di
Dario Lo Scalzo
12-09-2013
Scontri, proteste, blocchi e occupazioni. È stata un'estate molto calda a Niscemi dove sono ripresi i lavori per il Muos, il sistema di comunicazione satellitare americano per fini militari. Secondo le conclusioni dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS) è necessaria una forte cautela soprattutto per la salute dei più giovani.
È stata un’estate molto calda per la vicenda Muos e per i suoi protagonisti. Non che le altre stagioni dell’anno fossero state fredde, tutt’altro, ma per il popolo No Muos le settimane scorse sono state vibranti e tese e sono state vissute tra forti emozioni, rancori, rabbia, scontri, incontri, proteste, blocchi, manifestazioni, occupazioni ed assemblee.
Dalla clamorosa marcia indietro con la quale a fine luglio il governatore Rosario Crocetta ha deciso di revocare la propria revoca, a poche ore dalla sentenza del Consiglio di Giustizia Amministrativa, è stato un crescendo di tensioni, scontri, azioni e reazioni che hanno visto uno di fronte all’altro lo Stato ed i suoi cittadini, le autorità contro il popolo No Muos.
Durante la manifestazione del 9 agosto che ha visto un migliaio di manifestanti protestare davanti alla base militare americana di Niscemi ci sono stati diversi scontri con le forze dell’ordine e alcuni attivisti si sono introdotti all’interno della base. È iniziato così il valzer delle speculazioni, delle accuse e dell’indignazione dell’opinione pubblica quando il presidente Rosario Crocetta ha parlato, per quella occasione, di sospetti di infiltrazioni mafiose in seno ai movimenti di protesta No Muos. Sì, proprio di fronte ad uno dei rari movimenti siciliani di protesta popolare dal basso non poteva non giocarsi la carta della presenza mafiosa in terra siciliana, un cliché.
Da quel momento, l’azione anti MUOS ha preso la via dell’occupazione delle istituzioni e per conseguenza gli attivisti hanno occupato per una trentina di giorni l’aula consiliare del municipio di Niscemi in segno di protesta ma anche per stimolare un maggiore coinvolgimento delle autorità, almeno quelle locali, e per spronarle ad una più seria e convinta mobilitazione per la ricerca di ulteriori vie alternative al blocco delle costruzioni delle mega antenne.
In un clima incandescente, teso e rabbioso si è giunti più recentemente all’azione di forza con la quale è stata distrutta la barricata permanente che da mesi fungeva da presidio No Muos e che si issava a simbolo dell’intera lotta anti-militarizzazione. Ruspe, camion, mezzi pesanti, filo spinato, tra l’altro messi a disposizione dall’amministrazione comunale niscemese, e l’onnipresente polizia sono riusciti a bloccare gli attivisti e a porre fine alle loro azioni di blocco e di protesta davanti alla base della Sughereta. Un atto dimostrativo forte con il quale lo Stato italiano si china allo strapotere del potere e con il quale gli USA ancora una volta sbeffeggiano tutti noi cittadini, i nostri diritti, la logica della nonviolenza e del pacifismo.
In questo fritto misto di azioni e contraddizioni, di logicità e illogicità, di paradossi e palesi assurdità viene resa pubblica il 5 settembre scorso la Relazione Finale del Gruppo di lavoro MUOS dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) nella quale è integrata la relazione degli esperti della Regione Sicilia, ignorata in primis dallo stesso Crocetta, che esprime contrarietà al perseguimento dell’installazione del Muos e ne evidenzia la pericolosità considerato l’impatto che il campo elettromagnetico potrebbe avere su persone e ambiente.
Stupisce e lascia sbalorditi il tono condizionale della relazione dell’ISS: "Le conclusioni del Gruppo di Lavoro indicano che l'installazione del MUOS non impatterebbe negativamente sulla salute della popolazione, ma rilevano contemporaneamente la necessità di un'attenta e costante sorveglianza sanitaria della popolazione delle aree interessate oltre che dell'attuazione di un monitoraggio dei livelli di campo elettromagnetico successivamente alla messa in funzione delle antenne MUOS, anche in considerazione della natura necessariamente teorica delle valutazioni effettuate su queste specifiche antenne." (fonte sito ISS)
Il trionfo del non senso, quasi una logica da bar piuttosto che quella di prudenti e attenti esperti: sembra quasi che ci sia un ragionamento empirico del tipo prima mettiamo in funzione le mega-antenne, magari aspettando una dozzina di anni, giusto per contare i casi di malattie tumorali, leucemie e roba simile, e poi valutiamo se il livello del campo elettromagnetico possa essere valutato pericoloso o meno.
Le inconfutabili certezze degli esperti dell’ISS espresse poco più di un mese fa vengono adesso smorzate dai condizionali e stemperate da raccomandazioni di monitoraggi sullo stato di salute in particolare sulle più giovani generazioni.
In assenza di un modello previsionale capace di valutare l’effetto del futuro impianto Muos perché non fare ricorso al principio di precauzione sul quale il Tar aveva bocciato il MUOS? E che dire delle accuse mosse dagli esperti per il fatto che l’ISS nelle sue valutazioni abbia tenuto in considerazione la normativa EPA (US Environmental Protection Agency) anziché quella in vigore in Italia in materia di sicurezza e di tutela dell’ambiente? E che peso è stato dato al lavoro e ai pareri degli esperti della Regione dissenzienti dalle conclusioni dell’ISS? E quante altre ingiustificabili disattenzioni per l’affrettarsi nell’esprimere un parere che sembra sempre più accondiscendente alle logiche militari più che a quelle del benessere della popolazione e a quelle di conservazione del territorio?
In questa telenovela, in questo teatro dell’assurdo in cui risultano ormai evidenti e senza colori grigi le volontà politiche, le logiche di potere e le irresponsabilità della nostra classe dirigente, persiste il coraggio e la dignità della popolazione siciliana che, dopo avere subito la criminalizzazione dei propri rappresentanti, piegatisi agli interessi statunitensi, non vuole arrendersi promuovendo un’altra azione di carattere partecipativo per continuare la lotta per la protezione del proprio territorio e dei propri inviolabili diritti. L’appuntamento è dunque per il 28 settembre quando si terrà una mobilitazione.
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