«La situazione drammatica creata dalla guerra contro l’Ucraina ci impone anche di ripensare il nostro sistema di produzione alimentare per renderlo più indipendente dagli input esterni e più resiliente. Per questo occorre accelerare i tempi della transizione ecologica e della conversione al biologico dei sistemi agricoli»: così Maria Grazia Mammuccini, presidente di Federbio.
«Auspichiamo che il Governo attivi rapidamente il tavolo di confronto per la stesura del Piano d’azione nazionale, che costituisce uno strumento essenziale per impostare una strategia di lunga durata che consenta di utilizzare al meglio le risorse a disposizione del Piano strategico nazionale della PAC e del PNRR sulle decisioni assunte dal Parlamento europeo; il vero punto critico è rappresentato dalla scelta di mettere a coltura le aree di interesse ecologico (Ecological Focus Areas) consentendo anche l’uso di pesticidi di sintesi chimica. Quanto meno ci saremmo aspettati che, tale decisione fosse vincolata all’utilizzo del metodo biologico, in linea con il Green Deal e le strategie Ue. L’Italia potrebbe scegliere questa strada e diventare un punto di riferimento anche per gli altri Paesi Ue».
«La recente comunicazione della Commissione europea sulle misure di sostegno all’agricoltura nel nuovo contesto di crisi» scrive la Federazione del biologico in Italia, «indica una direzione politica finalizzata a rendere l’agricoltura più resiliente e indipendente». E tale comunicazione, come aggiunge Federbio, «sottolinea, in più punti, il ruolo fondamentale dell’agricoltura biologica nel contesto attuale: non ricorrendo all’utilizzo di mezzi tecnici, sempre più costosi e meno disponibili, ed essendo basata sulla circolarità e sul riciclo dei materiali e della sostanza organica, è in grado di tutelare la fertilità del terreno e mitigare la siccità. Anche le tecniche e i prodotti per il biocontrollo sono parte di una risposta che punta a conciliare sostenibilità economica e ambientale verso un approccio agroecologico nel quale l’Italia ha un ruolo di primo piano. È ormai provato che nel medio e lungo periodo le rese colturali dell’agricoltura biologica, praticata in maniera corretta ed efficiente anche con l’ausilio dell’agricoltura di precisione, possano essere comparabili se non addirittura superiori a quelle dell’agricoltura convenzionale, che per mantenere rese elevate deve utilizzare una notevole quantità di fertilizzanti azotati, diserbanti e acqua».