Curare il malato nella sua totalità: questo il presupposto fondamentale della Neo–Omotossicologia Integrata, una nuova metodologia nel campo della medicina non convenzionale, che potrebbe essere utilizzata anche nella medicina tradizionale per facilitare la diagnosi della malattia.
Mi trovavo alcuni giorni or sono al tavolino di un bar, in uno dei rari momenti liberi, sorseggiando un caffè con altri colleghi e conoscenti, discutendo di argomenti di certo non allegri ma attuali, sempre rivolti all’idea controcorrente di esaminare le varie ipotesi relative alla scoperta e messa in rilievo di metodologie innovative da poter inserire ed utilizzare in ogni settore con lo scopo di sostituire protocolli di lavoro che portano quasi costantemente ad un aumento dell’entropia, cioè del disordine del net-work terrestre.
Dalla conclusione della discussione, veniva fuori che attualmente tutto quello che noi consideriamo progresso determina di fatto una condizione di maggior disordine. La cosa, stavamo spiegando ad un collega, avviene banalmente quando per migliorare la nostra condizione di benessere, come nel caso in cui acquistiamo dei beni, non valutiamo come attraverso la eliminazione dei rifiuti costituiti dai vari imballaggi, di fatto determiniamo un aumento dell'entropia del sistema, entropia che sarebbe contenuta solamente nel caso in cui i rifiuti prodotti potessero essere assorbiti dagli schemi di eliminazione della terra. Ogni cosa, quindi, può essere riciclata solo a spese di altre fonti di energia e di conseguenza di un aumento dell'entropia dell'ambiente nella sua totalità.
Questo era l’argomento odierno dal quale eravamo presi nella chiacchierata, quando si avvicinò al tavolo Francesco accompagnato da quello che ci presentò come suo amico e direttore de Il Cambiamento, un giornale online che avevo più volte apprezzato per il carattere giovane e di facile consultazione, capace di rendere semplici per il lettore anche argomenti astrusi, spaziando a 360°, nella loro scelta. Dopo aver fatto la sua conoscenza ed aver iniziato con lui una simpatica conversazione, gli feci presente che avevo notato nel giornale la mancanza di una rubrica relativa alla medicina non convenzionale e ai suoi progressi da rapportare, se necessario, anche alla medicina convenzionale.
L’idea fu gradita e per questo motivo dalla giornata odierna, mi trovo a curare questa rubrica.
In particolare oggi abbiamo deciso di iniziare parlando della Neo – Omotossicologia Integrata, detta anche N. O. I., una nuova metodologia di lavoro nel campo della medicina non convenzionale, che potrebbe essere con facilità utilizzata anche nella medicina convenzionale, per facilitare la diagnosi della malattia, attraverso la conoscenza della costituzione del malato, cioè delle sue predisposizioni ricevute in eredità, alla nascita, dalla famiglia.
Tale metodologia da noi messa a punto circa venti anni fa, si è perfezionata nel corso degli anni, fino ad assumere l'attuale stesura ed operatività. Secondo la N.O.I. è fondamentale la cura del malato nella sua totalità, mentre la malattia rappresenta una falla nel suo complesso sistema di difesa, chiamato Grund System o Sistema della Grande Difesa: in questo caso sarà necessario, quindi, una volta eliminata la malattia, resettare tutto il net-work corporeo del soggetto al fine di evitare una ricaduta.
Questo lavoro si rende necessario per evitare il passaggio di una malattia da acuta in cronica. Nel resettare l’organismo attaccato, bisogna considerare la sua reattività - cioè la sua capacità nel reagire ad esempio agli attacchi di tipo infettivo - la quale oltre ad essere subordinata alla costituzione del soggetto, come vedremo in seguito, dipende anche dall’osservazione del malato attraverso il cosiddetto triangolo della salute.
Secondo questo criterio di valutazione una persona può considerarsi sana quando presenta un perfetto equilibrio fra i suoi aspetti psicologico–emozionali, le sue caratteristiche biochimiche-endocrinologiche (ormonali) e le sue proprietà fisico–strutturali. La rappresentazione visiva di quanto suddetto, può avvenire attraverso la trascrizione delle varie voci sui tre lati di un triangolo equilatero, atta a dimostrare che in condizioni di salute è presente un perfetto equilibrio fra i tre lati del triangolo.
Quando un evento negativo colpisce uno solo dei tre lati, ad esempio un incidente che determini solo un trauma fisico, quindi, ripeto, interessi solo un lato del triangolo, la guarigione sarà completa e senza conseguenze, ovviamente dopo aver trattato il trauma subito con i mezzi necessari come ingessatura nelle fratture, tutore nelle distorsioni, ecc. Questo di solito è l’unico parametro considerato in medicina convenzionale, fatte salve rare eccezioni.
Nella N.O.I., invece, risulta fondamentale valutare non solo ciò che è avvenuto al momento, ma anche nel corso del tempo: generalmente sono sufficienti 21 giorni, affinché si manifestino sintomi legati agli altri lati del triangolo e agli elementi che loro rappresentano (lato psicologico e lato ormonale).
Si potrebbe verificare ad esempio il caso in cui un trauma alla caviglia, curata e tornata in buone condizioni, nel tempo determini delle retrazioni cicatriziali interne, in vicinanza del tendine di Achille: in questo caso oltre alla presenza di disturbi inerenti il lato fisico, si è venuta a creare la presenza di un campo di disturbo nella zona del meridiano del Rene, il quale secondo la Agopuntura cinese, può curare trattando questo meridiano, non solo patologie osteo-articolari, ma anche emozionali, ad esempio nella sfera della paura, degli attacchi di panico, ecc.
Abbiamo visto come un semplice trauma possa compromettere, in questo caso non un solo lato, ma ben due lati del famoso triangolo.
Proviamo ora ad esasperare l’accaduto considerando che l’elemento paura e panico può attivare le surrenali che, aumentando la produzione di cortisolo, possono alterare nel caso di un soggetto femminile il ciclo mestruale (lato ormonale).
Questo esempio mi è servito per mettere in rilievo sia la necessità di considerare il malato nella sua totalità rispetto alla singola malattia, sia il suo monitoraggio per almeno 21 giorni dopo la malattia acuta, per valutare la possibilità che questa possa interessare gli altri lati del triangolo, cioè la parte psicologia o quella ormonale, in modo per poter intervenire rapidamente nel caso in cui ciò avvenga. Il mancato monitoraggio non ci avrebbe, infatti, mai permesso di sapere, ad esempio, che la attuale causa della alterazione del ciclo mestruale era legata ad un trauma alla caviglia avvenuto in precedenza.
Questo rappresenta un piccolo anticipo sulla N.O.I., che approfondiremo in seguito trattando argomenti via via più interessanti.
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