di
Paolo Ermani
08-02-2013
L'ultima campagna elettorale si conferma, secondo Paolo Ermani, quel “teatro dell'assurdo” dove vanno in scena cinismo e falsità. Le vittime principali? La vita delle persone e l'ambiente, ignorati da quei politici che puntualmente mettono al primo posto i soldi.
Si assiste sgomenti ad una campagna elettorale che va dal ridicolo al tragico e che è il degno coronamento di anni e anni di sfacelo della umana dignità. Se c’è un periodo in cui la politica mostra il suo massimo volto di cinismo, falsità, menefreghismo è proprio quello elettorale dove ognuno si supera nella gara alla bassezza. Coltellate a destra e sinistra facendo finta di essere avversari, tanto poi tutti mangeranno alla stessa mangiatoia.
Che credibilità può avere qualcosa che vuole decidere le sorti del paese in un paio di mesi di campagna elettorale, come se tutto il resto non contasse nulla? Umori e voti che si spostano in base ad una dichiarazione o l’altra, ad una promessa più o meno fantascientifica. Si fa tutto per impressionare, niente per costruire.
Volano roboanti balle in quantità industriale e più si sparano grosse e più si acquistano punti, tanto l’importante è fare uscire la notizia, poi che siano complete falsità, boutade, idiozie, non importa, anzi meglio.
Di bugiardi di professione ormai sappiamo vita, morte e miracoli. Si può dire qualsiasi cosa, basta essere in televisione o sui media ed essere convinti di quello che si dice, sicuri che il bombardamento mediatico fa dimenticare tutto da un giorno all’altro. Quello che ieri era bianco, oggi è nero e domani rosso o viola, in una dimensione che supera di gran lunga quella Orwelliana. Anche l’inappuntabile Mario Monti che aveva assicurato che mai si sarebbe candidato alle politiche, poi puntualmente lo ha fatto, ulteriore riprova della assoluta inaffidabilità di ogni parola o azione fatta da questi personaggi da commedia di serie z.
Patetica e pietosa la gara ad ingraziarsi la nutritissima schiera di elettori con animali domestici, facendosi fotografare con cani in braccio. Per un voto in più farebbero qualsiasi cosa, venderebbero madri, padri, amici e parenti, ballerebbero in tutù al circo con gli elefanti e salterebbero il cerchio di fuoco. Che brutta e misera bestia essere totalmente prigionieri della irrefrenabile brama di potere.
In questo teatro dell’assurdo le vittime principali sono i veri contenuti cioè la vita delle persone e l’ambiente in cui vivono. Assente dai partiti la catastrofica situazione ambientale in cui ci troviamo, non valgono nemmeno delle vaghe promesse, niente, zero assoluto. Raramente una o due frasi di circostanza sulle energie rinnovabili imparate a memoria da parte di qualche ardito ma nulla che sia anche lontanamente paragonabile ad una politica di largo respiro.
Su tutto regna incontrastato il soldo, il lasciapassare per la rovina finale: la crescita, l’IMU, il fiscal compact, le tasse, i salari, i redditi, lo spread, le banche, le pensioni. Soldi, solo e unicamente soldi, tutto il resto non esiste. Peccato che anche con tutti i soldi che si vuole, senza acqua e aria pulita, senza cibo sano, ci si fa ben poco e non si può nemmeno scappare chissà dove perché ormai inquinamento e degrado sono ovunque, non c’è posto al mondo, compresi gli oceani, che non sia contaminato. E la situazione è così proprio perché abbiamo messo al primo, secondo, terzo, quarto, quinto posto il denaro.
I soldi sono importanti certo ma non possono essere la pietra angolare di tutto, vanno messi sicuramente dopo gli obiettivi principali della nostra vita che sono la felicità (che non si ottiene di certo con l’acquisto di qualche merce), un ambiente sano e delle relazioni personali soddisfacenti non instaurate in base ad un tornaconto di qualche tipo.
A forza di parlare e ascoltare di soldi siamo diventati tutti registratori di cassa e poi ci lamentiamo se siamo infelici, depressi, stressati, arrabbiati o non troviamo chi ci capisce.
Rimettiamo i soldi al loro posto come mezzo e non come fine e impegniamoci nella costruzione di un mondo che abbia altri valori rispetto a quelli monetari.
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