di
Andrea Degl'Innocenti
07-07-2011
Eliminati dal testo firmato ieri da Napolitano i tagli del 30 per cento alle rinnovabili voluti dalla Lega. Sospiro di sollievo per gli operatori del settore che vedono stemperarsi il clima di incertezza che negli ultimi mesi aveva pesato sugli investimenti.
Tagli alle rinnovabili sì, tagli alle rinnovabili no. Nel valzer improvvisato dal governo all'interno della manovra economica alla fine ha vinto la linea 'verde' e i tagli sono stati eliminati. Il testo firmato ieri da Napolitano, infatti, non prevede alcuna riduzione sugli incentivi alle rinnovabili, come invece nei giorni scorsi era stato più volte ventilato.
I tagli del 30 per cento erano stati inizialmente inseriti nel testo su esplicita richiesta della Lega, che si era fatta promotrice di una battaglia contro il caro-bolletta. Poi, in sede di Consiglio dei Ministri, erano stati eliminati, ma erano continuate a circolare voci insistenti sulla loro presenza nel decreto.
Ieri finalmente si sono sciolti gli ultimi dubbi e gli operatori del settore hanno potuto tirare un sospiro di sollievo. Nel decreto firmato dal Presidente della Repubblica non v'è traccia dei tagli annunciati. Gli articoli 10 e 11, quelli incriminati, sono scomparsi nella versione definitiva sottoposta al vaglio di Napolitano.
Chi è rimasta decisamente scontenta della decisione è la Lega, che ha annunciato che presenterà autonomamente in Parlamento la proposta dei tagli alle rinnovabili. Secondo la posizione del Carroccio, gli incentivi alle energie rinnovabili sarebbero una delle cause principali del costo elevato delle bollette. Bollette che in Italia, stando all'Authority, sono fra le più alte d'Europa. Una posizione, quella della Lega, difficilmente condivisibile se si confronta l'entità dell'abbassamento delle bollette dovuto al taglio degli incentivi - definito irrisorio da varie associazioni ambientaliste - con il danno apportato al settore delle energie rinnovabili.
Sospiro di sollievo, dicevamo, per chi opera nel settore delle rinnovabili, e non solo in prospettiva futura. L'approvazione del decreto senza i tagli stempera anche il clima di incertezza che aveva pesato come un macigno sugli investimenti nel settore delle rinnovabili.
“Le voci che si sono rincorse da giovedì 30 Giugno – ha affermato in una nota Valerio Natalizia, presidente del Gifi (Gruppo imprese fotovoltaiche italiane) - hanno creato il panico nel settore, molti operatori hanno rinunciato ad investire. Il comparto del fotovoltaico esce stremato da quattro mesi di totale blocco a seguito del provvedimento di sospensione degli incentivi contenuto nel Decreto Legislativo 3 marzo 2011, n. 28 di attuazione della direttiva sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili e che ha causato numerosi fallimenti e sensibili riduzioni del personale. Ora ancora voci di possibili tagli agli incentivi appena fissati."
Sicuramente, un futuro sviluppo delle energie rinnovabili passa anche per la stabilità. Come afferma Natalizia, "il settore delle rinnovabili ha bisogno di sicurezza". Concludendo "chiediamo al governo impegni precisi”.
Commenti