di
Paolo Ermani
17-01-2012
Oltre ad aver spezzato vite umane, il naufragio della nave da crociera Costa Concordia rischia di devastare una delle zone naturali più belle d'Italia. Una sciagura, quella avvenuta all'isola del Giglio, riconducibile ancora una volta al delirio di onnipotenza di un'umanità convinta di poter disporre della natura a suo piacimento.
Ancora una volta assistiamo al trionfo della stupidità umana che è quella che in pompa magna sta cercando in tutti i modi di portarci all'estinzione.
Di fronte a noi lo spettacolo indecente di un mostro del mare costruito per persone che non hanno niente di meglio da fare che imbarcarsi su suddetto mostro che riproduce esattamente e fedelmente tutto quello che di frivolo e superfluo queste persone possono ritrovare sulla terraferma.
Non l'ebrezza e la bellezza delle vele, non degli umani ed eroici remi, non navi a misura d'uomo, bensì un gigantesco luna park del divertimento in una apoteosi di sprechi, sfarzo e consumo all'ennesima potenza, dove le centrali di bordo forniscono energia elettrica che potrebbe alimentare una città con decine di migliaia di abitanti, alla faccia della crisi e dell'austerità. Dove c'è un equipaggio pari a circa un addetto ogni tre croceristi, in un delirante alveare di oltre quattromila persone in 290 metri di lunghezza.
Per una follia del genere, oltre alla tragedia di vite umane perdute, stiamo rischiando di devastare una delle zone naturali più belle d'Italia, forse del mondo, qualora fuoriescano le 2.380 tonnellate di gasolio che sono all'interno di questa bomba ecologica. Il mostro è così pieno di gasolio e ogni sorta di schifezza chimica da poter rendere una pattumiera l'intero Argentario.
Sul molo di Porto Santo Stefano troupe e televisioni di ogni parte del mondo aspettano notizie dall'ennesimo Titanic umano.
Ma la storia è sempre quella: noi piccoli umani decidiamo che padroneggiamo la natura come vogliamo, poi arrivano tsunami e tempeste che ci spazzano via come fuscelli, o anche semplici scogli di granito che in un attimo affondano tutta la superbia e tracotanza dell'essere più distruttivo mai comparso sulla terra, così distruttivo da minare alla base le stesse condizioni della sua esistenza.
Ci si avvia all'epilogo e forse questo accadimento è emblematico di una decadenza inarrestabile. Catastrofi di dimensioni incalcolabili come Fukushima, continui sversamenti di petrolio in mare ed ogni sorta di disastro ecologico, sembra che non ci insegnino nulla e per nulla servano a cambiare rotta. Si continua invece a fare pervicacemente gli stessi tragici errori con una testarda e infinita cecità.
Basta sfidare la natura per paranoici deliri di onnipotenza! La natura è più forte di noi sempre e comunque, inutile opporvicisi, inutile pensare di saperla più lunga. Noi non sappiamo assolutamente nulla della sua immensa forza e bellezza e dal basso della nostra ignoranza e arroganza pretendiamo di sottometterla. Pura illusione.
Anche in questo caso, non si è trattato di errore umano ma di un'umanità in errore.
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