di
Alessandra Profilio
20-12-2010
Almeno 27 le vittime, tra cui 12 bambini, oltre 50 i feriti e decine le case distrutte. Questo il bilancio della devastante esplosione avvenuta ieri nella città messicana di San Martin. All'origine del disastro vi è probabilmente il tentativo di furto di greggio dall'oleodotto della compagnia petrolifera nazionale messicana Pemex.
Almeno 27 le vittime, tra cui 12 bambini, oltre 50 feriti e decine di case distrutte. Questo il bilancio della devastante esplosione avvenuta ieri nella città messicana di San Martin, distante circa 90 km dalla capitale, Città del Messico.
All'origine del disastro vi è probabilmente il tentativo di furto di greggio dall'oleodotto della compagnia petrolifera nazionale messicana Petroleos Mexicanos (Pemex). L'ipotesi è che alcuni sconosciuti, cercando di rubare il combustibile, avrebbero danneggiato i tubi.
Si tratta di un fenomeno, quello dei furti di petrolio, cresciuto negli ultimi anni in maniera esponenziale.
La Pemex riferisce che viene sottratto il 10% della produzione che poi viene venduto sul mercato interno o contrabbandato negli Stati Uniti. I furti di combustibile provocano incidenti e danni per circa 600 milioni di euro all'anno.
Secondo quanto riporta il Corriere della Sera nel giro sarebbero coinvolte decine di 'società' che hanno contatti negli Stati Uniti, mentre altri furti avvengono grazie alle complicità di dipendenti dell'azienda, spesso oggetto di agguati. Si tratta di un fenomeno trasformatosi in una 'vera industria parallela' che vede coinvolti anche i narcos.