Nella polveriera degli Stati Uniti, dalla padella di Trump alla brace di Biden

Uno dei paesi più violenti del mondo, in perenne guerra al suo interno e al suo esterno, ha “scelto” il nuovo presidente. Scelto per modo di dire, dato che i presidenti americani non sono altro che portatori di interessi di grandi lobby che infatti legalmente finanziano a suon di milioni di dollari le campagne elettorali di uno o dell’altro candidato e a volte di tutti e due...

Nella polveriera degli Stati Uniti, dalla padella di Trump alla brace di Biden

Uno dei paesi più violenti del mondo, in perenne guerra al suo interno e al suo esterno, ha “scelto” il  nuovo presidente. Scelto per modo di dire, dato che i presidenti americani non sono altro che portatori di interessi di grandi lobby che infatti legalmente finanziano a suon di milioni di dollari le campagne elettorali di uno o dell’altro candidato e a volte di tutti e due, tanto per dimostrare che un sistema simile è basato esclusivamente sulla potenza dei soldi e non certo delle idee o per il quale i cittadini abbiano una qualche importanza.

La disastrosa realtà sociale e culturale determina in America problemi enormi: con meno del 5% della popolazione mondiale, gli americani hanno circa il 25% della popolazione carceraria mondiale, criminalità dilagante, sacche di povertà estreme, persone abbandonate a se stesse, un sistema sanitario a pezzi, inquinamento alle stelle. E in questa situazione, la gente completamente inebetita dalla televisione, dai social e ogni altro mezzo pubblicitario a cui è collegata 24 ore al giorno, alle passate elezioni ha eletto Trump cioè il Berlusconi americano all’ennesima potenza. Votato da chi,  esattamente come in Italia, ha creduto che un miliardario potesse fare qualcosa per loro e non, come ovvio, esclusivamente salvaguardare i suoi interessi e di quelli a lui vicini. 

Trump, un nemico totale dell’ambiente, fermo ancora all’era della clava e del carbone, rappresentante della destra più estrema e pericolosa, razzista, misogino, che comunica a colpi di twitter e riesce a sbagliare pure nello scrivere poche righe, giusto per ribadire che la cultura è un fattore del tutto irrilevante. Tanto, basta avere i soldi e il mondo si prostra, così come le donne, considerate da Trump praticamente dei soprammobili. Ma chi si illude che Biden sia meglio di Trump, avrà amare sorprese dall’alfiere della globalizzazione. E la dimostrazione l’abbiamo già avuta con Obama laddove i tanti proclami e finte speranze pre-elezioni hanno come sempre lasciato il passo alla solita politica orchestrata da lobby potentissime che gestiscono e manovrano tutto.

Infatti per l’ambiente non è stato fatto praticamente nulla e complessivamente anche con Obama la realtà non è migliorata granchè. Biden è ancora più cauto di Obama, quindi se possibile la situazione peggiorerà, visto che praticamente è stato messo lì da chi vuole la globalizzazione, cioè il trionfo del mercato e dei soldi sopra ogni cosa. Avrà strada spianata e quindi la caduta verso il baratro sarà senza ostacoli e procederà a tutta velocità.

Che poi il futuro delle prossime generazioni sia la priorità di questa elezione, lo dimostra la giovanile età di Biden, appena 77 anni.

Un cambiamento reale in America, così come ovunque, verrà non certo dai personaggi manovrati da logiche di mercato, che siano fintamente di un colore o di un altro, fintamente avversari, tanto per dare un po’ di pepe allo show che sono le elezioni americane.

Il reale cambiamento verrà da persone che costruiscono e vivono un mondo nuovo fatto di valori e pratiche completamente diversi da chi mette il profitto, il potere e qualsiasi strada per ottenerli, prima di tutto. Che si chiami Biden o Trump cambia poco, la vera speranza è nelle mani del popolo americano e del popolo della terra consapevole. Sta a loro vincere le vere elezioni per la salvezza, non delegando a nessun fantoccio il proprio destino e la propria sopravvivenza.

 

 

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