Già più di 1,4 milioni di persone da tutto il mondo hanno firmato la petizione di Avaaz, che chiede alla presidente Rousseff di porre il veto alla proposta di Codice forestale; questo numero è destinato a salire nei prossimi giorni. Allo stesso modo, centinaia di migliaia di sostenitori di Greenpeace e WWF hanno risposto all’appello sui social media come Twitter, utilizzando gli hashtags #SOSBrazil e #VetaTudoDilma e postando messaggi direttamente alla pagina Facebook del partito politico del presidente, Trabalhadores Partidodos. La petizione è sostenuta da una campagna delle tre associazioni che chiedono ai loro milioni di tifosi brasiliani di inondare le ambasciate in tutto il mondo con messaggi e telefonate che esprimano l'opposizione mondiale al disegno di legge.
Il presidente Rousseff non ha dato alcun segno di reazione fino ad ora, né ha indicato se ha intenzione di combattere quanto è stato approvato il 25 aprile. I gruppi dicono che solo un veto pieno può salvaguardare le foreste del Brasile, la verde Amazzonia, e contribuire a contrastare il cambiamento del clima globale. La Presidente Rousseff ha ricevuto l’avviso questa settimana e ha tempo fino al 25 maggio per porre il veto su tutto o parte del disegno di legge, o per consentire che diventi legge.
Brasile Institute for Applied Economic Research (IPEA) ha stimato che la nuova normativa potrebbe portare nei prossimi anni alla perdita di un patrimonio di 76,5 milioni di ettari (190 milioni di acri) di foresta, che si traduce in 28 miliardi di tonnellate di CO2 in atmosfera. Ciò renderebbe impossibile per il Brasile raggiungere i propri obiettivi di riduzione di carbonio.
“Migliaia di persone provenienti da tutto il mondo lanciano l'allarme e stanno chiamando le ambasciate del Brasile per sollecitare il presidente Rousseff a salvare l'Amazzonia. Quasi l'80% dei brasiliani desidera che questo disegno di legge catastrofico venga rottamato e finora oltre un milione e quattrocentomila persone in tutto il mondo li supportano. Il presidente Rousseff deve fare una scelta - firmare la condanna a morte dell'Amazzonia o proteggere i polmoni del pianeta ed emergere come un eroe pubblico”, ha detto Ricken Patel, direttore esecutivo Avaaz.
Le associazioni inoltre criticano le disposizioni previste nel disegno di legge, norme che prevedono l’amnistia, un drastico colpo di spugna per chi negli anni passati ha illegalmente ed irresponsabilmente portato avanti una drammatica deforestazione illegale. I condoni proposti non sono accettabili, è una resa avanti a chi sta saccheggiando il nostro pianeta, e inoltre non solo lasciano liberi i criminali ambientali ma fanno anche perdere circa 4,8 miliardi di dollari di multe.
I gruppi stanno spingendo il presidente Rousseff ad ascoltare i suoi elettori - il 94% dei quali si dicono preoccupati per l'ambiente, secondo un recente sondaggio condotto per la Confederazione Nazionale dell'Industria - e al movimento globale che chiede un veto alla distruzione del più grande ecosistema forestale del nostro pianeta, l’Amazzonia. PER FIRMARE LA PETIZIONE Fonte: WWF Italia