“Il capitalismo è il cancro di Madre Terra” ha detto Evo Morales, presidente della Bolivia, rivolgendosi alle tantissime persone presenti. La conferenza ha prodotto una dichiarazione in dodici punti che sarà presentata durante i negoziati COP21 nel tentativo di esigere un accordo vero e concreto per fermare i cambiamenti climatici. L’agenda di COP21 è stata fortemente criticata dai movimenti per la foritissima presenza delle lobby capitaliste e per il ruolo che si sottintende mantenuto e conservato per il capitalismo, che diviene una sorta di convitato di pietra.
La Declaración de Tiquipaya pone alcuni punti importanti.
- La creazione di un tribunale internazionale con la capacità di intervenire in maniera concreta e vincolante per prevenire, perseguire e punire gli Stati che inquinano e che causano i cambiamenti climatici per azioni od omissioni;
- Compensazioni da parte delle nazioni ricche nei confronti delle nazioni in via di sviluppo per i debiti climatici, sociali ed ecologici accumulati nel tempo;
- Il respingimento senza riserve del sistema capitalista globale e del colonialismo
“Vogliamo che da Parigi esca un accordo che condanni ciò su cui si fonda il capitalismo” dicono dalla Colombia gli attivisti. “Non deve e non può essere un accordo che rafforza il modello capitalistico attraverso ulteriori meccanismi di mercato o incoraggiando settori privati, oligarchie e neo-colonialismi".
“Oggi il mondo è schiacciato da una crisi climatica, economica, alimentare, energetica, istituzionale, culturale, etica e spirituale senza precedenti. E’ un sistema caratterizzato dal dominio dell’economia da parte delle corporation transnazionali il cui obiettivo è accumulare potere e privilegi e per le quali il valore di mercato è più importante delle vite degli esseri umani sulla terra”.
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