Quando Greta Thunberg gira con il suo cartello che indica lo sciopero per il clima ricorda Gandhi che girava con la sua capretta. Una ragazzina, donna con una disabilità, tutti elementi che la nostra società di maschi vincenti pone fra le persone più deboli e relegata alle ultime file; eppure sta sbaragliando i potenti della terra e ne mostra la "nudità"; o meglio è andata oltre, gli sta facendo la radiografia!
Greta ha un chè di miracoloso e ha sacrosanta ragione, così come avevamo e abbiamo ragione noi nei confronti di chi da sempre dice che da soli o in pochi non si va da nessuna parte e bisogna aspettare le masse, che bisogna rivolgersi a percentuali x o y di persone altrimenti non ti sente nessuno, che bisogna agire nella scuola perché da lì ci sono le giovani leve, che ci devono pensare i politici a risolvere i problemi.
Tutte scuse, tutte frasi fatte per non agire e aspettare quando saremo tanti o quando la politica si muoverà. E aspettando i tanti non ci arriveremo mai; visto che se nessuno inizia, ai tanti non ci si arriverà. Se Greta avesse ascoltato questi commenti tipici di gente che non fa nulla o che se fa o dice qualcosa, lo fa solo per immagine o un tornaconto personale, non si sarebbe messa da sola con il suo cartello davanti al parlamento svedese a chiedere interventi concreti per il clima. E da persona singola ha guardato la realtà, non si è raccontata scuse, non ha aspettato che qualche élite, intellettuale, politica, religiosa pronunciasse il verbo e ci indicasse la strada.
Greta ha ragionato e fatto quello che dovrebbe fare chiunque, cioè ha compreso che uno più uno fa sempre due, quindi vista la situazione catastrofica ha deciso di scioperare da scuola e pretendere di essere ascoltata. Da lì in poi una valanga. Diretta, chiara, lucidissima ed ereticamente coerente, parola che ormai non esiste più nemmeno nel vocabolario tanto è in disuso e inutile. Il suo gesto fa il giro del mondo e così interviene nelle riunioni più importanti, da una sessione della conferenza sul clima in Polonia, nel covo del capitalismo tutto a Davos e infine all’Unione Europea. Ingestibile, incontrollabile, inarrestabile, netta, è interessante esaminare alcuni aspetti del suo messaggio e comportamento perché sono estremamente simbolici ed efficaci.
I giovani, così come gli adulti possono anche agire seriamente
Siamo abituati a giovani zombie costantemente al cellulare che si preoccupano di quale selfie fare o che vestito mettersi e a cui sembrerebbe non interessare niente di sensato e serio. Greta rimette le cose a posto e dimostra che i giovani possono essere seri e più adulti degli adulti. Semplicemente con il suo esempio trascina migliaia di giovani che finalmente la smettono con le stupidaggini e sono protagonisti del loro futuro, se ne vogliono avere uno. Eppure Greta non è né una rockstar, né una velina, né la figlia di Trump.
Greta e il “look”
Oggi siamo circondati da ragazzine dell’età di Greta che sono delle boutique ambulanti di vestiti, trucchi e simili, che si atteggiano e piccole vamp e pensano come diventare soubrette televisive, influencer o dive di qualcosa. Greta sembra che venga da un altro mondo, va in giro nella maniera più semplice possibile. Vestiti normalissimi, come se andasse a fare una passeggiata in campagna, nessuna attenzione al ferale look che rovina grandi e piccini in eterna competizione estetica. Greta non ha queste preoccupazioni, sa bene che i problemi sono ben altri e ben più importanti del nuovo rossetto da mettere. E sa che la vera personalità, il senso, non sta nel mostrare parti del corpo ma parti del cervello.
Non solo ambiente
L’ambiente non è solo la pulizia delle spiagge o la protezione di qualche specie in pericolo facendosi magari sponsorizzare dagli stessi inquinatori; l’ambiente è equità sociale, è dire finalmente che il mondo viene distrutto per la cupidigia di pochi che hanno accumulato enormi ricchezze con la nostra complicità. Greta li chiama malvagi, criminali e non poteva scegliere termini migliori perché di criminali si tratta.
Politici, industriali, finanzieri stanno portandoci al suicidio tutti (compresi loro stessi) per volere continuare ad accumulare gigantesche somme di soldi. Iniziamo a vederli per quello che sono e non certo persone da ammirare perché hanno avuto “successo”, come e sulla pelle di chi, meglio non indagare. Greta parla apertamente di nuova economia, nuova politica, nuovo modo di pensare, per questi motivi è pericolosissima e fa paura ai potenti, perché non si limita a fare la testimonial di questa o quella campagna che sposta di zero millimetri la situazione, lei il cambiamento lo vuole davvero, dalle fondamenta, ha capito che senza quello siamo spacciati. Ha capito tutto dei pescecani che si trova di fronte e ai potenti le canta senza perifrasi: “Imbrogliate quando potete perché tutto ciò che conta è vincere per ottenere il potere. Questo deve finire, dobbiamo smettere di competere l’un l’altro dobbiamo cooperare, lavorare assieme. Condividere le risorse in modo equo. E se non lo si farà i politici saranno ricordati come i più grandi malvagi di tutti i tempi”.
Essere finalmente ambiziosi cioè realistici
Greta suggerisce una diminuzione delle emissioni nella UE dell’80% al 2030 invece del 45% che per i politici è già un obiettivo ambizioso e così ovviamente mettono le mani avanti per poter giustificare il sicuro fallimento. Greta è assai giovane ma conosce bene i vecchi volponi e lo dice apertamente che i politici non lo faranno mai. Il motivo è semplice, arrivare a quei livelli dell’ 80% significa la società dei sogni, una rivoluzione totale di tutto, una società completamente diversa. Ovvio che i politici non agiranno in quella direzione perché sarebbero i primi che se ne andrebbero a casa, visto che Greta li apostrofa dicendo che hanno sprecato decenni attraverso la negazione e l’inazione.
I media
I media di casa nostra e i media in genere non pubblicano le uscite di Greta, che dovrebbero essere sparate a prima pagina in caratteri cubitali, visto che si sta parlando della sopravvivenza di tutti. I telegiornali non aprono per settimane intere con le gesta di Greta. Il tutto viene invece relegato in fondo pagina, da qualche parte, un servizietto semi folcloristico su questa simpatica bambina. Una bambina che è una specie di extraterrestre che viene per darci indicazioni preziose e indicarci una strada ma noi la nascondiamo fra il gossip e la cronaca nera. Anche in questo caso, così come per la politica, è evidente che ciò succeda. Qualora accadesse quello che Greta suggerisce rispetto alla riduzione delle emissioni, il consumismo se la vedrebbe davvero brutta e quindi senza pubblicità di immondizia patinata, i media non camperebbero un minuto, chiuderebbero praticamente tutti e rimarremmo noi e pochi altri. E poi questi ragazzini rompiscatole non sono nemmeno elettori, quindi per i media contano assai poco.
La maledetta coerenza
Greta si fa 32 ore di treno per andare a Davos e 32 per tornare in Svezia perché gli aerei inquinano troppo. A Davos dorme in una tenda a meno 15 gradi sotto zero e non in lussuoso hotel come si dovrebbe a qualsiasi star che si rispetti; va alle conferenze con la borraccia dell’acqua, è vegan, si preoccupa del futuro di tutti. Però che barba tutta questa coerenza, tutta questa voglia di fare seguire alle parole i gesti; povere ingenua, non sa che la vita va in altro modo e la coerenza è per gli ingenui, quelli che non sanno come stanno le cose, i poveri idealisti romantici, al massimo per i bambini appunto...
Vedrai Greta quando crescerai capirai che la coerenza è una cosa bruttissima, che fa male e procura solo scocciature. Va abbandonata il prima possibile se si vuole avere un posto nel mondo con il codice a barre stampato sulla fronte...
Il bianco e il nero
Greta dice che quando si tratta di sopravvivenza non esiste il grigio ma solo il bianco e il nero. Ma no, ti sbagli Greta, il mondo, la politica, la società è fatta di compromessi, di aggiustamenti e spostamenti minimi, di parole inutili, di contraddizioni costanti, oggi dico questo, domani il contrario e dopodomani il contrario di questo e quello. Tutto di un grigiore massiccio, soffocante. Il bianco e nero significa prendere una parte, agire di conseguenza, non prendere in giro innanzitutto se stessi e poi il prossimo ma questo non ce lo possiamo permettere, non possiamo rischiare di perdere sicurezze di carta, privilegi, carriere, posti sicuri, poltrone e poltroncine, bei gruzzoletti con cui poterci comprare ogni cosa. Se poi il prezzo da pagare per la nostra ipocrisia, falsità e inettitudine è la fine del mondo, non dobbiamo preoccuparci, ci salverà la tecnologia o i marziani che arriveranno al momento giusto.
Moltitudine inarrestabile
Nonostante il semi silenzio dei media, sta succedendo qualcosa di incredibile e immaginate se questi ragazzini non si fermassero, se fossero sempre più intransigenti, preparati, seri e chiedessero sempre più a gran voce e con azioni concrete il cambiamento radicale. Se oltre a non andare a scuola iniziassero a boicottare questo e quello, sempre in maniera pacifica ma radicale e non si fermassero di fronte e nulla. Cosa farebbe la politica? Gli manderebbe contro la polizia a manganellarli? Li metterebbe in prigione per eccessiva coerenza? Come da copione li farebbe infiltrare da bambini come loro che iniziassero a tirare molotov durante le manifestazioni fra girotondi e cartelli colorati? La protesta di Greta è geniale perché spiazza tutti e rende assai difficile essere contro senza coprirsi di ridicolo, come le accuse che la vogliono manipolata o simili. L’intelligenza umana, non certo quella artificiale che mai sarà intelligenza, scopre modi e metodologie di lotta fantastiche per cui il potere rimane spiazzato, non sa come e cosa fare perché abituato ad agire sempre in maniera rozza e stupida cioè con la forza o con la corruzione. O ti manganello o ti compro. Se non potranno reprimerla, proveranno a comprarsela ma ho l’impressione che con Greta, e quelli come lei, sarà dura.
Il messaggio agli adulti
“Se pensate che dobbiamo tornare a scuola allora scioperate voi, adoperatevi voi o unitevi a noi, fate il vostro dovere”. Un attacco di Greta agli ignavi e opportunisti, bravi a dire che i ragazzini devono stare al loro posto cioè a scuola e non rompano troppo le scatole. Greta giustamente risponde: ma noi siamo al nostro posto, siete voi che non lo siete. Noi i nostri compiti li stiamo facendo, voi no.
Basta competere
Greta è lucidamente senza mezzi termini: basta competere, bisogna collaborare, frase inequivocabili pesantissime come macigni che inchiodano tutti alle loro responsabilità o irresponsabilità. Ve lo immaginate un mondo che collabora e non compete? Sarebbe una rivoluzione come la scoperta che è la terra che gira intorno al sole e non viceversa. In fondo i grandissimi della storia hanno spiazzato tutti con le loro utopie, con le loro apparenti follie ma poi i più sani e saggi erano loro e hanno fatto progredire veramente il mondo con “impossibili” messaggi di equità, giustizia, libertà, pace, collaborazione, fratellanza e sorellanza. Greta appartiene di diritto a questi personaggi, speriamo che non la riducano a più miti consigli e che invece il suo messaggio sanissimo si propaghi ovunque in sempre più ragazzi e persone che assieme diventino la moltitudine inarrestabile che può farà cambiare la situazione radicalmente.
“Abbiamo iniziato a ripulire il vostro casino e non ci fermeremo finché non avremo finito”. Contaci Greta, anche noi lo facciamo da sempre, non ci siamo mai fermati e non ci fermeremo.