La manovra Monti è legge: ecco i punti principali

Un 'bel' regalo di Natale: la manovra "salva-Italia" voluta dal governo Monti ha incassato la fiducia del Senato ed è stata convertita in legge dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Vediamone i punti principali, dalla stretta fiscale, alle pensioni, alle case, alle misure per la crescita economica.

La manovra Monti è legge: ecco i punti principali
Con 257 voti favorevoli – 24 in meno di quelli ottenuti alla Camera – e 41 contrari, il governo Monti ha incassato la fiducia al Senato ed ha così ottenuto l'approvazione sul decreto “salva-Italia”, senza modifiche rispetto al testo uscito da Montecitorio. A convertire la manovra in legge è arrivata nella serata di ieri anche la firma del Presidente Napolitano. La manovra, nella sua versione definitiva, si basa su quattro pilastri fondamentali: gli immobili, il fisco, le pensioni e la crescita. Vediamole per ordine. Le pensioni I provvedimenti che innalzano l'età pensionabile sono stati fra quelli soggetti a maggiori critiche. Lavoratori con quarant'anni di contributi versati allo stato si sono visti sfuggire davanti agli occhi l'opportunità di andare in pensione. A pagare, in questo caso, sono davvero tutti. La soglia della vecchiaia, a partire dal 2012, viene alzata di un anno per gli uomini – passa da 65 a 66 anni – e di due anni per le donne – da 60 a 62 – mentre per anticipare il pensionamento saranno necessari 42 anni e un mese lavorativi per gli uomini e 41 e un mese per le donne. Chi deciderà di anticipare sarà inoltre soggetto ad un disincentivo che incide sulla pensione per l'1 per cento per ogni anno di anticipo (e sale al 2 per cento a partire dal terzo anno). L'età pensionabile delle donne continuerà a salire costantemente nei prossimi anni, fino ad equipararsi a quella degli uomini – come già previsto dal vecchio governo -. Sarà di 63 anni e 6 mesi nel 2014, di 65 nel 2016, di 66 nel 2018. Ancora peggio va alle impiegate statali, per le quali il pensionamento arriverà a 65 anni già dal prossimo anno. Infine resterà fermo l'aumento correttivo legato all'inflazione, che non verrà più applicato alle pensioni superiori a 1405 euro (tre volte il minimo). Il fisco L'aumento delle imposte fiscali è la voce che più incide in percentuale sulle entrate previste dal decreto. Sui 34, 9 miliardi complessivi che il governo prevede di recuperare con la manovra ben 26,1 miliardi, l'85 per cento, arriveranno proprio dalle tasse. Circa la metà di questi ultimi saranno legati alle imposte sulla casa, che approfondiremo nel seguente paragrafo. Per il resto, 5 miliardi arriveranno dall'aumento dell'accisa sui carburanti (che si spera sarà bilanciato da un investimento sui trasporti pubblici), 2 miliardi dall'aumento dell'Irpef regionale (dallo 0,9 all'1,3 per cento). Sono previste anche diverse misure per la lotta all'evasione fiscale. Innanzitutto un 'giro di vite' sui capitali scudati, sulle somme cioè fatte rientrare in Italia – si parla di 182 miliardi - con i tre scudi fiscali del 2001-2002, del 2003 e del 2009-2010, tutti ad opera del governo Berlusconi. Da tale imposta il governo conta di incassare un maggior gettito di 366 milioni nel 2012 e 2013 e di 559 milioni a regime, dal 2014. L'uso del contante nei pagamenti sarà ammesso fino a 1000 euro, i pagamenti superiori a questa cifra dovranno essere tracciati. Viene abolito il segreto bancario e i movimenti sui conti correnti saranno comunicati all’Agenzia delle entrare automaticamente. Le case Giro di vite sugli immobili. La nuova imposta detta Imu (Imposta municipale), che prende il posto della vecchia Ici, è una vera e propria stangata per i proprietari di casa. La tassazione viene ripristinata anche sulla prima casa, annullando così il primo provvedimento che il governo Berlusconi, appena instauratosi, approvò nel 2008. La base per il calcolo resterà la rendita catastale dell'immobile, aumentata del 5 per cento, al quale andrà applicato un coefficiente di moltiplicazione pari a 160, il 60 per cento in più rispetto al precedente (che era di 100). Va detto però che la nuova Imu assorbirà l'Irpef fondiaria, bilanciando in parte l'impatto del provvedimento. La crescita Alle misure di austerità, si affiancano alcune norme per far ripartire la crescita economica, altro assioma del paradigma contemporaneo. In questo caso sono previsti sgravi fiscali per le imprese, che potranno dedurre dalle tasse la quota di Irap che grava sulle spese "per il personale dipendente e assimilato". Viene rifinanziato con 400 milioni il fondo per le piccole e medie imprese. Inoltre lo stato si impegna a garantire le passività delle banche private attraverso finanziamenti da parte di Bankitalia.

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