Una settimana fa aprivamo l'home page con un mio editoriale intitolato "Le bombe in Libia? Le radiazioni in Giappone? Colpa nostra".
Il sommario riportava una citazione dell'articolo: "Sono stanco. Stanco di vivere passivamente, mentre in nome del mio benessere vengono bombardati paesi e costruite centrali nucleari. Stanco di basare la mia quotidianità sul dolore e la sofferenza altrui, o sulla distruzione delle risorse primarie. Adesso basta, smettiamola!"
E' passata solo una settimana, ma se oggi apro le prime pagine dei "grandi giornali", non trovo più il Giappone e trovo a malapena la Libia. L'attenzione è tutta su Lampedusa e sulle sempre più patetiche azioni dei nostri politici.
Il Giappone? Già dimenticato... Tanto, in fondo, non è successo niente di grave e poi, si sa, i giapponesi sono bravi a risorgere...
Allora ha davvero ragione Francesco Maria Ermani, quando scrive "La congiura del silenzio, un regalo importante": L'inizio dei bombardamenti in Libia ha spostato l'attenzione mediatica sul Mediterraneo tralasciando e "dimenticando il silenzio dei tumori nucleari" del popolo giapponese che con dignità affronta un'emergenza nucleare da non sottovalutare. Giappone, Libia, nucleare, petrolio, crisi energetica: "è il momento del cambiamento silenzioso, quello dei fatti, quello che emarginerà i professionisti del galleggiamento".
In molti si chiedono se sia un caso questo silenzio. C'è addirittura chi pensa che la guerra in Libia sia giunta proprio ora per distrarre l'attenzione dalla tragedia nucleare giapponese. Il nostro governo ha pensato bene di rimandare il discorso di un anno, con una moratoria...
La strategia è chiara: facciamo passare l'onda emotiva legata "all'incidente di Fukushima" e poi ripartiamo con il martellamento sul nucleare sicuro... L'importante, per i nuclearisti, è far scemare il dibattito, specialmente in vista del (per loro) pericolosissimo referendum del 12 e 13 giugno. Quel giorno, gli italiani saranno chiamati a votare su acqua pubblica e nucleare. Sarà un passaggio cruciale. Se gli italiani decideranno di non esprimersi, i cosiddetti poteri forti avranno davvero vinto. Noi faremo il possibile per non far spegnere la luce su questi temi.
Vuoi un esempio? Clicca qui, e guarda quanti articoli stiamo pubblicando quotidianamente sulla vicenda nucleare, sulla nube che scorrazza per l'Europa, sui mari radioattivi ecc. Leggendoli capirai quanto i giornali "tradizionali" stiano giocando sporco nel non parlarne...
Ti saluto, invitandoti a iscriverti sulla nostra area incontri (se non lo hai già fatto).
Buona lettura e a presto!
Daniel Tarozzi
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Il livello del dibattito sul nucleare durante la tragedia giapponese è qualcosa di grottesco, se non agghiacciante per la parzialità, la superficialità, il ridicolo della gran parte degli interventi dei vari 'esperti', in larghissima e inquietante parte pro nucleare. Tanto per dirne un'altra: solo in caso entrassero in produzione, ovvero fra 20 anni, le centrali nucleari previste secondo i desiderata di Enel-Edf, in percentuale potrebbero produrre meno del 10% del fabbisogno italiano. Meno-del-dieci-per-cento. Fra-venti-anni. Al costo di qualche miliardo di euro che oggi non abbiamo, visto che tagliamo tutto, scuola compresa.
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