«Fate una prova. Digitate su www.pubmed.gov , il sito web della banca dati medica degli Institutes of Health americani, ogni singolo componente del Metodo Di Bella (ad esempio Somatostatin, Octreotide, cioè l’analogo sintetico della somatostatina, Melatonin, Retinoid, eccetera) e Cancer e otterrete 31.000 pubblicazioni, tra cui quelle di diverse premi Nobel come Schally, ad esempio, che ha documentato l’efficacia antitumorale della somatostatina». A parlare è il dottor Giuseppe Di Bella, anch’egli medico, figlio del professor Luigi Di Bella, scomparso alcuni fa e ideatore di un protocollo terapeutico (ancora non riconosciuto formalmente dalla medicina convenzionale) per la cura del cancro. «Da questa rassegna della letteratura medico-scientifica ufficiale emerge il dato evidente e incontestabile che ogni componente del Metodo Di Bella (QUI i principi attivi utilizzati dai medici che applicano il protocollo) è dotato di comprovata efficacia antitumorale senza la tossicità della chemioterapia - spiega il dottor Di Bella - e che il loro uso sinergico, per l’interazione del meccanismo biochimico e molecolare dei componenti, ne potenzia notevolmente l’efficacia antitumorale».
Quali pecche ebbe la sperimentazione ministeriale sul protocollo terapeutico di suo padre che anni fa suscitò così tante polemiche?
«Riporto alcune delle numerose anomalie che hanno destituito di qualsiasi credibilità e dignità scientifica la sperimentazione:
1) Somministrazione di farmaci scaduti a 1048 pazienti (verbale firmato da due marescialli dei NAS)
2) Presenza di acetone, sostanza tossica e cancerogena, nella soluzione vitaminica (verbale firmato da due marescialli dei NAS)
3) Grossolani e documentati errori nella preparazione del composto dei retinoidi, uno dei quattro componenti fondamentali del MDB (lo scrisse anche Marco Travaglio quando ancora lavorara per Repubblica nel settembre del 2000: “Così hanno truffato Di Bella, dosi sballate e farmaci scaduti”, era il titolo).
4) Somministrazione di solo 4 dei 7 farmaci del Metodo Di Bella, malgrado ricetta autografa rilasciata dal professor Di Bella in commissione oncologica. La gravissima carenza è documentata nel verbale della riunione del prof. Di Bella e collaboratori con gli sperimentatori dell’Istituto Superiore di Sanità
5) Somministrazione rapida, senza temporizzatore, della somatostatina (va somministrata con un temporizzatore in 8-10 ore) che ne ha vanificato l’effetto, provocando nausea e vomito, attribuiti dagli sperimentatori a tossicità del MDB
6) Arruolamento di pazienti in altissima percentuale chemio-radiotrattati, non più responsivi, con aspettativa di vita tra 11 giorni e 3 mesi, disattendendo le indicazioni del prof. Di Bella che aveva posto come condizione (verbalizzata in commissione oncologica) che il suo metodo poteva essere sperimentato unicamente in pazienti non chemio-radiotrattati e in condizione iniziali, non terminali
7) L’evidenza scientifica della sperimentazione è talmente bassa da non poter dare alcuna indicazione clinica: il National Cancer Institute codifica infatti il grado di evidenza scientifica delle sperimentazioni cliniche in base a due parametri: evidenza degli obiettivi ed evidenza della progettazione, dal cui incrocio deriva la valutazione di una sperimentazione. L’elenco con evidenza decrescente degli obiettivi vede al primo posto come priorità la sopravvivenza, poi la qualità di vita e in ultimo la dimensione del tumore. Per la sperimentazione hanno scelto e valutato solo l’ultimo. L’elenco con evidenza decrescente della progettazione vede al primo posto lo studio in doppio cieco con gruppo di controllo, poi quello con solo gruppo di controllo e infine la accolta di casi clinici. Per la sperimentazione hanno scelto solo l’ultimo. Non solo non poteva dare alcuna indicazione clinica, ma può essere considerata spazzatura scientifica. Senza confrontare l’effetto del MDB con quello della chemio, come potevano sostenerne la maggiore o minore efficacia?
8) Grossolano errore di base nel criterio di valutazione di una terapia biologica come il MDB che riconverte lentamente e gradualmente su parametri fisiologici una patologia. Hanno invece applicato i criteri di valutazione di una terapia citotossica e citolitica come la chemioterapia, fissando l’utopistico obiettivo della riduzione in 3 mesi di almeno il 50% del volume neoplastico in pazienti in stadio terminale».
Sulla sperimentazione, per chi non lo ricordasse, venne aperta anche un’inchiesta.
«Il procuratore di Torino, Raffaele Guariniello – prosegue Giuseppe Di Bella - aveva già inviato l’avviso di conclusione indagini ai responsabili della sperimentazione quando, dopo 3 giorni, l’inchiesta fu trasferita ad altra procura che archiviò tutto rapidamente ammettendo le anomalie ma discolpando i responsabili, che non avrebbero agito per dolo ma, spinti dall’opinione pubblica e per la fretta, avrebbero commesso molti e gravi errori. Per loro pacca sulla spalla e “poverini”. Numerose interrogazioni parlamentari sul sospetto e tempestivo trasferimento d’inchiesta e immediata archiviazione non hanno mai avuto risposta. Rimane il dato di fatto che, malgrado tutte queste documentate anomalie, si è preteso di ritenere valida questa sperimentazione, anche se pesantemente criticata da prestigiose testate scientifiche internazionali come il British Medical Journal».
«La documentazione completa dell’invalidazione scientifica della sperimentazione è reperibile sul sito ufficiale www.metododibella.org» spiega il figlio del professore.
«Ci sono tanti interessi che stanno dietro al fatto che non si riconosca ufficialmente, né si riabiliti, un protocollo di cura le cui sostanze utilizzate hanno dimostrato attività anticancro. Inoltre siamo di fronte ad una situazione d’emergenza per la ricerca – prosegue Giuseppe Di Bella - C’è un progressivo e ormai quasi totale asservimento della ricerca e della pratica clinica alla logica del profitto e ad inconfessate e ben dissimulate finalità speculativo-commerciali. E questo costringe a non aprire gli occhi. La concezione multiterapica del Metodo Di Bella, mediante l’integrazione sinergica dei suoi componenti, asseconda ed esalta le reazioni vitali e l’omeostasi antitumorale, puntando a metterle in condizione di contrapporsi alla insorgenza e progressione neoplastica. Questo protocollo nasce da acquisizioni saldamente scientifiche. Dopo aver considerato i troppi insuccessi e la grave, anche mortale, tossicità dell’oncoterapia, mio padre formulò il suo metodo su basi biologiche, biochimiche e fisiologiche, denunciando il sostanziale ed evidente, anche se abilmente nascosto, fallimento dell’oncologia convenzionale. Egli dimostrò che non vi è, né ci potrà mai essere, alcun farmaco con tossicità differenziale, che abbia effetto citolitico e citotossico unicamente sulle cellule tumorali e non sulle sane. Occorre invece agire, disse, sulle condizioni biologiche, in modo da creare un ambiente non farmacologicamente tossico, ma biochimicamente sfavorevole alla biologia neoplastica, incidendo negativamente di volta in volta su una o più delle reazioni che si svolgono nell’evoluzione tumorale e attivando contemporaneamente quelle reazioni che intervengono nei processi di guarigione».
Qual è la condizione migliore affinché la terapia Di Bella esprima la sua massima efficacia?
«La risposta al MDB è inversamente proporzionale al numero e intensità dei cicli chemio-radioterapici effettuati e direttamente proporzionale alla precocità del trattamento. Più chemioterapia è stata effettuata, più limitati sono gli effetti del MDB, più è precoce l’applicazione del MDB rispetto all’insorgenza della malattia maggiori sono le possibilità di avere risposte positive. La chemio induce raffiche di mutazioni ognuna delle quali incrementa la resistenza, la mobilità, la velocità di crescita e la tossicità delle cellule tumorali in pazienti in cui vengono dalla chemio destabilizzate le strutture portanti dell’organismo e le reazioni vitali. Contrariamente alla disinformazione ampiamente diffusa dalla propaganda, il Metodo Di Bella non è alternativo ma rappresenta l’integrazione razionale delle conoscenze mediche definitivamente acquisite e delle evidenze scientifiche aggiornate, in una clinica affrancata da inquinamenti politico-commerciali».
QUI uno dei pronunciamenti della Corte Costituzionale che ha decretato legittimo che le Asl paghino i farmaci previsti dal protocollo Di Bella ai pazienti che hanno avuto documentati risultati positivi sulla malattia.
Qualche esempio degli studi indicizzati su Med-Line per chi volesse approfondire
-Cyclophosphamide plus somatostatin, bromocriptin, retinoids, melatonin and ACTH in the treatment of low-grade non-Hodgkin's lymphomas at advanced stage: results of a phase II trial. Pubblicato su: Cancer biotherapy & Radiopharmaceuticals
Conclusione dell’abstract: «L’associazione di ciclofosfamide, retinoidi, melatonina e ACHT è ben tollerato ed efficace nel trattamento del linfoma non Hodgkin di basso grado in stadio avanzato».
-Chronic lymphocytic leukemia: long-lasting remission with combination of cyclophosphamide, somatostatin, bromocriptine, retinoids, melatonin, and ACTH. Pubblicato su: Cancer biotherapy & Radiopharmaceuticals
Nell’abstract si legge: «Abbiamo trattato 4 pazienti con leucemia linfocitica progressiva non precedentemente trattata; abbiamo usato una combinazione di ciclofosfamide, somatostatina, bromocriptina, retinoidi, melatonina e ACHT. Tutti i pazienti hanno avuto una remissione parziale dopo 2 mesi e abbiamo continuato il trattamento che è poi stato gradualmente ridotto secondo la conta dei linfociti. Nessun paziente ha avuto recidive (...). La tossicità era assente e i pazienti hanno fatto il trattamento a casa mentre svolgevano le loro normali attività».
-Low-grade non-Hodgkin lymphoma at advanced stage: a case successfully treated with cyclophosphamide plus somatostatin, bromocriptine, retinoids, and melatonin.
Pubblicato su: American Journal of Therapeutics
Si legge nell’abstract: «I linfomi non Hodgkin a basso grado sono ancora incurabili e il trattamento può comprendere chemioterapia con un singolo farmaco o combinazione di diversi farmaci. Con una combinazione di ciclofosfamide, somatostatina, bromocriptina, retinoidi, melatonina e ormone adrenocorticotropo abbiamo avuto una risposta del 100% (50% risposta completa e 50% risposta parziale) in 12 pazienti con linfome non Hodgkin a basso grado in stadio avanzato: 4 pazienti non precedentemente trattati e 8 con recidiva di malattia dopo chemioterapia singola o combinata e intervallo di 6 mesi o più senza terapia. py and therapy free time >or=6 months. Ciò ci ha fornito la motivazione razionale per trattare un paziente affetto da linfoma non Hodgkin a basso grado in stadio 4 con ciclofosfamide, somatostatina, bromocriptina, retinoidi e melatonina. (...) Dopo 2 mesi il paziente aveva una risposta parziale e dopo 5 mesi ha avuto una risposta completa. Oggi, 18 mesi dopo l’inizio del trattamento, il paziente è in remissione completa».
-Combined effects of melatonin and all-trans retinoic acid and somatostatin on breast cancer cell proliferation and death: molecular basis for the anticancer effect of these molecules.
Pubblicato su: European journal of pharmacology
Si legge nell’abstract: «Nel presente studio cerchiamo di capire se l’associazione di melatonina, acido retinoico all-trans e somatostatina porta ad una marcata attività anticancro nel tumore al seno MCF-7. (...)Considerati insieme, i nostri risultati attestano che la co-somministrazione di melatonica con acido retinoico all-trans e somatostatina può avere un benefico terapeutico significativo nel cancro al seno».
-Somatostatin, retinoids, melatonin, vitamin D, bromocriptine, and cyclophosphamide in chemotherapy-pretreated patients with advanced lung adenocarcinoma and low performance status.
Pubblicato su: Cancer biotherapy & Radiopharmaceuticals
Conclusione dell’abstract: «Il regime combinato di somatostatina, retinoidi, melatonina, vitamina D, bromocriptina e ciclofosfamide è ben tollerato e può attenuare i sintomi correlati alla malattia in pazienti pesantamente pre-trattati con adenocarcinoma dei polmoni all’ultimo stadio e attesa minima di sopravvivenza».
-Somatostatin, retinoids, melatonin, vitamin D, bromocriptine, and cyclophosphamide in advanced non-small-cell lung cancer patients with low performance status.
Pubblicato su: Cancer biotherapy & Radiopharmaceuticals
Conclusioni dell’abstract: «I pazienti con attesa minima di sopravvivenza e avanzato cancro ai polmoni non a cellule lunghe beneficiano di una combinazione di somatostatina, retinoidi, melatonina, vitamina D, bromocriptina e ciclofosfamide in termini di qualità della vita e sopravvivenza con pochissimi effetti collaterali».
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