Prodotti alimentari falsi biologici, i numeri della maxi-truffa

Oltre 700 mila tonnellate di prodotti alimentari falsamente etichettati come biologici e un giro d’affari che supera i 200 milioni di euro. Sono questi i numeri dell'ultima maxi-truffa sui prodotti biologici, sventata dall'operazione di controllo "Il gatto con gli stivali".

Prodotti alimentari falsi biologici, i numeri della maxi-truffa
Gatto con gli stivali. È questo il nome dell’operazione di controllo, condotta dalla Guardia di Finanza, che ha portato alla scoperta della maxi truffa sui prodotti biologici. Alcuni giorni fa, i militari di Verona hanno smascherato una squadra di falsari che immetteva sul mercato falsi prodotti biologici dal 2007, destinati al consumo umano e animale. Il volume d’affari della truffa è di oltre 200 milioni di euro per fatture di operazioni inesistenti. Mentre oltre 2.500 tonnellate di materie prime (frumento, favino, soia, farine, frutta fresca, principalmente) e oltre 700 mila tonnellate di prodotti alimentari sono stati sequestrati perché falsamente etichettati come biologici. Le indagini sono ancora in corso, ma gli arresti sono stati numerosi e hanno interessato le province di Verona, Ferrara, Pesaro, Urbino e Foggia. L'operazione della Guardia di Finanza di Verona è la prova di come in Italia sia necessario aumentare i controlli nel settore alimentare a tutela dei cittadini. “Le indagini - commenta Alessandro Triantafyllidis, Presidente dell’Associazione Italiana per l’agricoltura biologica (AIAB) - non riguardano tanto le aziende agricole biologiche, bensì gli importatori e trader. Il problema è legato all'import, alla burocratizzazione del sistema di certificazione, ai canali distributivi di filiera lunga e agli appetiti speculativi di imprenditori senza scrupoli e della criminalità, che vedono nel bio un'occasione per fare guadagni facili. Di questo siamo consapevoli e su questo bisogna tenere alta la guardia”. “Per tranquillizzare i consumatori - spiega Triantafyllidis – consigliamo di comprare prodotti biologici a filiera corta, italiani e provenienti da circuiti di trasformazione locali”. Sono stati numerosi gli stratagemmi adottati dai falsari del cibo per trasformare sulla carta il prodotto agricolo convenzionale in biologico. Per esempio, una società creata ad hoc si occupava di importare prodotti non biologici dalla Romania per poi reintrodurli sul mercato italiano attraverso una falsa documentazione fiscale. Così farine, cereali e frutta fresca venivano acquistati da grossisti dell'industria agroalimentare e riammesse nella filiera alimentare e vendute come biologici a prezzi ben più alti rispetto a quelli dei prodotti convenzionali. Dal punto di vista produttivo, ricorda la Coldiretti, l'Italia ha la leadership in Europa per il numero di operatori certificati impegnati nella filiera dell'agricoltura biologica e resta leader per ettari di superficie coltivata in biologico. “È importante – secondo la Coldiretti - non abbassare la guardia sul fronte dei controlli, anche alla luce di un aumento dell'acquisto di prodotti bio confezionati da parte delle famiglie italiane pari all’11,5% nel primo quadrimestre dell'anno”.

Commenti

Dall'esame di tutti i documenti che interessavano le ditte coinvolte si è accertato che il volume di prodotti con falsa certificazione biologica è meno del 2,5% di quello prospettato dalla GdF, che si riferisce all'intera quantità registrata dalle ditte indagate, che risulta perdipiù frutto anche di fatturazione fittizia: non a caso agli arrestati vengono addebitati i reati di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture e altri documenti inesistenti, la dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici e l'emissione di fatture per operazioni inesistenti. Anche il valore dei prodotti accompagnati da certificati falsificati è nettamente inferiore a quello stimato la settimana scorsa: applicando le quotazioni di mercato odierne, arriviamo a fatica a 5 milioni di Euro (contro i 220 milioni di cui s'era parlato: anch'essi sono riferiti al volume d'affari complessivo delle società coinvolte, sempre gonfiato da operazioni inesistenti). È stato anche accertato che la frode si è protratta da ottobre 2007 ad agosto 2008 e ha riguardato esclusivamente orzo, mais e soia per mangimi, girasole, farro, 2 partite di frumento e delle mele da purea. Il perimetro della frode (che innegabilmente c'è stata, ma si palesa più come "frode fiscale" che come "frode biologica"), va assai ridimensionato. Ciò non basta a rasserenare le 47.658 aziende perbene e le oltre 300.000 persone che lavorano nel settore biologico italiano (che sono parte lesa e attraverso le loro organizzazioni stanno costituendosi parte civile nel processo), ma dà almeno la dimensione corretta.
roberto pinton (AssoBio), 17-12-2011 09:17
Ma perché non si citano mai i nomi delle aziende coinvolte? Si tratta di cibo e quindi di salute... se io so che la frutta è biologica, la faccio mangiare cruda ai miei bambini, ma se invece non lo è... i miei bambini li sto avvelenando!!! SENZA I NOMI DELLE AZIENDE COINVOLTE questa è solo una MEZZA NOTIZIA... sbaglio?
Ideandro, 12-02-2012 02:12
FederBio ha pubblicato subito i nomi delle aziende coinvolte. Li si può trovare a pagina http://www.federbio.it/files/658.pdf. Sono tutte ignote al pubblico (si tratta di grossisti di materie prime per mangimi).
roberto pinton (AssoBio), 13-02-2012 07:13
Caro Andrea, i nomi di cui parli sono stati pubblicati dopo il 14 dicembre. per questo motivo non compaiono nella notizia
Daniela, 13-02-2012 10:13

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