È nato ieri, 27 novembre 2011, il nuovo soggetto politico ecologista italiano. La redazione del Cambiamento ha seguito l'assemblea costituente che ha portato alla nascita del movimento Ecologisti e Reti Civiche che, partendo dai principi ecologisti e dall'esperienza movimentista, si ripropone di dar vita ad un nuovo modo di intendere la politica.
Ecologista e civico. Partecipativo e aperto a tutti. Forte della tradizione dei Verdi e rivoluzionato dalla spontaneità dei movimenti. È con queste premesse che domenica, dopo una lunga gestazione durata due anni, nasce il nuovo soggetto politico ecologista italiano.
La redazione del Cambiamento ha seguito i vari appuntamenti che hanno portato a questo momento e ha trasmesso in diretta streaming l’assemblea costituente che si è svolta al teatro Vittoria di Roma il 26 e 27 novembre e che ha sancito la nascita del movimento. Un movimento composito e plurale, nato dall’incontro tra i promotori dell’appello 'Abbiamo un sogno', i Verdi, la Costituente ecologista e i Sindaci della buona amministrazione e che si ispira all’esperienza francese di Europe Ecologie.
Un soggetto che, partendo dai principi ecologisti e dall’esperienza movimentista, si ripropone di dar vita ad un nuovo modo di intendere la politica per rendere la gestione della cosa pubblica trasparente, legale e, soprattutto, partecipata. Il simbolo, che è stato scelto tramite le primarie, la carta degli intenti, scritta in forma collaborativa, la stessa assemblea costituente, aperta agli interventi del pubblico e organizzata tramite dibattiti, sono una chiara prova dell’intento di costruire una politica nuova.
Non a caso il programma politico del movimento è, seppure in divenire, già strutturato, mentre la leadership politica non è stata ancora decisa. “I portavoce del Movimento, che saranno due, nel rispetto dell’uguaglianza di genere, verranno scelti a tempo debito tramite le primarie” annuncia Domenico Finiguerra, sindaco di Cassinetta di Lugagnano (MI) e rappresentante dei Sindaci della buona amministrazione. E, aggiunge Michele Dotti, promotore dell’appello Abbiamo un Sogno: “Verranno previste modalità, come ad esempio la firma di una fideiussione, per disincentivare la partecipazione politica con secondi fini, per assicurare che chi accetterà lo farà per spirito di servizio e non per rincorrere privilegi personali”.
“Una nuova Italia è possibile” è lo slogan su cui è nata l’assemblea costituente, “Una nuova politica anche” è quello che si legge tra le righe.
Perché questo sia davvero possibile, c’è bisogno dell’apporto di tutti: “dell’esperienza dei più anziani e della forza dei più giovani” come rimarca Claudia Bettiol, promotrice del Manifesto dei Beni Comuni Europei. E le tavole rotonde organizzate nel pomeriggio di sabato dimostrano l’importanza di questa fase di condivisione, in cui visioni diverse, non necessariamente opposte, ma spesso complementari, si sono confrontate sui temi caldi dell’attualità, sulle “idee per cambiare l’Italia”.
La molteplicità e varietà degli argomenti trattati dimostra come la difesa dell’ambiente e i principi ecologisti abbraccino concetti molto più ampi di quelli a cui siamo abituati, partendo dal dato di fatto per cui l’essere umano fa parte dell’ambiente e anzi non si può parlare dell’uno senza chiamare in causa l’altro. Nelle discussioni pomeridiane assistiamo infatti a dibattiti che spaziano dalla Green Economy ai Cambiamenti Climatici, dalle energie rinnovabili alla crisi finanziaria, dai beni comuni ai rifiuti, dall’agricoltura alle ecomafie, dalla democrazia diretta all’ambiente, dalle reti civiche al pacifismo.
Nel corso dei dibattiti, le due anime di Ecologisti e Reti Civiche, quella del partito e quella del movimento, si confrontano e mettono in gioco, alla ricerca di un punto di raccordo che fino a qualche tempo fa sembrava lontano ed oggi appare tangibile e, soprattutto, possibile. Due anime che devono imparare a dialogare tra loro, riconoscendo le proprie somiglianze ed apprendendo dalle rispettive differenze.
Questo non comporta una perdita di identità da parte delle diverse realtà di cui si compone il nuovo soggetto ecologista italiano, bensì un arricchimento, una vera “conquista per la democrazia” come sottolinea Angelo Bonelli, Presidente dei Verdi, che precisa: “Non si tratta di una rifondazione del partito dei Verdi, ma della nascita di una nuova forza ecologista all’interno della quale ci sono anche i Verdi” ed esorta i vecchi compagni di partito a “capire” questo passaggio e a non temere che questo comporti una perdita della loro identità.
D’altronde il rischio è bidirezionale: se i Verdi avvertono il pericolo di privarsi della loro tradizione politica, i movimenti e le reti civiche ecologiste che hanno accolto l’appello dei vari Dotti, Finiguerra, Boschini rischiano di perdere la spontaneità che è alla base di queste esperienze, soprattutto nel caso in cui Ecologisti e Reti Civiche venisse proposto come un nuovo Partito dei Verdi. La paura è comprensibile, come ammette Michele Dotti, ma è legata più alla percezione che alla realtà dei fatti.
Una percezione che nasce dalla diffidenza e che si combatte solo con la partecipazione. “Certo, chi non partecipa alla costruzione dei nostri contenuti, chi non ci ascolta, può pensarlo, ma approfondendo i contenuti e le idee che proponiamo ci si rende conto da subito che quello che stiamo creando è qualcosa di nuovo” e continua “si tratta di una rete federata, uno sforzo culturale di sintesi di linguaggi differenti in cui chi entra mantiene la sua identità perché la diversità è vissuta come un valore e non come un limite”.
In vista delle prossime elezioni, a cui la nuova formazione ha tutta l’intenzione di presentarsi, il nodo aperto rimane quello del rapporto con il Movimento a Cinque Stelle e con le altre realtà civiche attive sul territorio nazionale. Riguardo al primo, tanto Bonelli quanto Dotti si mostrano disponibili ad un’attiva collaborazione con la piattaforma dei Cinque Stelle, che si basi sui contenuti comuni ma rispetti anche le diversità, e anzi auspicano ad una maggiore apertura dei Grillini. Come sottolinea Vincenzo Cenname, sindaco di Camigliano (CE), “Il Movimento a Cinque Stelle dovrebbe aprirsi al dialogo, non si può precludere la strada ad altri movimenti analoghi solo perché al loro interno sono presenti rappresentanti di vecchi partiti. Bisogna sedersi a un tavolo e confrontarsi. È questa la linea politica che verrà proposta e che, spero, prevarrà”.
Se più o meno tutti sembrano ottimisti sulle prospettive di una futura collaborazione con il Movimento a Cinque Stelle, appare più delicata la seconda questione, quella della frammentarietà del movimentismo italiano che la nascita di Ecologisti e Reti Civiche, di certo, non risolve. Stona un po’ infatti che mentre sabato pomeriggio si tenga l’assemblea costituente del nuovo movimento, al contempo, sempre a Roma, avvenga una manifestazione promossa dai comitati per difendere il risultato del referendum sull’acqua pubblica.
“La decisione di tenere oggi la costituente è stata presa mesi fa” ricorda Angelo Bonelli, che nel pomeriggio ha lasciato il teatro Vittoria per qualche ora per “dare un saluto” ai manifestanti, e aggiunge “e comunque domani i comitati saranno qui con noi”. Dotti, dal canto suo, sottolinea che “il nostro è l’unico processo aggregativo di questo tipo in Italia” pur ammettendo che la frammentazione è il principale ostacolo da superare. Frammentazione che si supera solo tramite la partecipazione, come ricorda Claudia Bettiol, e tramite l’individuazione di proposte concrete da cui partire per iniziare a lavorare insieme, come esorta Roberto Brambilla di Rete Civica Italiana, che aggiunge “c’è bisogno di un’alleanza tra i simboli di soggetti che condividono principi ed obiettivi e per farlo c’è bisogno di partire da proposte tangibili per darci degli obiettivi comuni sui quali lavorare”.
Obiettivi che partono dalla definizione di un programma ben definito e strutturato: “Il lavoro fatto è stato lungo, ma è solo all’inizio. Da lunedì dovremo, oltre che approfondire i contenuti già peraltro ben delineati, attivarci localmente per garantire il legame con le realtà territoriali, strutturandoci in circoli ed agorà” chiosa Michele Dotti.
Molteplici i temi toccati da questa due giorni di costituente, così come tante sono state le personalità ad intervenire: dal Presidente di Wwf Italia, Stefano Leoni, alla scrittrice Dacia Maraini, da Amato Lamberto di Osservatorio sulla camorra a Antonio Tricarico della Campagna per la Riforma della Banca Mondiale, da Ignazio Marino, Presidente della Commissione d’inchiesta parlamentare sul Servizio Sanitario Nazionale, a Silvio Greco, responsabile ambiente di Slow Food Italia, fino agli interventi video di Daniel Cohn Bendit e del meteorologo Luca Mercalli. Tanti i dubbi, ma soprattutto tante le speranze. Prima fra tutte quella che il neonato soggetto politico mantenga i principi di trasparenza, di etica e di partecipazione democratica che promuove.
Il cambiamento è realizzabile purché la “società civile la smetta di cercare qualcuno che la rappresenti”, come ricorda Michele Dotti, e prenda atto del fatto che “il ‘900, epoca dei grandi leader e delle grandi ideologie, è finito. Siamo nel 2000 che è invece il tempo dei cittadini e delle reti” come ricorda Roberto Brambilla. L’augurio è, ancora una volta, che un’altra Italia sia veramente possibile.
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