Da giorni almeno 240 studentesse nigeriane tra i 16 e i 18 anni sono nelle mani del gruppo terrorista islamico Boko Haram; sono state rapite in un dormitorio della scuola di Chibok, nello stato di Borno. L’agenzia di stampa internazionale AFP ha annunciato di avere ricevuto un video realizzato dal leader di Boko Haram, Abubakar Shekau, che parla per circa 17 minuti e annuncia che le donne sono state “convertite all’Islam” e che non saranno liberate fino a quando non saranno stati rilasciati tutti i militanti di Boko Haram arrestati dalle autorità nigeriane. Oltre al leader del gruppo, il video mostra circa 130 ragazze, mentre pregano in un luogo difficile da identificare in cui sono tenute prigioniere. Appaiono vestite con il velo, anche se buona parte delle ragazze è di fede cattolica. Il governo ha detto che non intende trattare con Boko Haram. I governi di diversi paesi si sono mobilitati, si è mobilitata anche Amnesty International che ha lanciato un appello.
In un video precedente il gruppo islamico annunciava che le ragazze "saranno vendute al mercato in nome di Allah" come schiave o spose. Le madri delle ragazze rapite e i loro sostenitori si sono recate ad Abuja, la capitale, chiedendo un intervento delle autorità. Secondo quanto sostiene Amnesty International, le forze di sicurezza nigeriane non hanno agito, nonostante un preavviso di almeno quattro ore, per impedire il raid di Boko haram nella scuola di Chibok. "Il fatto che le forze di sicurezza, pur sapendo dell'imminente raid e avendo quattro ore di tempo a disposizione, non abbiano preso immediate misure per fermarlo, non farà altro che aumentare l'indignazione nazionale e internazionale per l'orribile crimine in atto" ha dichiarato Netsanet Belat, direttore di Amnesty International per l'Africa.
"Siamo di fronte a un'enorme abdicazione al dovere della Nigeria di proteggere la popolazione civile. Le autorità nigeriane devono ora usare tutti i mezzi legali a loro disposizione per assicurare l'incolume rilascio delle ragazze e garantire che in futuro non accada più niente del genere - ha aggiunto Belat - Il sequestro e la continua prigionia delle ragazze costituiscono crimini di guerra, i cui responsabili devono essere portati di fronte alla giustizia. Gli attacchi alle scuole violano il diritto all'istruzione e devono essere fermati immediatamente".
Il video delle ragazze rapite in Nigeria
Leggi il rapporto sul diritto all’educazione sotto attacco in Nigeria