criticità che caratterizzano tutta l'area; la conferma dello stato di contaminazione diffuso delle acque sotterranee, sia interne che esterne al sito, per la presenza di metalli e inquinanti organici richiede un intervento tempestivo di bonifica dei luoghi inquinati”.
“Malagrotta - commenta Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio - deve essere chiusa al più presto e per farlo si deve puntare con convinzione sull'impiantistica per la differenziata e il trattamento dei rifiuti, le isole ecologiche per il riuso, attivando poi fino in fondo il ciclo industriale per il riciclaggio”.
Secondo Avenali “non è rincorrendo le possibili localizzazioni di discariche o inceneritori a Fiumicino, Riano o Malagrotta stessa che si eviterà l'emergenza”; sono necessari piuttosto “progetti e interventi quartiere per quartiere, coinvolgendo i cittadini in una bella sfida di civiltà e modernità”.