di
Alessandra Profilio
10-02-2011
Velocità ridotta per chi viaggia sulle tangenziali e provinciali di Milano e abbassamento della temperatura degli edifici pubblici al di sotto dei 20 gradi. Questi i principali provvedimenti adottati dai sindaci dei Comuni della Provincia di Milano riunitisi ieri per discutere le azioni da intraprendere per contrastare l'emergenza smog.
Se l'inquinamento sale, la velocità scende, almeno su tangenziali e provinciali di Milano per cui a partire dalla settimana prossima verrà imposto un limite a 70 chilometri orari. Deciso anche un abbassamento della temperatura degli edifici pubblici al di sotto dei 20 gradi. Non sono previste altre domeniche a piedi (il blocco del traffico è stato stabilito invece a Bergamo) né, al momento, l'introduzione delle targhe alterne.
Questi i principali provvedimenti adottati dai sindaci dei Comuni della Provincia di Milano riunitisi ieri per discutere le azioni da intraprendere per contrastare l'emergenza smog.
L'incontro a Palazzo Isimbardi, sede della Provincia, è stato fissato nei giorni scorsi alla luce dei preoccupanti livelli di inquinamento registrati nel capoluogo lombardo che, a meno di due mesi dall'inizio del 2011, ha già esaurito il bonus europeo di 35 giorni all'anno con concentrazioni di PM10 oltre i limiti di tolleranza. Anche ieri, per 28 giorni consecutivi, le centraline hanno registrato valori di polveri sottili al di sopra della soglia fissata dall'Unione Europea.
Non si respira un'aria migliore a Brescia, fuorilegge come Milano, mentre anche altre città italiane sono vicine allo sforamento. A ricordarlo è Legambiente che, commentando le misure adottate ieri dai sindaci della Provincia di Milano, sottolinea l'importanza dell'intervento del Ministero dell'Ambiente per liberare l'Italia dalla cappa di smog che la sta avvelenando.
L'associazione ambientalista afferma che sebbene da dodici mesi venga promesso dal Governo un pacchetto nazionale di misure antismog, il decreto legge predisposto dal Ministero dell’Ambiente che doveva essere approvato prima di Natale “ancora giace nel cassetto”.
Gli italiani, però, ne hanno pieni i polmoni.
Commenti