Non fate le stronze (per piacere)

Lo scaffale dei vademecum per conquistare e tenersi stretto un uomo si arricchisce di nuovi libretti che invitano le donne a celare le proprie debolezze e a mostrarsi belle, forte ed autonomi agli occhi di un universo maschile 'standardizzato'. Quali sono però le insidie dei manuali per l''allevamento' di donne e uomini?

Non fate le stronze (per piacere)
A ‘Le regole’, quelle per trovare un uomo, non perderlo più o eventualmente decidere di perderlo, sono seguiti negli ultimi vent’anni altri manuali per giovani donne che volessero condursi all’altare. Libretti dal tono divertente, scritti in modo apparentemente scientifico, sufficientemente serio da essere presi sul serio, abbastanza spiritoso da offrire una facile scappatoia al dramma: nessuno avrebbe il coraggio di sostenere le tesi contenute in questi prontuari se non per scherzo. Recentemente questo genere di pubblicazione ha aggiunto una nuova perla alla collana, in cui i consigli sono mirati al raggiungimento di un benessere economico, perseguito e raggiunto attraverso bellezza e stronzaggine finalizzate alla conquista di un uomo facoltoso. I commenti che si trovano in rete, fatti dalle lettrici, sono per il 98 % entusiasti. Il 2% che esprime dubbi o dissenso ha meno di diciotto anni ed è convinto (‘ancora per poco’, chiosano le più esperte) che si possa diventare ricche e felici facendo leva sulle proprie capacità spirituali, o che non tutti gli uomini siano stupidi come suggeriscono esplicitamente quelle pagine stampate. Ciò che forse non si vede con chiarezza, confuso com’è tra un’osservazione arguta e il conforto delle coincidenze con personali disavventure, è che non c’è niente di liberatorio nel gioco condotto con queste regole. Le donne vengono da sempre sollecitate al primato: essere migliori a scuola, casalinghe modello, mogli e madri comprensive, sagge e affettuose, lavoratrici disponibili, modeste, preparate: sono considerate, insomma, alla stregua di magnifici elettrodomestici, le cui funzioni si rivelano sempre più affinate e perfettibili. Resistono in esse dei difetti ‘di fabbrica’: si lamentano se lui non le richiama la mattina che segue un appuntamento galante, si aspettano solidarietà e amicizia dall’uomo con cui credono, spesso erroneamente, di avere una relazione, fanno scenate insensate per dettagli di nessuna importanza, pretendono un livello di affidabilità o si ostinano, ahiloro, a garantirne uno con il miserabile intento di mostrarsi coinvolte nel mistero inquietante dell’amore. Da questi difetti, controproducenti e infine perdenti, le donne si possono redimere e riscattare imparando una piena, non conta quanto simulata, autonomia. Se all’uomo non piace l’altra donna, quella che ai suoi difetti non riesce a provvedere, gliene daremo una che faccia al caso suo, che si sia riprogrammata per bene. E il risultato di questo avanzamento viene condotto dalle stesse donne, cioè dagli stessi strumenti per l’uso, con un impatto minimo sull’universo maschile, che al limite ne rinforza l’inclinazione al dover-essere. Nell’illusione di aver accantonato debolezze e conseguenti fallimenti, le donne che seguono questi consigli raggiungono passo dopo passo un livello supremo di esauriente servitù. Il miraggio continuerà ad apparire, da lontano e perennemente, quello di un rapporto paritario, appagante, maturo. Ma per entrambi i generi, cioè per l’umanità nel suo insieme, sarà una sconfitta umiliante e morti e feriti continueranno a sprecarsi sul campo della sottomissione reciproca. Nel paradosso del sadico Sartre afferma che un uomo che desideri una donna desidera in realtà ‘esserne desiderato’ (appropriarsi e dirigere la sua libertà di volere verso se stesso), e che questa appropriazione è però impossibile perché più le sue manipolazioni hanno successo più l’altro smette di avere un desiderio libero. Questi manuali, come gran parte della cultura in cui donne e uomini sono allevati (di crescere non se ne parla nemmeno), tende a manipolarne la volontà, insegnando loro che cosa desiderare e come ottenerlo. Se funziona, non ci sarà più bisogno di chiudere a chiave i cancelli o fare la guardia alle sbarre. Le gabbie saranno ovunque e anzi non ci sarà altro, per ognuno.

Commenti

Bell'articolo!
Tommaso, 02-10-2012 06:02
In generale, meglio non dividere fra maschi e femmine, c'è in giro questa pedagogia della perfezione come minimo richiesto per una vita decente. Che fabbrica infelicità
Marco, 15-10-2012 08:15
Tutto dipende sempre dall'obiettivo che uno si prefigge. Vuoi una relazione d'amore o vuoi avere successo? Nel primo caso, meno regole ci sono e più è probabile che la storia funzioni, nel secondo caso esistono solo regole e più le si segue e migliore sarà il risultato.
Ferdy, 14-02-2013 01:14

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